Le nuove linee guida hanno abbassato al massimo i livelli target di colesterolo LDL da raggiungere: sotto ai 55 mg/dl per i pazienti a rischio molto alto e sotto ai 70 per quelli a rischio alto
«Nei pazienti pluripatologici a rischio alto e molto alto c’è scarsa aderenza terapeutica. Per questo, è fondamentale instaurare un rapporto con il medico per capire la gravità del concetto di rischio cardiovascolare». Così Roberto Scicali, specialista in medicina interna
Daiichi Sankyo ha presentato al Congresso AHA 2020 i risultati di due analisi aggregate che dimostrano che l’acido bempedoico ha ridotto significativamente il colesterolo LDL (C-LDL) alla settimana 12 nei partecipanti di ambo i sessi, con una maggiore riduzione del C-LDL nelle donne
Tra i principali fattori di rischio cardiovascolare l’incremento dei valori del colesterolo LDL. Intervista al professor Giuseppe Patti, ordinario di Cardiologia presso l’Università Piemonte Orientale, direttore del dipartimento Toraco-Cardio-Vascolare dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara e presidente del Gruppo di Studio ATBV (Aterosclerosi, Trombosi e Biologia Vascolare)
Il professor Calabrò (cardiologo): «I livelli di colesterolo LDL per queste categorie di pazienti devono essere inferiori ai 55 mg/dl. Ci aspettiamo grandi risultati dai nuovi farmaci»
Il Direttore della Cardiologia degli Ospedali dell’ovest vicentino spiega chi sono i pazienti a rischio alto e molto alto
L’ipercolesterolemia familiare eterozigote è una condizione comune che colpisce più di 30 milioni di persone nel mondo e causa un aumentato rischio di eventi cardiovascolari come infarto o ictus. Nei pazienti affetti da questa condizione che assumevano statine alla massima dose tollerata, l’acido bempedoico ha ridotto i livelli di colesterolo LDL del 22,3% rispetto al placebo. I dati di un’analisi aggregata su 3.000 pazienti presentati da Daiichi Sankyo all’EAS 2020
Il professor Daniele Andreini del Centro Cardiologico Monzino di Milano: «Spesso pazienti in terapia con statine lamentano dolori muscolari e affaticamento e devono sospenderle. L’acido bempedoico è una nuova arma a disposizione»
Il professor Perrone Filardi (Università di Napoli Federico II): «C’è assolutamente spazio e necessità per un altro farmaco da somministrare per via orale in aggiunta o in sostituzione alle statine per i pazienti intolleranti o che non riescono a raggiungere i target raccomandati»
Una ricerca tutta italiana svela le proprietà di una molecola derivata dal colesterolo per inibire la replicazione virale di Sars-CoV-2