Con l’arrivo delle festività natalizie crescono le occasioni di eccedere a tavola con alimenti grassi, notoriamente collegati a un aumento dei livelli di colesterolo “cattivo”. In occasione dell’84° Congresso Nazionale della Società Italiana di Cardiologia (SIC), che si è concluso da poco a Roma, gli specialisti diffondono poche e semplici regole che possono aiutare a evitare eventuali impennate dei livelli di colesterolo
In occasione dell’84esimo congresso nazionale della Società italiana di cardiologia, sono molte le novità presentate dagli specialisti relative al controllo del colesterolo “cattivo”: dall’uso precoce dei superfarmaci allo sviluppo di una nuova terapia a mRNA
“Affamare” i tumori e poi colpirli “riciclando” farmaci ben noti, a basso costo, utilizzati da anni per tutt’altri scopi, in grado di arrestare la crescita delle cellule tumorali, messe a “stecchetto” con brevi cicli di digiuno. Così i farmaci che, come le statine, impediscono la sintesi di colesterolo cruciale per soddisfare il bisogno di nutrienti delle cellule tumorali, combinati a brevi cicli di digiuno, potrebbero diventare una terapia “low cost” per combattere tumori difficili come quello al pancreas, il carcinoma del colon-retto e il melanoma. Lo dimostra una ricerca appena pubblicata sulla rivista Nature Communication da un team di ricercatori dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova
Secondo un nuovo studio dell’Università di Padova, i PFAS farebbero aumentare i livelli di colesterolo, e di conseguenza il rischio di infarto. I risultati, pubblicati sulla rivista Toxicology Reports, dimostra che nella popolazione residente in zone contaminate da PFAS la percentuale dei soggetti con elevati livelli di colesterolo nel sangue è più del doppio rispetto alla popolazione generale di controllo
Brutte notizie per chi ha deciso di affidarsi alla dieta chetogenica, un regime alimentare oggi diventato popolarissimo tra le persone che vogliono perdere peso. Uno studio dell’Università della British Columbia, a Vancouver, indica che questo regime alimentare può aumentare il rischio di sviluppare malattie cardiache e altre condizioni cardiovascolari potenzialmente letali. A spiegarci come, Pasquale Perrone Filardi, presidente della Società italiana di cardiologia
Nuova direttiva ministeriale sui prodotti a base di monacolina. De Geronimo: «La facile reperibilità senza prescrizione medica e spesso anche nei supermercati degli integratori a base di questa sostanza hanno favorito un uso improprio e sovradosaggi da cure fai-da-te»
Lenzi (Health City Institute): «Riscrivere medicina, clinica e patologia mediche pensando alla città come luogo principale di residenza. Prevenzione cardiovascolare fondamentale per ridurre del 25% la mortalità prematura per malattie non trasmissibili, come raccomandato dall’Italian Urban Health Declaration ai Governi dei Paesi del G20»
«Riduce gli effetti collaterali e aumenta l’effetto ipocolesterolemizzante rispetto alla monoterapia. È la risposta più corretta dal punto di vista farmacologico utilizzando meccanismi d’azione diversi e complementari»
Per ridurre il colesterolo LDL bisogna migliorare l’aderenza terapeutica. Franco Pazzucconi (Niguarda): «Già a sei mesi dall’inizio della terapia con statina il 50% dei pazienti abbandona. A 12 mesi siamo al 60%»
The lower the better ma anche The earlier the lower the better. Dobbiamo ridurre anche precocemente i valori di LDL nel paziente a rischio molto alto»
«Ci discostiamo di quasi il 20-30. Siamo sicuramente al di sopra della soglia consigliata dalle attuali linee guida europee»
In occasione della Prima Giornata della Prevenzione Cardiovascolare, Daiichi Sankyo Italia lancia la divertente serie web. Presto anche su Amazon Prime Video
«Spesso, i nostri laboratori mettono l’asterisco solo quando i valori di colesterolemia totale sono superiori a 200-240-250 che sono dei concetti vecchi» sottolinea il Direttore del dipartimento medico ASL Torino 3
«I pazienti ad alto rischio devono stare sotto a 70 mg/dl – dichiara a Sanità Informazione – quelli ad altissimo rischio sotto a 55 mg/dl»
Oliveti, presidente Enpam, sul Def: «Come il colesterolo, anche il debito pubblico può essere buono o cattivo. Quello destinato alla sanità è debito buono. Emerge un quadro confortante per la sanità pubblica»
«In base alle categorie di rischio, bisogna tenere il colesterolo LDL sotto controllo, tra 100 e 50 o addirittura 40 mg/dl» puntualizza a Sanità Informazione
Tanti pazienti a rischio alto e molto alto non riescono a raggiungere i loro obiettivi terapeutici. Vediamo perché con Mario Arieti, cardiologo dell’ospedale Carlo Poma di Mantova
«L’ipercolesterolemia è stata promossa da fattore di rischio a causa dell’aterosclerosi – spiega la dottoressa Donata Mor – gli studi dimostrano che alla riduzione del colesterolo si genera una riduzione delle malattie cardiovascolari»
Le statine giocano un ruolo sostanziale nella gestione del colesterolo ma la terapia di combinazione con farmaci ipolipemizzanti rappresenta un’importante opzione terapeutica
«Quanto più si riduce il valore del colesterolo LDL tanto più si abbassa l’incidenza degli eventi cardiovascolari – spiega la dottoressa Rosanna Pes a Sanità Informazione -. L’obiettivo è scoprire quelle molecole che, spesso in associazione, ci permettono di raggiungere i target terapeutici»
«Laddove il target terapeutico non fosse raggiunto con le statine è ragionevole ricorrere ad una terapia combinata con vari farmaci» spiega il medico a Sanità informazione
«Circa otto eventi cardiovascolari su dieci sono prevenibili – spiega il cardiologo Davide Lazzeroni a Sanità Informazione – ma per farlo il tempo è fondamentale, bisogna agire subito sui pazienti a rischio»
«In Italia c’è scarsa consapevolezza del rischio cardiovascolare associato al colesterolo alto e non si adottano le corrette misure concrete per abbassarlo» così il cardiologo a Sanità informazione
L’esperto racconta a Sanità Informazione che sono molto comuni la non aderenza terapeutica o la sua bassa continuità nei pazienti a rischio
«Informazioni reali sugli obiettivi terapeutici, l’aderenza terapeutica e la scelta dei farmaci sono molto più utili degli esperimenti clinici»
Le nuove linee guida hanno abbassato al massimo i livelli target di colesterolo LDL da raggiungere: sotto ai 55 mg/dl per i pazienti a rischio molto alto e sotto ai 70 per quelli a rischio alto
«Nei pazienti pluripatologici a rischio alto e molto alto c’è scarsa aderenza terapeutica. Per questo, è fondamentale instaurare un rapporto con il medico per capire la gravità del concetto di rischio cardiovascolare». Così Roberto Scicali, specialista in medicina interna
Daiichi Sankyo ha presentato al Congresso AHA 2020 i risultati di due analisi aggregate che dimostrano che l’acido bempedoico ha ridotto significativamente il colesterolo LDL (C-LDL) alla settimana 12 nei partecipanti di ambo i sessi, con una maggiore riduzione del C-LDL nelle donne
Tra i principali fattori di rischio cardiovascolare l’incremento dei valori del colesterolo LDL. Intervista al professor Giuseppe Patti, ordinario di Cardiologia presso l’Università Piemonte Orientale, direttore del dipartimento Toraco-Cardio-Vascolare dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara e presidente del Gruppo di Studio ATBV (Aterosclerosi, Trombosi e Biologia Vascolare)
Il professor Calabrò (cardiologo): «I livelli di colesterolo LDL per queste categorie di pazienti devono essere inferiori ai 55 mg/dl. Ci aspettiamo grandi risultati dai nuovi farmaci»