Salute 20 Luglio 2023 18:00

Medici, psicologi e infermieri: arriva il primo documento per supportare il paziente che chiede di morire

Per la prima volta in Italia, un tavolo di lavoro composto da psicologi, medici, infermieri, assistenti spirituali, bioeticisti, giornalisti e familiari si è riunito con l’obiettivo di garantire una risposta condivisa e multidisciplinare alla domanda del paziente che chiede di revocare, rifiutare o accedere al suicidio volontario medicalmente assistito circostanziato. L’esito di questo lavoro è disponibile gratuitamente sul sito dell’Ordine degli Psicologi del Lazio

Medici, psicologi e infermieri: arriva il primo documento per supportare il paziente che chiede di morire

Per la prima volta in Italia, un tavolo di lavoro composto da psicologi, medici, infermieri, assistenti spirituali, bioeticisti, giornalisti e familiari si è riunito con l’obiettivo di garantire una risposta condivisa e multidisciplinare alla domanda del paziente che chiede di revocare, rifiutare o accedere al suicidio volontario medicalmente assistito circostanziato. L’esito di questo lavoro, contenuto nell’e-book «Sofferenza e desiderio di morte, le prassi dello psicologo, medico, infermiere a sostegno della persona», è disponibile gratuitamente sul sito dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, tra i promotori dell’iniziativa insieme alla Società Nazionale Medica Interdisciplinare cure primarie e all’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS.

Un lavoro multidisciplinare che mette al centro la volontà del paziente

«Il lavoro è consistito in un dibattito costruttivo tra professionisti e esponenti della società civile sensibili alle tematiche che, pur provenendo da impostazione culturali e profili professionali diversi, hanno voluto raggiungere un risultato condiviso», spiega Monia Belletti, psicologa, psicoterapeuta e coordinatrice del progetto. «Il Tavolo ha lavorato cercando di dare risposte concrete, ispirate dalle conoscenze attuali, dai dati empirici e dell’esperienza degli operatori, ponendo al centro il rispetto per la dignità e la volontà della persona. Il testo prodotto – continua – vuole essere un punto di partenza e, auspicabilmente, uno spunto per ulteriori analisi, riflessioni ed elaborazioni, anche con il contributo di nuove figure, essenziali in un contesto professionale in continua evoluzione”.

Compito dello psicologo è accogliere e comprendere le richieste del paziente

«La persona che dice di desiderare di morire vive una condizione mentale particolare, segnata da una condizione di sofferenza fisica e psicologica estrema», commenta Jean-Luc Giorda, psicologo, psicoterapeuta. «Compito dello psicologo è accogliere questa condizione e la persona che porta questa richiesta senza giudicarla, ma aiutandola a comprenderla e a elaborarla. La nostra funzione – continua – è scremare quella parte di pensiero ed emozione che deriva direttamente dalla condizione di sofferenza generata dalla malattia per consentirle di essere più lucida nella sua autodeterminazione, che va comunque rispettata». Aggiunge Fabio Lucidi, psicologo e professore ordinario di psicometria: «Nelle decisioni che coinvolgono i pazienti in fase avanzata della malattia, per ragioni etiche, non è opportuno seguire i rigidi criteri metodologici dei clinical trial. Ma questo non significa rinunciare alla forza delle evidenze: vuol dire, piuttosto, integrare i migliori dati disponibili con l’esperienza professionale, con le caratteristiche, i bisogni, i valori e le preferenze dei pazienti, compatibilmente con il contesto ambientale, organizzativo e normativo».

Professionisti sanitari impreparati ad entrare in sintonia con i pazienti e i famigliari

«L’università – spiega Pietro Stampa, vice-presidente e coordinatore della commissione deontologica dell’Ordine degli Psicologi del Lazio – non prepara nessuna delle professioni di cura alla sfida intellettuale della messa tra parentesi dei propri valori, del proprio punto di vista etico, per entrare in sintonia con l’altro, che non è solo il paziente, ma anche il famigliare, l’operatore. Lo psicologo è l’unica figura professionale in cui la relazione con l’altro non è solo terreno in cui si dispiega l’intervento, ma è anche il principale strumento di lavoro e di verifica della sua efficacia. Su questo, dunque, può trasferire alcune skill tipici alle altre famiglie professionali».

Serve più educazione e formazione sul fine vita

«Effettivamente, nessuno ha avvicinato noi medici alla risposta a un rifiuto a vivere e alla messa in atto di questa volontà – ribadisce Daniela Cattaneo, medico palliativista e bioeticista -.Il processo del malato che esprime la richiesta di morire non lo conosciamo in tutte le sue diramazioni, abbiamo la necessità di un quadro più armonico, di una seria educazione al fine vita, di un più forte coinvolgimento degli specialisti delle cure palliative, di una chiara attività di informazione, di applicare il principio per cui la comunicazione è intesa come tempo di cura». Aggiunge Anna Tedeschi, infermiera palliativista: «Non sempre la richiesta di aiuto della persona malata è così manifesta, ed è qui che interviene l’importanza dello stare accanto, del prendersi cura dell’assistito e non solo della sua malattia. Bisogna ascoltare e fare in modo che la persona disponga delle informazioni condivise con l’equipe necessarie non solo ai suoi bisogni di vita, ma anche alla scelta consapevole dei percorsi di cura proposti».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Morire di parto nel 2022: quando (e perché) il lieto evento si trasforma in tragedia
Il recente caso di Napoli spaventa. Viora (AOGOI): «La maggior parte dei decessi si può prevenire anche prima di arrivare alla sala parto. Fondamentale la formazione del personale»
Bonus psicologo, il ministero della Salute esclude gli psicoterapeuti
Il ministero della Salute esclude i medici psicoterapeuti tra i professionisti a cui i cittadini possono rivolgersi, ottenendo il bonus psicologico previsto dal provvedimento Milleproroghe
di Redazione
Nel Ssn mancano gli psicologi, ma i vincitori di concorso pubblico restano senza un lavoro. Il paradosso italiano
Il caso della regione Lazio, l’avvocato Zimbardi: «Nelle aziende sanitarie regionali mancano psicologi e psicoterapeuti. C’è urgenza di coprire interamente i fabbisogni attingendo alla graduatoria del concorso che, dopo essere stato atteso per oltre 15 anni, è stato indetto nel 2019»
Formazione ECM, Lazzari (CNOP) : «Aggiornamento deve essere vissuto come risorsa dai professionisti»
Sileri ha annunciato il no a ulteriori proroghe per la formazione obbligatoria, dal 1 gennaio via alle sanzioni. Il presidente del Consiglio nazionale degli Psicologi chiede di valorizzare l'aggiornamento continuo senza farlo vivere agli iscritti come un mero adempimento burocratico
Francia rimborsa visite psicologiche, Lazzari (CNOP): «In Italia tante parole e pochi fatti, basta bla bla bla»
Il presidente del CNOP, Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, David Lazzari ha salutato positivamente la decisione presa in Francia di rimborsare le visite dallo psicologo nel post pandemia: oltralpe sarà lo Stato a pagarle a tutta la popolazione, a partire dai tre anni. «C’è una epidemia silenziosa di cui nessuno si sta occupando; dopo due […]
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Politica

Il Nobel Giorgio Parisi guida l’appello di 14 scienziati: “Salviamo la Sanità pubblica”

Secondo i firmatari "la spesa sanitaria in Italia non è grado di assicurare compiutamente il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e l'autonomia differenziata rischia di ampliare ...