E la battaglia si combatte anche dal web. Raccolta fondi dalla Ndemic Creations, produttrice di videogiochi on line
Una nuova insidia potrebbe nascondersi dietro le notizie lievemente più rassicuranti delle scorse settimane. Secondo gli scienziati che studiano l’epidemia di Ebola in Guinea, il virus sarebbe in continuo mutamento.
Resta da capire se questo mutamento lo abbia reso meno letale ma più contagioso. E’ a questo che stanno lavorando i biologi dell’Institut Pasteur in Francia (gli stessi che, lo scorso marzo, isolarono il virus), per capire se la mutazione influirà sulle modalità di contagio e sul decorso. “Siamo di fronte a vari casi del tutto asintomatici – sottolinea il genetista Anavaj Sakuntabhai – e le persone che non presentano sintomi rischiano di diffondere maggiormente il virus”. Ma la preoccupazione maggiore è che questa mutazione possa determinare la temutissima modalità di contagio per via aerea, finora esclusa. “Per il momento il metodo di trasmissione è lo stesso, basta evitare il contatto con le persone malate – affermano dall’Institut Pasteur – ma come scienziati non possiamo affermare che non cambierà: forse lo farà”.
E intanto dal mondo della tecnologia arriva un messaggio di solidarietà, molto concreto, nei confronti dei Paesi colpiti. I creatori di Plague Inc., videogioco sviluppato dalla Ndemic Creations che simula pandemie di microrganismi letali per la razza umana, sfruttando il picco di download in concomitanza con l’epidemia di Ebola, hanno organizzato lo scorso novembre una di raccolta fondi per supportare la lotta contro il virus in Africa. Il sito della campagna è stato visitato da ben 800mila utenti e, ad oggi, la cifra raccolta ammonta a circa 76mila dollari (67mila euro) a favore di numerose associazioni impegnate sul campo. Così il capo di Ndemic Creations, James Vaughan: “L’epidemia del virus Ebola è molto preoccupante e ho voluto fare qualcosa per aiutare. La natura stessa del videogioco evidenzia il rischio delle malattie infettive e fa capire ai giocatori l’importanza di intervenire”. Un’idea decisamente innovativa per raggiungere un target ancora inedito di potenziali “combattenti” che, dal mondo virtuale, supportano una battaglia terribilmente reale.