Salute 31 Marzo 2021 17:08

Vaccini, la Campania va avanti con Sputnik (tra le polemiche)

Le dosi di siero russo prenotate grazie all’accordo tra So.Re.Sa e Fondo Russo. Ma l’acquisto effettivo resta subordinato all’approvazione di EMA e AIFA

Uno dei più grandi punti interrogativi di questa fase della lotta al Covid-19 sta riguardando, per tutti i Paese europei, l’approvvigionamento delle dosi dei vaccini disponibili. Motivo per il quale in Italia, dinanzi alle evidenti difficoltà del governo centrale, alcune Regioni stanno cercando di portarsi avanti con la questione. Era successo in Veneto a febbraio, quando il governatore Luca Zaia cercò l’autorizzazione all’approvvigionamento attraverso canali paralleli del vaccino Pfizer, ma la vicenda si esaurì tra le polemiche. Ed è successo nei giorni scorsi in Campania, quando il governatore Vincenzo De Luca ha annunciato nella sua consueta diretta Facebook del venerdì la volontà di ‘andare avanti da soli’. Come? Attraverso la firma di un accordo per l’acquisto del vaccino russo Sputnik V. La Regione Campania ha infatti siglato dei cosiddetti ‘accordi congelati’, che potranno essere attuati non prima che EMA e AIFA avranno dato approvazione al siero prodotto dal Centro nazionale russo di ricerca epidemiologica e microbiologica Gamaleja.

So.Re.Sa, la società della Regione Campania che svolge il ruolo di centrale degli acquisti dei prodotti destinati alle aziende del sistema sanitario regionale, ha affidato all’operatore economico Human Vaccine, rappresentato dal Fondo russo per gli investimenti diretti (Rdif), la fornitura del vaccino anti coronavirus, con determina dirigenziale firmata lo scorso 24 marzo dal dg di So.Re.Sa Mauro Ferrara.

Un contratto siglato a seguito di procedura competitiva con negoziazione affinché, come dichiarato da De Luca, «nell’ambito del Piano regionale di immunizzazione entro l’autunno del 2021 di tutta la popolazione interessata, la possibilità di disporre di altri vaccini aggiuntivi a quelli distribuiti dal Commissario nazionale consentirà una più certa e tempestiva programmazione e somministrazione del vaccino. Il contratto firmato – afferma ancora De Luca – prevede l’immediata esecutività dopo l’approvazione dell’EMA o dell’AIFA. É indispensabile, a questo punto, che le Agenzie di controllo si diano tempi rapidi di verifica e di decisione, adeguati alla gravità della pandemia». Sui contenuti del contratto ci sarebbe poi una clausola di riservatezza. Stando a quanto riportato dal quotidiano Il Mattino, sono top secret il numero di dosi da acquistare, il prezzo e le modalità di distribuzione, pena il risarcimento dei danni.

Un’accelerata, quella della Regione Campania, che non è piaciuta al presidente del Consiglio Mario Draghi il quale in conferenza stampa ha ammonito De Luca: «Starei attento a fare contratti in quanto difficilmente l’approvazione di EMA avverrà prima di tre o quattro mesi. Se va bene il vaccino sarà disponibile nella seconda parte dell’anno».

E se l’iniziativa di De Luca è stata tacciata da più fronti di essere demagogica e propagandistica, oltre che di voler scavalcare gli enti proposti (l’Unione Europea e gli organismi di controllo), la Regione, come riporta l’agenzia Ansa, non intende arretrare di un millimetro. «Se l’EMA o l’AIFA approvano il vaccino – ha spiegato il vicepresidente della Campania Fulvio Bonavitacola durante una trasmissione radiofonica sull’emittente Radiouno – l’accordo diventa efficace e si definiranno le dosi per il fabbisogno di un approvvigionamento integrativo. Io credo che per quanto si possa essere ottimisti, sarà utile anche una scorta integrativa che può giovare anche ad altre Regioni italiane».

Ma soprattutto, la Regione mette in chiaro di non aver giocato sporco: «Ci è stato detto dalle autorità nazionali e dall’Unione Europea che ci sono una platea di fornitori istituzionali: Astrazeneca, Pfizer, Johnson&Johnson e Moderna – prosegue Bonavitacola – e si è vietato di avviare interlocuzioni con questi fornitori in ordine sparso, dicendo che si fa contrattazione dell’Unione Europea. A quel punto si è detto: “Per fornitori diversi non c’è nessun divieto” e noi ci siamo mossi in questo senso, subordinando l’accordo all’ok dell’Agenzia europea e italiana».

 

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