Salute 1 Marzo 2021 09:48

Disabilità, Falabella (FISH): «Ora vaccini a disabili e caregiver. Con l’emergenza famiglie abbandonate»

La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap ha incontrato il neo Ministro alla Disabilità Erika Stefani. Sul piano vaccinale la proposta di dare priorità ai disabili attraverso la legge 104 che delinea lo stato di gravità. Il Presidente Falabella: «Occorre passare da un sistema di protezione a un sistema di riconoscimento dei diritti e di inclusione»

Disabilità, Falabella (FISH): «Ora vaccini a disabili e caregiver. Con l’emergenza famiglie abbandonate»

La via verso una reale parità e un pieno godimento dei diritti fondamentali è ancora lunga per le tante persone con disabilità in Italia. Ad accendere un faro su questo spaccato di società italiana è dal 1994 la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) che nei giorni scorsi è stata ricevuta dal Ministro per la Disabilità Erika Stefani portando le tante richieste che arrivano da pazienti, famiglie e caregiver.

Il nodo dei vaccini

In primis la questione dei vaccini: il secondo step del piano vaccinale prevede in effetti che il vaccino sia somministrato alle persone più fragili e sicuramente tra queste figurano anche quelle con disabilità. «Abbiamo chiesto al ministro Stefani di intercedere con il ministro Speranza e con il Commissario Arcuri affinché all’interno del Piano vaccinale possa essere evidenziata in maniera chiara e precisa la priorità alla vaccinazione delle persone con disabilità, alle loro famiglie, ai caregiver e gli assistenti personali – sottolinea a Sanità Informazione Vincenzo Falabella, Presidente nazionale di FISH -. Abbiamo chiesto di fissare la priorità attraverso l’ancoraggio di una norma nazionale e quindi considerare prioritarie tutte quelle persone riconosciute dall’articolo 3, comma 3 della legge 104 che delinea lo stato di gravità della condizione di disabilità».

Ma quello dei vaccini non è l’unico tema sanitario che sta a cuore a Falabella. L’emergenza Covid ha stravolto i servizi socioassistenziali: molti sono stati chiusi o sospesi lasciando soli i disabili e i loro familiari. «La condizione pandemica ha evidenziato due elementi di criticità del Paese – spiega il Presidente FISH -: il nostro Ssn non ha retto come avrebbe dovuto reggere anche se va dato un plauso ai medici e agli operatori che si sono battuti pagando in prima persona le conseguenze di questa guerra contro un nemico invisibile. L’altro aspetto è la completa assenza del sistema di protezione sociale. Quel welfare che avrebbe dovuto proteggere i più vulnerabili purtroppo non ha protetto. Molte famiglie sono state abbandonate a loro stesse. Un sistema di welfare che avrebbe dovuto proteggere e che invece non ha protetto: i servizi sono stati chiusi, le famiglie abbandonate. Occorre ripensare questo sistema passando da un sistema di protezione a un sistema di riconoscimento dei diritti e di inclusione».

Sulla sanità FISH insiste anche per garantire i Livelli essenziali di assistenza e attraverso il nomenclatore tariffario ausili e presidi per le persone con disabilità. Al centro del colloquio con il ministro Stefani anche il tema delle patologie croniche e il rilancio della sanità territoriale. Tutti temi che potranno trovare risorse importanti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il programma di investimenti che l’Italia deve presentare alla Commissione europea nell’ambito del Next Generation EU.

Dalla “vita indipendente” al “budget di salute”

Ma la condizione delle persone con disabilità passa anche da un miglioramento della qualità della vita e da programmi di assistenza che siano quanto più possibili aderenti alle situazioni del singolo. Proprio nei giorni scorsi FISH è stata ascoltata in Commissione Affari Sociali sul Ddl Budget di salute e ha presentato le sue proposte che rispondono alla richiesta di una cittadinanza piena ed integrale delle persone con disabilità e delle loro famiglie offrendo suggerimenti e indicazioni per ripensare, in questa delicatissima fase del nostro paese, una società più giusta, coesa e rispettosa delle tante diversità.

Ma la parità di condizioni e la piena realizzazione passa anche per il lavoro, tema al centro del colloquio con il Ministro Stefani: «Abbiamo chiesto di attenzionare la possibilità della promulgazione di una norma nazionale sulla “Vita indipendente” con un apposito fondo dedicato perché non si possono fare riforme senza coperture finanziarie – spiega ancora Falabella -. Abbiamo attenzionato il tema della scuola, il tema del lavoro e delle pari opportunità. Andando anche ad evidenziare quella che è la parità di genere: una attenzione particolare alle donne con disabilità. Spesso l’essere donna e il fatto di vivere con una disabilità comporta una discriminazione multipla conseguente sia alla connotazione di disabilità che all’essere donna. Su questo aspetto abbiamo riservato una attenzione particolare».

Resta però l’amarezza delle immagini arrivate nei giorni scorsi da Roma: alla stazione Termini della Capitale un uomo in carrozzina è stato aiutato da alcuni passanti a salire le scale, impossibilitato a farlo in autonomia a causa di un guasto agli ascensori. «Queste immagini devono far riflettere. Se rimangono ancora una volta arginate a situazioni emergenziali non riusciremo a cambiare la cultura di questo Paese che dev’essere una cultura di rispetto. Roma ha violato i diritti e non ha rispettato un cittadino», conclude Falabella.

 

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