Il presidente dell’Ordine dei Medici di Novara Federico D’Andrea: «Per garantire parità di trattamento a tutti i cittadini italiani serve una legge di indirizzo nazionale, così come è stato fatto per le cure palliative»
Regione che vai, sanità che trovi. E chi ha un problema di malnutrizione, per difetto o per eccesso, sarà meglio che si trovi in Piemonte. È qui, infatti, che grazie ad una legge ad hoc, la Regione ha messo in piedi un servizio territoriale interamente dedicato alla nutrizione clinica.
Federico D’Andrea, presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Novara, ai microfoni di Sanità Informazione, racconta i dettagli di questa eccellenza italiana. «In Piemonte, il paziente viene preso in carico per tutte le problematiche ed esigenze che riguardano la nutrizione clinica – ha sottolineato D’Andrea – . Si va dalla cura dell’obesità in tutte le sue forme, alla nutrizione artificiale di ogni tipo, anche domiciliare per le patologie che ne necessitano».
Un servizio capillare, dunque, che non si esaurisce tra le mura delle strutture pubbliche: «Gli specialisti in nutrizione clinica – ha aggiunto il presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Novara – seguono il paziente sia in ospedale, che a casa. Il Sistema Sanitario Regionale garantisce anche la fornitura di tutti i prodotti necessari al trattamento, compresa la presenza domiciliare e gratuita del personale medico e infermieristico specializzato. In tutto il Piemonte – ha aggiunto Federico D’Andrea – sono disponibili 14 servizi di dietetica che, grazie ad un’organizzazione in rete, assicurano parità di trattamento in ogni luogo della regione».
E perché tutto cambia appena si varca il confine piemontese? Che cosa impedisce alle altre Regioni di copiare questo modello? «Mi piacerebbe saperlo – ha risposto il presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Novara – . Abbiamo per anni cercato di diffondere le nostre eccellenze e nonostante questo modello funzioni non è stato duplicato altrove. Pertanto, quando si parla di nutrizione clinica e SSN la criticità più importante resta sempre la stessa: la disparità di servizi offerti a livello territoriale. Come risolverla? – ha chiesto D’Andrea – Cominciando da una legge nazionale, così come è stato fatto recentemente per le cure palliative, che fornisca a tutte le Regioni un indirizzo comune. Lo strumento esiste – ha concluso il presidente – bisogna solo convincere i politici e gli amministratori dell’importanza della nutrizione clinica per la cura e la tutela della salute pubblica».