Salute 9 Febbraio 2018 15:41

Elezioni, l’allarme di Gloria Saccani Jotti: «Lo stato delle nostre istituzioni scientifiche è grave, politica assente da anni»

La professoressa di Patologia a Parma, membro del cda del CNR, è candidata in Lombardia per Forza Italia. Propone programmi di prevenzione diffusi a tutta la popolazione. E chiede di usare i media per «illustrare ai giovani i successi della scienza»

Più posti agli studenti nei corsi di medicina, un programma di prevenzione, più fondi alla ricerca. Saranno queste alcune delle tematiche su cui si impegnerà, in caso di elezione alla Camera, la professoressa Gloria Saccani Jotti, candidata per Forza Italia nel collegio plurinominale Lombardia 1 – Monza – Seregno – Gorgonzola. Per lei parla il curriculum: oltre ad essere professoressa di Patologia clinica all’Università di Parma, è membro del Consiglio di Amministrazione del CNR e dell’Osservatorio Nazionale della Formazione Medica Specialistica. In passato ha ricoperto il ruolo di membro del Consiglio Superiore di Sanità, della Commissione Oncologica Nazionale e della Commissione Nazionale per la Ricerca Sanitaria. «La politica è da anni assente su un tema cruciale come quello della ricerca», spiega a Sanità Informazione la professoressa Saccani.

Professoressa, dopo anni nel mondo medico e accademico, cosa l’ha spinta ad entrare in politica?

«Il nostro Paese è notevolmente al di sotto della media europea per gli investimenti in ricerca e ben lontano dagli obiettivi di Europa 2020. L’Italia si classifica al 17esimo posto tra le nazioni europee per gli investimenti in ricerca e sviluppo rispetto al Prodotto Interno Lordo ed è  preceduta ormai non solo dai grandi attori europei come Germania, Inghilterra e Francia, ma anche da Paesi come Portogallo, Ungheria, Estonia, Repubblica Ceca. Occorre un forte ripensamento nelle politiche di sviluppo del Paese, direi una vera e propria rottura rispetto al lungo periodo di disinvestimenti e tagli indiscriminati ad un settore cruciale per lo sviluppo dell’economia e dell’occupazione qualificata. Sono queste le motivazioni, dopo un lungo periodo di ricerca sul campo, alla base della mia candidatura in Parlamento».

Il mondo della sanità vive un momento delicato, come saprà il 23 febbraio sciopereranno medici e infermieri. Quali sono secondo lei le misure in ambito sanitario che non possono più essere rimandate?

«Esistono vari problemi di estrema urgenza. Citerò, tra gli altri, l’allarme medici di famiglia: sono troppi i pensionamenti rispetto al numero di giovani che concludono il tirocinio, in sei anni mancheranno 21mila medici e in alcune zone d’Italia come al nord è già emergenza. In regione Lombardia un bando per 670 posti ha avuto solo 270 risposte. Occorre aumentare i posti assegnati alle Università italiane per studenti di medicina per le cui iscrizioni vige il numero chiuso. Ma vorrei accennare, al di là dell’urgenza, il mio impegno a favore di una vera e propria rottura nelle strategie sanitarie puntando su interventi di prevenzione diffusi su tutta la popolazione. Senza interventi innovativi per la prevenzione delle malattie croniche debilitanti nel 2040 il Servizio Sanitario Nazionale richiederà più di 100 miliardi di nuovi fondi, una quota insostenibile per le finanze del nostro Paese. La prevenzione e il mutamento degli stili di vita dannosi devono essere perseguiti e promossi con forti attività di comunicazione e informazione alla nostra popolazione. È un tema oggi assai trascurato, sarà il mio campo di battaglia se sarò eletta».

Lei svolge un incarico molto importante, quello di membro del cda del CNR. Qual è lo stato della ricerca scientifica in Italia? Cosa è stato fatto e cosa si potrà fare nei prossimi anni?

«Lo stato delle nostre istituzioni scientifiche, primo il CNR, il maggiore Ente scientifico italiano, è molto grave. Nonostante l’eccellenza dei nostri ricercatori, questo Ente riceve dallo Stato come fondo di dotazione una cifra inferiore a quella di oltre 20 anni fa, con la svalutazione arriviamo a meno della metà rispetto ad un lontano e felice passato. Un fatto inconcepibile in un Paese moderno che non trova riscontro in tutti gli altri Paesi industrializzati. Questa criticità, alla base della fuga dei nostri giovani verso altri Paesi, è per me un forte motivo di impegno. Su questi temi cruciali per il futuro del nostro Paese la politica è da molti anni assente e ormai gli Istituti scientifici devono procurarsi sul mercato i fondi per il pagamento dei servizi essenziali rinunciando spesso all’attività di ricerca, cruciale per competere a livello europeo. Per il successo nei bandi europei occorre dimostrare di avere solidi dati preliminari per sostenere la competizione nei finanziamenti europei. Senza risorse adeguate perdiamo oltre quattro miliardi di euro di fondi europei rispetto ai contributi versati dall’Italia per questo settore».

Negli ultimi anni hanno preso piede nel nostro Paese atteggiamenti se non ostili, sicuramente molto diffidenti verso la scienza, a cominciare dai No Vax. Cosa si può fare per invertire questa tendenza?

«Utilizzare i mezzi di comunicazione (radio, televisione, ecc.) per illustrare alla popolazione e soprattutto ai giovani i successi della scienza in vari settori e come la scienza ha contribuito a migliorare la nostra vita portando quasi al raddoppio della vita media ed eliminando molte gravissime malattie. Programmi come quelli di Piero Angela devono essere potenziati e i nostri migliori giovani scienziati devono essere chiamati a partecipare a programmi che riportino il servizio pubblico ai suoi compiti istituzionali. La BBC rappresenta un forte esempio che è necessario seguire. Informazione, comunicazione e educazione sono i punti essenziali di questa politica».

Articoli correlati
La Sanità è diventata un bene di lusso, cresce l’impoverimento delle famiglie
Secondo il 19° Rapporto del CREA Sanità "al Ssn servono 15 miliardi per non aumentare il distacco dal resto dell’UE, personale carente e sottopagato. Rispetto ai partner EU, il nostro Paese investe meno nella Sanità, aumenta la spesa privata ed è a rischio l’equità del sistema". Digitalizzazione necessaria per le “nuove cronicità"
“Movember”: la Società Italiana di Urologia in Senato per promuovere informazione e prevenzione sui tumori maschili
La Siu ha presentato la sua campagna di informazione e sensibilizzazione sui tumori della prostata e dei testicoli. Al centro del dibattito la necessità di un cambiamento culturale nella percezione che gli uomini hanno della propria salute ma anche le difficoltà dei clinici ad agire senza una normativa specifica che ne tuteli le scelte e le azioni. Il contrappasso è il rischio di una medicina difensiva costosa e inutile.
Donne “cenerentole” della ricerca in Europa, anche se metà dei laureati e dottorati è “rosa”
Le donne rappresentano circa la metà dei laureati e dei dottorati in Europa, ma abbandonano progressivamente la carriera accademica, arrivando a costituire appena il 33% della forza lavoro nel mondo della ricerca, e solo il 26% dei professori ordinari, direttori di dipartimento o di centri di ricerca. È il quadro tratteggiato in un articolo sulla rivista The Lancet Regional Health
Tumori: Rai e AIRC insieme per trasformare la ricerca in cura
"La ricerca cura". E' questo lo slogan della grande maratona di Rai e Fondazione Airc che, come ogni anno, uniscono le forze per trasformare la ricerca sul cancro in cura
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Politica

Il Nobel Giorgio Parisi guida l’appello di 14 scienziati: “Salviamo la Sanità pubblica”

Secondo i firmatari "la spesa sanitaria in Italia non è grado di assicurare compiutamente il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e l'autonomia differenziata rischia di ampliare ...