Lavoro 8 Febbraio 2019 17:19

Napoli, medici del Cardarelli a Grillo e De Luca: «Intervenite, il nostro disagio è al limite. Siamo troppo penalizzati»

L’intersindacale: «Medici del Cardarelli subiscono gravi ed impari penalizzazioni professionali ed economiche. Fondi del Trattamento Accessorio attribuiti dalla Regione regolarmente scippati e non utilizzati per riconoscere i risultati e incentivare le migliori professionalità»

Napoli, medici del Cardarelli a Grillo e De Luca: «Intervenite, il nostro disagio è al limite. Siamo troppo penalizzati»

«Siamo lieti che nella sua visita a sorpresa al Dipartimento di Emergenza del Cardarelli di Napoli il Ministro della Salute Giulia Grillo abbia elogiato lo stato di igiene della struttura e insieme riconosciuto l’enorme mole di lavoro che da troppo tempo ormai – decenni – ricade sulle spalle dei Dirigenti Medici dell’ospedale a fronte di continue criticità organizzative nell’azienda stessa e della rete assistenziale territoriale. E ci uniamo a lei nel sottolineare come sia intollerabile “l’invasione di barelle” nell’ospedale, frutto di un costante flusso di pazienti che nessuna altra struttura del territorio è in grado di curare nell’emergenza. Ma abbiamo il timore che il Ministro non sia a conoscenza dello stato di grave ed impari penalizzazione professionale ed economica dei medici di questo ospedale».  Con queste parole le organizzazioni sindacali dei dirigenti medici (Aaroi-Emac, Anpo, Anaao, Cimo, Cgil, Cisl, Uil, Fassid, Fesmed e Sidirmed) colgono l’occasione della recente visita del Ministro Grillo per rendere note le condizioni di eccessivo sacrificio e disparità di trattamento cui sono sottoposti i medici dell’ospedale, che rischia di favorire un’ulteriore fuga di professionisti dalla sanità locale e certamente di non attrarne di nuovi.

L’intersindacale vuole infatti ricordare alle istituzioni nazionali e locali che «a fronte del miglioramento della qualità della Sanità Campana (rete IMA, rete TRAUMA, rete del piede diabetico, trattamento delle fratture di femore nelle 48 ore, riduzione dei parti cesarei), frutto in particolare dell’abnegazione di quanti lavorano nella principale struttura ospedaliera della regione, gli stessi medici del Cardarelli, e solo loro, subiscono un articolato “scippo” di quei  Fondi del Trattamento Accessorio attribuiti dalla Regione, che dovrebbero costituire il riconoscimento sui risultati e un incentivo per attrarre le migliori professionalità al servizio della salute dei pazienti dell’ospedale».

«E invece – si legge in una nota – da anni tali fondi vengono utilizzati per pagare il lavoro straordinario a fronte di gravi carenze di personale sanitario al fine di assicurare i LEA (livelli minimi di assistenza) di fronte ad un afflusso crescente di pazienti nella struttura, qui dirottati da altre strutture non adeguatamente attrezzate alle cure di emergenza; dagli stessi fondi vengono sottratti 292.000 euro l’anno per pagare la rata di  “riallineamento”, imposta dalla Regione, ma che nessun’altra Azienda, ASL, Presidio Ospedaliero della Regione Campania paga; per anni, fino al 2018, è stata decurtata, sempre dai Fondi del Trattamento Accessorio, la somma di euro 156.000,00 per il pagamento delle indennità dei Capi di Dipartimento, importo che, come previsto dal vigente CCNL, deve essere a carico del Bilancio Aziendale».

«Tale depauperamento del Fondo del Trattamento Accessorio – prosegue l’intersindacale – impedisce all’attuale Amministrazione di assegnare agli aventi diritto i dovuti incarichi professionali, così come previsto dal vigente CCNL, andando a ledere i diritti dei lavoratori nella naturale progressione di carriera, configurandosi un evidente danno professionale.

Le organizzazioni sindacali denunciano dunque al Ministro Grillo e al Presidente della Regione De Luca «l’insostenibilità di questa situazione che colpisce proprio i medici del Cardarelli i quali, più di altri, da anni fanno fronte con responsabilità alla pressante richiesta di salute che converge nella struttura napoletana da tutta la Campania, e chiedono al Presidente della Regione un intervento della massima urgenza a tutela della salute dei cittadini e dei diritti dei lavoratori».

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