Il presidente Sinuc: «Serve un’educazione sanitaria della cittadinanza ed una maggiore preparazione tecnica in materia di nutrizione clinica dei nostri laureati»
«Avanzata per disponibilità di prodotti, arretrata nella pratica medica quotidiana». È questo, in estrema sintesi, lo stato dell’arte della nutrizione clinica in Italia delineato da Maurizio Muscaritoli, il presidente della Sinuc, la Società Italiana di Nutrizione Clinica.
«Oggi – ha spiegato il presidente Muscaritoli – l’industria mette a disposizione dello specialista di nutrizione clinica tecnologie molto avanzate, che consentono di realizzare degli interventi correttivi o preventivi della malnutrizione molto efficaci».
Si va dalle apparecchiature, ai supplementi nutrizionali, fino ai dispositivi. «Pensiamo ad esempio a tutti i prodotti per la cosiddetta nutrizione enterale (tramite il sondino) o quella parenterale (per via venosa). Ancora – ha aggiunto lo specialista – ai cosiddetti alimenti diretti ai fini medici speciali, supplementi nutrizionali orali fondamentali per quei pazienti che non riescono ad alimentarsi sufficientemente per via naturale. Meritevoli di menzione – ha continuato il presidente Sinuc – tutti quei dispositivi grazie ai quali la nutrizione artificiale può essere praticata: sondini naso-gastrici prodotti con materiale bio-compatibile molto ben tollerato, gastrostomie o digiunostomie sofisticate, cateteri venosi centrali ad altissima tolleranza, sistemi infusionali ad alta precisione». E infine l’ausilio della tecnologia: «Anche la telemedicina – ha commentato lo specialista – è una risorsa molto importante se applicata alla nutrizione clinica perché consente di monitorare a distanza i pazienti metabolicamente instabili».
L’industria italiana, dunque, non è seconda a nessuno dei Paesi europei. Ma una produzione avanzata da sola non basta a creare un servizio altrettanto all’avanguardia. «Il nostro Paese – ha spiegato Muscaritoli – è sicuramente indietro per quanto riguarda l’implementazione dei percorsi di nutrizione clinica nella pratica medica quotidiana. Pur avendo a disposizione prodotti e presidi di alto valore e di elevata efficacia mancano dei percorsi specifici che ne prevedano l’impiego». Problema che per il presidente della Società Italiana di Nutrizione Clinica potrebbe essere risolto innanzitutto attraverso un’opera di sensibilizzazione. «È necessario aumentare la consapevolezza, sia tra la classe medica che tra la popolazione in generale – ha sottolineato Muscaritoli – sui rischi connessi ai problemi di malnutrizione, in eccesso e in difetto. Serve un’educazione sanitaria della cittadinanza – ha concluso – ma anche una preparazione tecnica dei nostri laureati in medicina e di tutti gli altri professionisti sanitari che lavorano a contatto con pazienti che hanno problemi nutrizionali».