Tracy Beth Høeg dell’Università della California, San Francisco, e il suo team di ricerca hanno affermato che c’è una buona probabilità che il Long Covid sia stato sovrastimato. Le conclusioni del loro lavoro hanno sollevato un polverone di polemiche all’interno della comunità scientifica
I pazienti con Long Covid presentano chiare differenze nella funzione immunitaria e ormonale rispetto alle persone senza sindrome post-infezione. Questo significa che nel plasma potrebbero esserci molecole specifiche in grado di aiutarci a identificare coloro che hanno il Long Covid da chi no
Anche la durata dell’infezione è un importante fattore predittivo del Long Covid, responsabile della persistenza dei sintomi anche dopo settimane e mesi dalla fine della malattia. A dimostrarlo è uno studio italiano
Nella metà dei casi, i pazienti ricoverati per Covid-19 con conseguente danno cardiaco soffrono di complicanze al cuore per diversi mesi dopo le dimissioni. Un gruppo di ricercatori Humanitas ha studiato il meccanismo all’origine del fenomeno: una reazione autoimmune che potrebbe spiegare la varietà delle manifestazioni – anche non cardiache – del Long Covid. I risultati pubblicati su Circulation.
C’è un nuovo buon motivo per vaccinarsi contro Covid-19. Tra coloro che si sono sottoposti alle iniezioni, infatti, le possibili sequele dell’infezione sarebbero quasi identiche a quelle di una comune influenza. O almeno è questo quanto emerso da uno studio condotto a Queensland (Australia), che ha vaccinato il 90 per cento della popolazione
Anche in caso di reinfezione è possibile sviluppare il Long Covid, la sindrome che insorge anche molte settimane dopo l’infezione acuta. Tuttavia, è più probabile svilupparla alla prima infezione piuttosto che alla seconda, almeno secondo una ricerca britannica
Le zone del cervello maggiormente colpite sono risultate essere la corteccia frontale, parietale e temporale. Inoltre è apparso come le aree cerebrali colpite fossero più estese nell’emisfero destro.
I pazienti con Long Covid hanno maggiori probabilità di soffrire di disturbi del sonno. Un gruppo di ricercatori della Cleveland Clinic ha scoperto che il 41% dei pazienti con la sindrome post-infezione da coronavirus presentava problemi del sonno da moderati a gravi
Sono passati più di tre anni da quando è scoppiata la pandemia nel Mondo e in Italia. Da allora sono circa 26 milioni gli italiani contagiati. «Nella maggior parte dei casi si guarisce dopo qualche mese, ma ci sono pazienti che anche a distanza di 3 anni continuano a stare male», racconta Matteo Tosato, responsabile dell’Unità operativa Day Hospital post-Covid, Fondazione Policlinico Gemelli Irccs di Roma
Alla lunga lista di disturbi legati al Long Covid, un gruppo di ricercatori della Dartmouth University ha aggiunto la prosopagnosia persistente, che consiste nell’incapacità di riconoscere i volti di persone care o note. La teoria degli studiosi si basa sul caso di una paziente, poi verificate su altre persone con la sindrome post-infezione
Dagli Usa è partita una grossa mobilitazione sui social. Le vittime del Long Covid, provenienti da tutto il mondo, si sono unite e hanno lanciato il Long Covid Awareness Day, una Giornata internazionale della consapevolezza sul Long Covid, che si celebra il prossimo 15 marzo. Il simbolo è un nastro tricolore grigio, nero e verde
Un comune ed economico farmaco per il diabete potrebbe porre fine, o quasi, all’emergenza Long Covid, la sindrome post-infezione che colpisce milioni di persone nel mondo. Uno studio clinico dell’Università del Minnesota ha scoperto che la metformina, assunta da circa 20 milioni di diabetici di tipo 2 negli Stati Uniti, ha ridotto del 42% il rischio che una persona sviluppi il Long Covid
Dopo più di tre anni di pandemia i casi di reinfezione si sono moltiplicati in tutto il mondo e anche in Italia. Secondo le attuali evidenze scientifiche le reinfezioni potrebbero essere tutt’altro che innocue, soprattutto per le persone più fragili
L’antivirale Paxlovid sviluppato contro Covid-19, non solo riduce le probabilità di ospedalizzazione e morte, ma diminuisce anche il rischio di sviluppare il Long Covid. Almeno questo è quanto emerso da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori del Dipartimento Veterans Affairs degli Stati Uniti
Realizzata dal Gruppo San Donato, l’iniziativa vuole fare una fotografia dello stato di salute della popolazione femminile post Covid. Serenella Castelvecchio (responsabile Prevenzione Cardiovascolare e medicina di genere): «Lavoro necessario per cure sempre più personalizzate»
Uno studio tutto italiano condotto per 12 mesi denuncia un aumento dei sintomi psichiatrici. La Sinpf denuncia «una situazione difficilissima per la psichiatria italiana alle prese con un drammatico calo di risorse, strutture, personale e completamente dimenticata dal PNRR»
I sintomi delle reinfezioni tendono a essere più lievi, anche se non si possono escludere forme gravi della malattia. I più comuni sono: affaticamento, febbre, tosse e mal di gola
Le reinfezioni mentre si è alle prese con il Long Covid saranno sempre più comuni. E questo può portare a un peggioramento dei sintomi
La durata dei sintomi collegati al Long Covid può essere molto variabile: si va da qualche settimana fino anche a 24 mesi
Uno studio del Medical College of Georgia ha rilevato quali sono i sintomi più segnalati dai pazienti a più di quattro mesi dal Covid-19. I principali sono stanchezza e mal di testa, seguono dolori muscolari, tosse, alterazioni dell’olfatto e del gusto, febbre, brividi e congestione nasale
A distanza di oltre due anni dall’inizio della pandemia Carlo Roberto Rossi presidente dell’Ordine dei Medici di Milano chiede che venga riconosciuto un risarcimento ai famigliari dei medici deceduti a causa del Covid e a coloro che hanno una invalidità permanente per effetto del long Covid
Un’inchiesta condotta dal The British Medical Journal e da ITV News ha fatto luce su un fenomeno molto preoccupante: la migrazione di migliaia di pazienti con Long Covid verso paesi che offrono trattamenti costosi e molto probabilmente inutili
Negli Stati Uniti è stato documentato quello che possiamo definire il primo caso di «Covid cronico». Un uomo del Connecticut, già malato di cancro, è positivo da più di 470 giorni. Oltre un anno. A descrivere il caso è stato un gruppo di ricercatori della Yale University in uno studio riportato su MedRxiv, in attesa di revisione. Dopo ulteriori indagini, gli scienziati hanno anche scoperto che nel sangue del paziente circolavano tre diversi varianti del virus, di cui una ritenuta estinta
Il protocollo italiano, messo a punto dalla neuroscienziata Arianna Di Stadio, per recupare il gusto e l’olfatto persi a causa del Long Covid viene esportato all’estero. Precisamente negli Stati Uniti, in Spagna e in Germania
Uno studio del King’s College London ha dimostrato che il rischio di sviluppare il Long Covid è più basso con Omicron
Ericka dopo due anni dalla malattia ancora non riesce a riprendere il lavoro perché le sono state diagnosticate diverse patologie: dalla stanchezza cronica, alla perdita di memoria, fino alla tachicardia e all’insonnia
Il Rettore Salvatore Cuzzocrea al 15th World Congress on Inflammation (5-8 giugno, Roma): «Nonostante i numerosi dubbi ancora da chiarire sul Long Covid, ad oggi sappiamo che il trattamento precoce della neuroinfiammazione ricopre un ruolo chiave nella prevenzione dei disturbi post Covid di natura neurologica e psichiatrica»
Uno studio del Cnr indica, nei giovani che si sono ammalati, nuovi e precoci biomarcatori, potenzialmente predittivi del Long Covid
La presidente della SIP Annamaria Staiano: «Il filo conduttore di questa edizione sarà la partecipazione dei giovani alla ricerca scientifica che, con l’innovazione tecnologica, rappresenta la chiave di volta per la cura di malattie croniche e rare, che riguardano circa il 20% della popolazione pediatrica»
Il Long Covid non risparmia neanche i bambini. Molti i sintomi: da affaticamento persistente a mal di testa fino a problemi di concentrazione, diarrea, mal di stomaco e altri ancora