La docente di Biologia Vegetale e di Botanica Farmaceutica spiega: «Quasi il 50% degli integratori presenti sul mercato sono a base vegetale». E aggiunge: «Per consigli rivolgersi al farmacista o a un erborista laureato, non c’è obbligo di prescrizione medica»
Mens sana in corpore sana, dicevano gli antichi romani. Se sul fine tutti siamo d’accordo, ci si può dividere sul come raggiungere un buono stato di forma fisica. Per tante persone, sono imprescindibili gli integratori alimentari, ancora di più se a base di erbe. Sono i cosiddetti ‘botanicals’, che non hanno bisogno di una prescrizione medica, e possono essere acquistati anche al supermercato. Senz’altro utili per supportare un corretto regime alimentare, ma non privi di rischi. «Certamente le piante possono dare effetti collaterali e in effetti all’interno degli integratori le aziende possono usare soltanto determinate piante che il Ministero della Salute ha già validato in anticipo», sottolinea a Sanità Informazione Maria Laura Colombo, docente di Biologia Vegetale e di Botanica Farmaceutica presso l’Università di Torino. «Quasi il 50% degli integratori presenti sul mercato sono a base vegetale – ricorda Colombo – perché anche il consumatore medio italiano desidera l’apporto non soltanto di vitamine e sali minerali ma anche delle piante per migliorare propria dieta». Allora per difendersi è fondamentale «leggere le etichette» e magari farsi consigliare da un bravo erborista, sempre controllando «che sia laureato».
Professoressa, cosa si intende esattamente per botanical?
«Per botanical si intende proprio la materia prima vegetale. Possono essere radici, foglie, un fungo, delle alghe che sono poi manipolate per essere poste all’interno di un integratore alimentare».
Quali sono le proprietà delle piante?
«Sono molteplici. Soprattutto in Italia vi è una forte tradizione erboristica ed è per questo che moltissimi integratori, quasi il 50% di quelli presenti sul mercato, sono a base vegetale, perché anche il consumatore medio italiano desidera l’apporto non soltanto di vitamine e sali minerali ma anche delle piante per migliorare la propria vita e la propria dieta».
Non è vero che naturale equivale a sicuro. Come facciamo a districarci in questo ambito? Bisogna comunicare con il medico? Le piante possono dare effetti collaterali o siamo sicuri su questo visto che sono vegetali?
«Certamente le piante possono dare effetti collaterali e in effetti all’interno degli integratori le aziende possono usare soltanto determinate piante che il ministero ha già validato in anticipo. In alcuni casi il ministero ha previsto di porre delle avvertenze sull’etichetta e poi ricordiamo che comunque l’integratore alimentare è un prodotto in libera vendita tanto è vero che il consumatore italiano lo trova al supermercato, in erboristeria, in farmacia perciò non è il medico che lo deve prescrivere. Molti medici li prescrivono se lo ritengono necessario, però il consumatore può rivolgersi al farmacista o all’erborista: stiamo bene attenti che l’erborista a cui ci si rivolge sia un erborista laureato e non una persona qualsiasi. Anche se il consumatore decide di acquistare in modo autonomo nei supermercati ci sono degli ottimi prodotti. In quel caso è meglio consigliare il consumatore di leggere bene l’etichetta perché al supermercato si trova da solo. Eventuali avvertenze per quanto riguarda le piante vanno lette personalmente e attentamente».
Però il sistema di sorveglianza c’è in erboristeria, in farmacia come al supermercato?
«Certamente. I prodotti sono pressochè i medesimi. Sono in libera vendita, bisogna avere sempre l’avvertenza di leggere sempre le etichette, di consigliarsi, di ragionare. È chiaro che se uno si rivolgesse a una persona di fiducia, un erborista laureato, un farmacista, un medico sarebbe meglio. Però la legge europea, non italiana, prevede che questi siano prodotti in libera vendita».