Salute 14 Giugno 2023 12:57

Covid: resta una minaccia per chi soffre di patologie polmonari croniche

Corsico (penumologo): «La vaccinazione di massa ha cambiato lo scenario ma dobbiamo mantenere alta l’attenzione sui rischi della patologia per i pazienti fragili, in un quadro di risorse ridotte per la salute respiratoria»

Covid: resta una minaccia per chi soffre di patologie polmonari croniche

È online sul sito di Cittadinanzattiva la guida “Covid, Long Covid e fragilità: Teniamo alta l’attenzione!” pubblicata all’interno del programma “BE A.W.A.R.E” (Be Active citizens for Widespread Awareness, infoRmation and Education). Informare e accrescere la conoscenza e la consapevolezza della popolazione sui rischi di sviluppare forme severe di Covid-19, in particolare per le persone con fragilità o con specifiche condizioni di salute: questo l’obiettivo della guida messa a punto da Cittadinanzattiva, disponibile anche in lingua inglese, e che contiene la lista dei 113 ambulatori territoriali per il trattamento del long Covid, i riferimenti per la tutela, e informazioni aggiornate su: fine pandemia e “nuova normalità”, il “long Covid”, il punto sulla vaccinazione anti Covid-19, l’impatto della malattia sui pazienti fragili, i fattori di rischio e la profilassi, la vaccinazione anti Covid-19 in gravidanza, allattamento e in età pediatrica.

Il contributo degli pneumologi

«A questo programma, la Società Italiana di Pneumologia – Italian Respiratory Society SIP/IRS ha partecipato attivamente ai tavoli – spiega il professor Angelo Guido Corsico, direttore dell’UO Pneumologia Policlinico di San Matteo Università di Pavia -. Assieme a diversi esponenti della Comunità e delle Società scientifiche abbiamo messo a punto questo opuscolo per mantenere alta l’attenzione della cittadinanza e, soprattutto, delle persone fragili che sono ancora a rischio. Anche se oggi il panorama in acuzie e in post covid è profondamente cambiato rispetto al 2020, grazie alla vaccinazione di massa che è stata eseguita, tuttavia il virus, però, è ancora presente – prosegue il professore -. In soggetti affetti da patologie polmonari croniche (come BPCO, discrasia polmonare, enfisema, malattie polmonari interstiziali, embolia polmonare, asma grave, ipertensione polmonare, etc.) l’infezione può aggravare una situazione respiratoria e potenzialmente può lasciare degli strascichi dannosi».

Pneumologi: attenti ai pazienti fragili

Il progetto di Cittadinanzattiva vuol essere dunque, da una parte, uno strumento informativo per queste persone affinché non abbassino il livello di attenzione e prevenzione rispetto al Covid; dall’altra, rappresenta un pungolo affinché il Servizio Sanitario Nazionale non si dimentichi della salute respiratoria ora che è passata l’emergenza pandemica. Anzi, «ora che gli ambulatori Covid sono stati chiusi e che l’attenzione è rivolta a recuperare il gap diagnostico accumulato, sarebbe opportuno destinare in anticipo risorse e medici pneumologi per presidiare la salute dei pazienti fragili, ed evitare che possano verificarsi nuove ma già vissute condizioni di emergenza sanitaria», aggiunge il direttore dell’UO Pneumologia Policlinico di San Matteo Università di Pavia.

Malattie respiratorie: un problema mondiale

Più in generale, è il ruolo della pneumologia in Italia a dover essere preso in esame. «Le malattie respiratorie sono uno dei principali problemi sanitari mondiali e causano un sesto di tutte le morti. In Italia, la salute respiratoria sta peggiorando, molto probabilmente per effetto dell’inquinamento atmosferico, con una crescita di asma, rinite allergica, infezioni respiratorie e broncopatie. Ma – sottolinea Corsico – dopo la centralità riconosciuta ai pneumologi durante la pandemia, la disciplina è scesa nella lista delle priorità. Il nuovo tariffario nazionale per le prestazioni ambulatoriali prevede infatti un drastico ribasso, anche del 30/40%, per le visite e gli esami pneumologici. Per esempio, un importante esame come l’emogasanalisi – prelievo di sangue arterioso che serve a misurare la quantità di ossigeno presente nel sangue e che necessita di una siringa speciale – oggi è valutato 7 euro contro i 14 di prima. A fronte di questi tagli lineari – conclude il professore – sarà sempre più difficile, anche per le Regioni, conciliare il bisogno di cura con gli obiettivi di bilancio».

 

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