Salute 10 Luglio 2023 15:59

Colera: un caso in Sardegna dopo 50 anni. Pensionato ricoverato, sta bene

Burioni: «Il colera è molto raro nei paesi occidentali, si trasmette difficilmente da persona a persona. Il contagio avviene quasi sempre attraverso alimenti crudi, in particolare frutti di mare, che se cotti sono invece sicuri». In attesa degli esami sul campione da parte dell’Iss

Colera: un caso in Sardegna dopo 50 anni. Pensionato ricoverato, sta bene

«Il pensionato 71enne risultato positivo al vibrione del colera sta bene. Appena si sarà negativizzato verrà dimesso. Abbiamo mandato un campione del batterio all’Istituto superiore di sanità per analizzare il fenotipo e giovedì sapremo meglio con quale vettore è venuto in contatto il paziente. Per ora si possono fare solo ipotesi di scuola». A dare la buona notizia, all’Adnkronos Salute, è Goffredo Angiomi, direttore Sc malattie infettive ospedale Ss Trinità dell’Asl di Cagliari, dove è ricoverato il 71enne.

Primo caso dal 1973

Il colera è tornato in Sardegna dopo cinquant’anni: l’ultimo caso risale al 1973. «Il colera è molto raro nei paesi occidentali, si trasmette difficilmente da persona a persona. Il contagio avviene quasi sempre attraverso alimenti crudi, in particolare frutti di mare, che se cotti sono invece sicuri», dice il virologo Roberto Burioni, dell’Università Vita Salute San Raffaele di Milano, commentando il caso su Twitter.

Ricoverato per altre cause

«Nei casi di colera, il principale problema è la forte disidratazione che può essere un rischio per gli anziani e i bambini – spiega Angiomi – Il 71enne è arrivato da noi disidratato, è stato assistito e poi è stata fatta una terapia antibiotica di brevissima durata. Il paziente era stato ricoverato per altre cause, ma dopo gli approfondimenti è emersa la positività al colera»

Attenzione ai cibi crudi

Anche Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova ha commentato l’accaduto in un’intervista all’Adnkronos: «Se dopo 50 anni torna il colera in Sardegna, non è una bella notizia. Non si tratta di fare allarmismo, ma capire cosa non ha funzionato in un Paese fortemente evoluto come l’Italia: magari nel sistema delle acque reflue o nel controllo igienico-sanitario. Spero e mi auguro che la persona si sia contagiata attraverso i frutti di mare e non per altra via perché se fosse così sarebbe peggio. Il vibrione del colera purtroppo può essere presente nelle acque e questo deve farci fare una considerazione generale – conclude Bassetti – non sottovalutare l’episodio ed evitare di mangiare frutti di mare crudi e il pesce va cotto».

 

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