Salute 3 Maggio 2024 12:28

Bambini in pandemia, il Report dell’Oms: “Più cibo spazzatura e vita sedentaria”

Secondo lo studio, basato su rilevazioni in 17 Paesi nell’anno scolastico 2021-2022, durante la pandemia circa il 35% dei bambini tra i sette e i nove anni ha aumentato il tempo trascorso a guardare la televisione, a giocare online o a usare i social media

Bambini in pandemia, il Report dell’Oms: “Più cibo spazzatura e vita sedentaria”

È aumentato il consumo di alimenti sani, come la frutta e la verdura fresca, ma è cresciuto ancor di più quello dei cibi poco salutari, come snack salati e dolci, soprattutto in età scolare. Durante la pandemia da Covid-19, tra i bambini c’è stato un calo dell’attività fisica di quasi il 30% e un conseguente aumento delle ore trascorse seduti, davanti alla tv, ai videogiochi, a pc, tablet e social media. Per molti giovani e bambini questo radicale cambiamento delle abitudini ha avuto due specifiche conseguenze: una diminuzione del benessere complessivo e un aumento del peso corporeo. A dimostrarlo è il “Report on the impact of the Covid-19 pandemic on the daily routine and behaviours of school-aged children”, pubblicato dall’Ufficio europeo dell’Oms.

Come il Covid-19 ha cambiato le abitudini (in peggio)

Secondo lo studio, basato su rilevazioni in 17 Paesi nell’anno scolastico 2021-2022, durante la pandemia circa il 35% dei bambini tra i sette e i nove anni ha aumentato il tempo trascorso a guardare la televisione, a giocare online o a usare i social media. Per il 28% si è ridotto quello trascorso all’aperto durante i giorni feriali, la stessa percentuale nel weekend scende al 23. Il 42% dei giovani intervistati ha confessato di sentirsi meno felice e il 20% più solo. È raddoppiata, passando dall’8 al 16%, la percentuale di genitori che ritengono che i propri figli siano in sovrappeso. La pandemia ha, dunque, influito negativamente sulla salute dei bambini a livello globale. Ad aggravare la situazione di coloro che si trovavano già prima della pandemia in una condizione di obesità o di sovrappeso anche l’interruzione dell’erogazione di visite ed esami diagnostici non urgenti. Per gli esperti è probabile che pure “la chiusura della scuola abbia modificato, in negativo, gli stili di vita dei più giovani”.

Le buone abitudini

Ma qualche buona notizia c’è: “grazie” alla pandemia è aumentato del 30% il consumo dei pasti cucinati in casa e un quarto dei genitori ha messo i propri figli ai fornelli, sperimentando insieme la preparazione anche di nuove ricette. Questo trend è risultato particolarmente significativo in Italia, Paese in cui l’abitudine di cucinare con i bambini è aumentata del 40%. Tuttavia, è sempre tra gli italiani che è cresciuta la pratica di ordinare il cibo via app (+25%) e si è ridotto il tempo trascorso fuori (-40%). Ancora, sono i genitori del Belpaese a lamentarsi più di prima dell’aumento del sovrappeso dei propri figli, passando dai 10 punti percentuali pre-pandemia ai 25 attuali.

Come prepararsi a future emergenze

I dati emersi dal Report, così come esplicitato dagli stessi autori nelle conclusioni “sottolineano la necessità di fornire sostegno agli Stati membri per rispondere e gestire le conseguenze negative della pandemia, nonché per prepararsi al meglio alle future emergenze. È fondamentale -spiegano gli esperti – che, per il futuro i piani di preparazione alle emergenze prendano in considerazione anche i fattori di rischio delle malattie non trasmissibili, garantendo ai bambini un adeguato accesso ad alimenti sani ed all’attività fisica”. Tra le possibili aree di intervento indicate dall’ufficio europeo dell’Oms alcune restrizioni nell’ambito del marketing e della pubblicità dei prodotti non salutari, così come un’indicazione specifica da riportare sull’etichetta. Ancora, per gli autori del Report è necessario “incoraggiare l’attività fisica sia attraverso campagne di sensibilizzazione, che la creazione di luoghi e spazi sicuri dove svolgerla”. Per gli esperti da non trascurare nemmeno la salute mentale, attraverso azioni di promozione e prevenzione, anche con un ampliamento dell’offerta, e quindi dell’accesso, di iniziative a sostegno della famiglia e della genitorialità. A completare il Report i dati sulla crisi economica legata alla pandemia: la percentuale di famiglie che quasi non ce la fa ad arrivare alla fine del mese è passata dal 3,3% all’11,8%.

 

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