Voci della Sanità 5 Dicembre 2018 17:39

Rivaroxaban, risultati positivi per la prevenzione di tromboembolismo venoso in pazienti oncologici

Bayer e il suo partner di sviluppo Janssen Research & Development, LLC hanno annunciato la presentazione dei risultati dello studio di Fase 3 CASSINI sull’impiego dell’anticoagulante orale rivaroxaban, per ridurre il rischio di tromboembolismo venoso (TEV) in pazienti oncologici ambulatoriali ad alto rischio, in terapia sistemica oncologica. Nonostante l’endpoint primario composito di TEV e mortalità […]

Bayer e il suo partner di sviluppo Janssen Research & Development, LLC hanno annunciato la presentazione dei risultati dello studio di Fase 3 CASSINI sull’impiego dell’anticoagulante orale rivaroxaban, per ridurre il rischio di tromboembolismo venoso (TEV) in pazienti oncologici ambulatoriali ad alto rischio, in terapia sistemica oncologica. Nonostante l’endpoint primario composito di TEV e mortalità associata non sia stato raggiunto, è stata osservata una riduzione clinicamente rilevante e nominalmente significativa degli eventi di TEV nel periodo di trattamento, con esiti di sicurezza simili a quelli riscontrati con il placebo.

I risultati dello studio CASSINI sono stati presentati tra gli Studi Clinici Late-Breaking al Congresso Annuale della Società Americana di Ematologia a San Francisco (1 – 4 dicembre) e vanno ad aggiungersi alle evidenze a favore dell’uso di rivaroxaban in pazienti oncologici. I risultati dello studio SELECT-D, annunciati lo scorso anno, avevano evidenziato una riduzione delle recidive di TEV e basse percentuali di emorragia maggiore in pazienti con malattia oncologica attiva e TEV in terapia con rivaroxaban, rispetto allo standard terapeutici.

Chi è affetto da malattia oncologica attiva ha un rischio di TEV da quattro a sette volte superiore rispetto a coloro che non hanno queste patologie. Rischio che la chemioterapia può acuire ulteriormente. Quasi un quinto dei casi di TEV presentano una patologia oncologia e la gestione efficace di questo tipo di pazienti comporta, tra l’altro, anche un forte dispendio di risorse sanitari.

«Sebbene l’endpoint primario di efficacia non sia stato raggiunto, una riduzione degli eventi di TEV osservata nei pazienti durante il trattamento con rivaroxaban rispetto al placebo fornisce importanti informazioni in questo contesto. Gli esiti di sicurezza in questo gruppo di pazienti ad alto rischio di eventi è, inoltre, rassicurante – ha dichiarato Alok A. Khorana, Professore di Medicina del Clinic Lerner College of Medicine di Cleveland – . I pazienti oncologici presentano un rischio molto elevato di tromboembolismo, con conseguenze che vanno dalla necessità di ricovero ospedaliero e, talvolta, alla mortalità».

Nella popolazione intention to treat (ITT), nel periodo di studio, l’esito primario d’efficacia si è verificato in 37 pazienti su 421 (8,79%) nel gruppo placebo, e in 25 pazienti su 420 (5,95%) trattati con rivaroxaban 10 mg una volta/die. L’analisi prestabilita ITT sul periodo di trattamento ha valutato tutti gli eventi che si sono verificati mentre il paziente era in trattamento (+ 2 giorni). Quest’analisi ha riscontrato una riduzione degli eventi di TEV nominalmente significativa pari al 60% nei pazienti in terapia con rivaroxaban rispetto al gruppo a placebo.

Per quanto riguarda l’esito principale di sicurezza, i casi di sanguinamenti maggiori, così come definito dalle Linee Guida della Società Internazionale di Emostasi e Trombosi (ISTH), sono stati molto contenuti in entrambi i bracci dello studio, e hanno riguardato 4 pazienti su 404 (0,99%) nel braccio a placebo, e 8 pazienti su 405 (1,98%) nel gruppo trattato con rivaroxaban; questo risultato non è stato statisticamente significativo. Le analisi di sicurezza sono state condotte nel periodo di trattamento esclusivamente su pazienti che hanno ricevuto almeno una dose del farmaco in studio.

«Siamo soddisfatti della presentazione di questi risultati che approfondiscono ulteriormente le nostre conoscenze sui benefici di rivaroxaban in pazienti oncologici – ha dichiarato Michael Devoy, Chief Medical Officer di Bayer AG -. Continueremo le nostre valutazioni sull’uso di rivaroxaban in questa popolazione di pazienti, con il nostro programma di studi clinici in corso denominato CALLISTO e attendiamo ulteriori risultati».

Articoli correlati
Tumori: test genomici sottoutilizzati e gravi disparità regionali, 14 punti per ridefinire gli standard
Una ricerca condotta da Cipomo con il contributo di Cergas SDA Bocconi, ha rilevato gravi disparita regionali in Italia nell'accesso e nell'organizzazione dell'oncologia di precisione
di V.A.
Tumori: 60% delle strutture poco connesse al territorio. Cipomo: “Più sinergia per presa in carico del paziente”
Iperspecializzate, multidisciplinari ma ancora poco "connesse" con il territorio. È l’identikit delle strutture di oncologia medica italiane. Pur inserite all’interno di un dipartimento oncologico (67%), le strutture soffrono negli aspetti organizzativi interni e nella gestione del percorso del paziente dall’ospedale al territorio. Meno della metà (circa 40%) ha una connessione strutturata con i dipartimenti di prevenzione primaria e secondaria e con centri screening; una cartella informatizzata manca nel 66% delle strutture, ed è condivisa con il territorio solo nell’8% dei casi. Sono questi alcuni dati preliminari di un'indagine che il Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri (Cipomo) ha presentato al congresso dell'Aiom
di V.A.
Anemia da malattia renale cronica, un peso da alleggerire
Promuovere la conoscenza dell'Anemia, fare una diagnosi tempestiva, gestire il paziente con malattia renale cronica in maniera multidisciplinare, realizzare una presa in carico in maniera omogenea sul territorio e monitorare l'Anemia lungo tutto il percorso del paziente sono le proposte per salvaguardare qualità di vita delle persone con Anemia da malattia renale cronica.
Tumori: in Italia 1740 associazioni di pazienti e caregiver, numero 1 in Europa
Oltre 1.740 associazioni oncologiche di pazienti e caregiver censite in Italia solo nel 2023. Il nostro paese detiene dunque il record europeo in proporzione al numero di abitanti. Sono i dati «di capillarità» del primo Libro Bianco sul mondo del volontariato oncologico, promosso e redatto da ROPI
Tumore al seno, dopo la diagnosi 1 donna su 4 smette di lavorare e rinuncia alla possibilità di avere figli
Fondazione Onda fotografa il vissuto e i bisogni delle donne con la malattia HER2+. Cambia inoltre la percezione del tempo: il 37 per cento da più valore alle piccole cose e al tempo in generale (30 per cento), ma quasi la metà dichiara di aver paura per il futuro e di percepire negativamente il tempo dedicato alla cura della malattia (20 per cento)
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Politica

Il Nobel Giorgio Parisi guida l’appello di 14 scienziati: “Salviamo la Sanità pubblica”

Secondo i firmatari "la spesa sanitaria in Italia non è grado di assicurare compiutamente il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e l'autonomia differenziata rischia di ampliare ...