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Prevenzione 7 Luglio 2023

Fratture da fragilità, quanto calcio integrare per ogni fase della vita?

Nel corso di formazione “Alimentazione e integrazione: dai biomarcatori all’approccio nutrizionale per il paziente” i consigli e le indicazioni per prevenire il rischio di fratture da fragilità

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Lo scheletro non è un mero sistema di leve che consente alle persone di muoversi o di mantenersi in posizione eretta. Le ossa che lo compongono hanno infatti diverse funzioni: proteggono gli organi interni, trasmettono suoni, costituiscono una riserva di minerale, permettono il metabolismo energetico e del fosfato, sono di supporto per generare pressione negativa per la respirazione e tanto altro. È dunque un tipo di tessuto da tenere in buona salute. La patologia principale dello scheletro è l’osteoporosi. Parliamo di una condizione caratterizzata da bassa massa ossea e deterioramento della microarchitettura ossea determinante un più elevato rischio di frattura. Ciò aumenta l’incidenza delle fratture da fragilità, ovvero quelle fratture che avvengono per un trauma minimo che, nella maggioranza degli altri casi, non avrebbe determinato la frattura.

L’argomento viene trattato nel corso di formazione “Alimentazione e integrazione: dai biomarcatori all’approccio nutrizionale per il paziente” (responsabile scientifico dottor Andrea Ghiselli, past president della Società italiana di Scienze dell’alimentazione), presente sulla piattaforma di Consulcesi Club (15 crediti ECM). Il corso affronta il tema della corretta alimentazione e dell’eventuale supplementazione necessaria in caso di situazioni particolari (sportivi, anziani, soggetti fragili eccetera), in cui la sola alimentazione, per vari motivi, non è sufficiente a soddisfare i fabbisogni. Il corso tratta di diversi temi: biomarcatori, metabolomica, microbiota, sarcopenia, celiachia, osteoporosi, dieta chetogenica, integrazione di calcio e vitamina D, sovrappeso/obesità, stress ossidativo e tanto altro.

Osteoporosi, prevenzione primaria e integrazioni alimentari

L’essere umano ha un picco di massa ossea tra i 20 e i 30 anni e che dura fino ai 40. Successivamente, cala in entrambi i sessi. L’arrivo della menopausa farà calare maggiormente la densità minerale ossea nelle donne, che diminuirà progressivamente negli anni a seguire.

Nel 2012 la Commissione europea ha concluso che calcio, fosforo, magnesio, manganese, zinco, vitamina D e K sono necessari per mantenere le ossa in condizioni normali. Questi nutrienti sono contenuti, seppur in quantità variabili, nel latte e nei suoi derivati.

Quanto calcio assumere in ogni fase della vita

Il Reference intake per calcio e vitamina D redatto dall’Institute of Medicine – IOM specifica la quantità di calcio consigliata per ogni fascia d’età:

  • 1-3 anni: 700 milligrammi (mg) al giorno;
  • 4-8 anni: 1000 mg al giorno;
  • 9-18 anni: 1300 mg al giorno;
  • 19-50 anni: 1000 mg al giorno;
  • 51-70 anni: 1000 mg al giorno (uomo);
  • 51-70 anni: 1200 mg al giorno (donna);
  • 71+: 1200 mg al giorno.

È importante iniziare fin da subito dunque a prendersi cura delle proprie ossa, considerato che nelle ragazze il tessuto osseo accumulato tra gli 11 e i 13 anni è pari a quello perso nei 30 anni successivi alla menopausa. È stimato inoltre che un aumento pari al 10% del picco di massa ossea sia in grado di ridurre del 50% il rischio di fratture da osteoporosi negli adulti.

Proiezioni fratture da fragilità 2017-2030

Una conseguenza dell’osteoporosi è che, dopo i 50 anni, una donna su 3 e un uomo su 5 subiranno una frattura da fragilità. Si stima inoltre che le cose stiano peggiorando: secondo alcuni dati, si parla oggi di una donna over 50 su 2 e un uomo over 50 su 4. Si tratta dunque di un problema comune a entrambi i sessi e che aumenterà notevolmente nel corso degli anni. La generazione nata nel ventennio 1940-1960 costituirà la maggior parte della popolazione nei prossimi 2-3 decenni. L’attesa, in questo caso, è di un +22% del numero di fratture da fragilità.

Il Manifesto sociale per l’adozione di nuove scelte di politica sanitaria e prevenzione delle fratture da fragilità

Sei società scientifiche e 15 associazioni di pazienti hanno chiesto l’adozione di provvedimenti urgenti:

  • Riconoscere la gestione delle fratture da fragilità come una priorità di salute pubblica;
  • Definire e monitorare le dimensioni delle fratture da fragilità in Italia;
  • Istituire una unità di gestione e sviluppare percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali dedicati alle persone con fratture da fragilità;
  • Definire linee guida e aggiornare i criteri di accesso al trattamento farmacologico sulla base del rischio imminente di fratture;
  • Monitorare la qualità delle prestazioni e dei benefici prodotti in termini di salute pubblica, riduzione dei costi e qualità della vita, grazie all’appropriata gestione delle fratture da fragilità.

Punti da tenere a mente

L’osteoporosi e le conseguenti fratture da fragilità rappresentano una pandemia silenziosa con enormi ripercussioni su singoli, società e sistemi sanitari. Le linee guida nazionali italiane sono le prime linee guida mondiali a definire i percorsi di prevenzione secondaria delle fratture da fragilità secondo evidence based medicine. Patologie o procedure detrimenti l’osso che si verifichino/attuino durante l’acquisizione del picco di massa ossea condizioneranno, almeno in parte, la salute ossea futura e saranno associate a maggior rischi di fratture da fragilità. Infine, mantenere una buona salute muscoloscheletrica con un’appropriata nutrizione, promuovendo l’utilizzo di cibi ricchi di calcio sin dall’età infantile e una corretta attività fisica, è essenziale ai fini dell’ottenimento del picco di massa ossea geneticamente determinato per il suo mantenimento nel tempo per prevenire le fratture da fragilità.

 

 

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