Salute 30 Novembre 2021 15:00

Stop ai dubbi: la maratona scientifica di Regione Lombardia spiega tutto su Omicron e vaccini

Oltre mille domande su terza dose, effetti collaterali e varianti a cui i massimi esperti hanno risposto in tre ore di diretta televisiva

di Federica Bosco
Stop ai dubbi: la maratona scientifica di Regione Lombardia spiega tutto su Omicron e vaccini

Sono state oltre mille le domande rivolte agli esperti che si sono dati appuntamento ieri pomeriggio in Regione Lombardia per la maratona televisiva di Lombardia Notizie Online. Oltre 100mila i cittadini che si sono collegati tra le 15 e le 18 per sapere tutto sul virus che da due anni paralizza il mondo intero. A dirigere i lavori Giulia Gioda, direttore di Mondosanità con Guido Bertolaso che ha spiegato il senso dell’incontro: «Vogliamo tranquillizzare chi è preoccupato, ha paura e problemi di salute. Per questo abbiamo coinvolto i massimi esperti».

All’appello hanno risposto Sergio Abrignani, Andrea Gori, Alberto Mantovani, Marina Picca e Giuseppe Remuzzi, oltre a Giovanni Corrao, dell’unità di crisi per le vaccinazioni in Lombardia, professore di statistica e medicina all’Università degli Studi di Milano-Bicocca che ha dato i numeri causa-effetto che premiano il lavoro della squadra messa in campo da Bertolaso per fronteggiare il virus.

I numeri

Un totale di 90mila infezioni, 3579 decessi e 933 terapie intensive evitate in Lombardia: questi i numeri del risparmio garantito in un anno dai vaccini.  «Abbiamo iniziato la campagna vaccinale il 27 dicembre dell’anno scorso – ha spiegato Corrao – in poco meno di dodici mesi abbiamo dimostrato che i vaccini funzionano così come ha funzionato la macchina organizzativa veloce, puntuale ed efficace».

«I dati però ci dicono anche che in 9 mesi la capacità protettiva dei vaccini si riduce del 50% – ha risposto a quanti hanno sollevato l’obiezione sulla copertura immunitaria – questo significa che dobbiamo affrettare la campagna di vaccinazione della terza dose per garantire una protezione maggiore e più estesa». Terza dose e nuove varianti sono stati gli argomenti di maggiore interesse del pubblico che non ha risparmiato domande e osservazioni agli esperti presenti. Ad incuriosire maggiormente il nuovo virus sudafricano che sembra destare parecchie preoccupazioni.

Omicron

La variante sudafricana presenta ancora molte zone d’ombra, ma gli esperti hanno cercato di fare chiarezza. «Per ora, sulla variante Omicron non abbiamo tante informazioni, ma è importante non creare allarmismi, nel dubbio tutto ciò che serve a mitigare il rischio deve essere adottato – ha dichiarato Sergio Abrignani, immunologo dell’Università Statale di Milano e membro del CTS – Aspettiamo i dati e non facciamoci prendere dal panico». Moderato ottimismo anche da Andrea Gori.

Per il direttore delle Malattie infettive del Policlinico di Milano si sa ancora poco sulla nuova variante, ma non sembrerebbe in grado di sviluppare patologie gravi «Chi era coperto dalle due dosi di vaccino ha sviluppato sintomi lievi – ha aggiunto – ma è importante capire bene la capacità di Omicron di eludere il vaccino». Sui dati è intervenuto anche Giuseppe Remuzzi, direttore dell’istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano che ha raccontato di aver interpellato al riguardo Shabir Madhi, definito il Fauci del Sudafrica.

«Il più bravo virologo di quel paese è al lavoro dallo scorso 11 novembre per indagare sulla nuova variante e sulla base delle sue evidenze scientifiche – ha detto – Omicron non sarà in grado di sfuggire al vaccino». Sull’importanza della terza dose proprio per contrastare le varianti è intervenuto anche Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas che ha ribadito: «Vaccinarsi è fondamentale, significa mantenere in sicurezza il sistema sanitario regionale e nazionale e poter trascorrere il Natale con i nostri cari».

Terza dose pro e contro

Non sono mancate le domande di chi, dopo aver completato nei mesi scorsi il ciclo vaccinale, chiede se è necessaria la terza dose e dopo quanto tempo deve essere fatta per non incorrere in spiacevoli effetti collaterali. «Non esiste una tempistica precisa – ha puntualizzato Sergio Abrignani – le indicazioni sono di attendere dai tre ai sei mesi prima di effettuare il richiamo, ma non è necessario fare un dosaggio anticorpale perché non esiste un dato correlato alla protezione». Anche per Andrea Gori «non esiste una correlazione tra valore anticorpale e terza dose» e Bertolaso ha aggiunto «aumentano i costi della spesa sanitaria e allungano i tempi, sono invece importanti per valutare la necessità di sottoporre alla terza dose i soggetti immunocompromessi».  «Ma nessun allarmismo – ha aggiunto Mantovani – non c’è evidenza che il vaccino aumenti le malattie autoimmuni».

Effetti collaterali

Sugli effetti collaterali causati dalla vaccinazione si sono soffermati a più riprese gli esperti intervenuti a Palazzo Lombardia ribadendo che «non abbiamo mai avuto effetti a lungo termine da vaccino – ha detto Mantovani -. Carenza di fertilità e modifiche genetiche sono timori infondati». Febbre e mal di testa nelle 24-48 ore successive sono invece gli effetti collaterali più ricorrenti e «rappresentano la risposta dell’organismo al vaccino», ha dichiarato Remuzzi; parestesie e tachicardia fanno parte di effetti collaterali più gravi «ma sono reversibili, possono perdurare un po’ di tempo, ma non c’è sicurezza di esacerbazione con la terza dose», ha assicurato Gori aggiungendo in risposta ad un cittadino che «un aumento di pressione post vaccino non è imputabile all’inoculazione».

Tra i dubbi sollevati dai cittadini collegati, i più frequenti riguardano la possibile correlazione tra vaccino e malattie cardiovascolari. «Esiste un rischio miocardite – ha precisato Mantovani– è rarissimo, interessa soprattutto le persone giovani, più i maschi che le femmine, ed è una patologia benigna, che si risolve con antinfiammatori. In realtà ad avere gravi problemi cardiovascolari nel long Covid sono soprattutto coloro che hanno avuto la malattia». Diabete, obesità e malattie cardiovascolari rappresentano le patologie più a rischio di finire in terapia intensiva per coloro che si ammalano quindi «queste persone devono assolutamente vaccinarsi, così come chi ha l’Alzheimer o ha avuto ischemie», ha puntualizzato Gori.

Pfizer o Moderna?

Premesso che soggetti esposti al rischio di un contagio non devono vaccinarsi e gli esperti consigliano un tampone. «Ma non prima di 4 o 6 giorni dal contatto per essere attendibile – ha precisato Remuzzi – per poi sottoporsi eventualmente a quarantena», il dibattito si è spostato poi sulla tipologia del vaccino. Meglio Pfizer o Moderna? Domandano in molti.

«Non esistono controindicazioni né per l’uno, né per l’altro – ha detto Abrignani-. Di sicuro chi ha fatto la prima dose con Johnson&Johnson farà la seconda con un vaccino a mRNA». Per Remuzzi «addirittura si è visto che la vaccinazione eterologa potenzia il sistema immunitario, mentre per i bambini la scelta è limitata ai vaccini a mRNA». Siccome è tempo anche di vaccino antinfluenzale, i consigli degli esperti sono di effettuare le due inoculazioni insieme su due braccia differenti se possibile, altrimenti attendere almeno due settimane tra una somministrazione e l’altra. «Nella fascia pediatrica, invece, è bene somministrare il vaccino anti-Covid e antinfluenzale in due momenti diversi perché il secondo non si inocula intramuscolo ma con spray nasale», ha puntualizzato Marina Picca, presidente della società italiana cure primarie pediatriche lombarde per poi soffermarsi su un altro tema d’attualità che riguarda la vaccinazione anti-Covid durante la gravidanza e l’allattamento. «Oggi abbiamo parecchie certezze sull’opportunità di somministrare il vaccino dopo i primi tre mesi e durante la fase dell’allattamento. In entrambi i casi la protezione passa dalla mamma al bambino», ha aggiunto.

Dal 20 dicembre somministrazione ai bambini tra i 5 e gli 11 anni

«I bambini italiani sono i più protetti – hanno rimarcato gli esperti – nonostante le resistenze di alcuni paesi europei, noi abbiamo messo in sicurezza la fascia 12 -18 anni e a breve la copertura sarà estesa anche ai 5-11 anni». Guido Bertolaso ha annunciato l’inizio della somministrazione della prima dose agli under 12 tra il 20 e il 23 dicembre: «Dopo il via libera di Ema attendiamo l’arrivo del vaccino per iniziare la campagna. La somministrazione sarà fatta in ambienti protetti, simili a parchi giochi e con dosaggi ridotti per i più piccoli»

 

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