Lavoro 18 Giugno 2021 13:10

Covid e autopsie, perché sono state vietate ad inizio pandemia?

Fineschi (Sapienza): «Autopsie momento fondamentale dal punto di vista diagnostico». Ricci (Univ. Magna Graecia): «Con autopsie possibile distinguere tra morti di Covid e con Covid»

Perché ad inizio pandemia non si effettuavano autopsie sui morti Covid? Per nascondere all’opinione pubblica i reali motivi dei decessi (tesi molto in voga in ambienti negazionisti/complottisti) oppure, banalmente, perché non si sapeva ancora nulla di questo nuovo coronavirus e, di conseguenza, si temeva che il virus potesse diffondersi anche dopo il decesso del malato? Anche di questo si è parlato nel corso di un recente webinar organizzato dal provider ECM di Consulcesi Club dal titolo “La gestione integrata del rischio clinico e del contenzioso”.

Pomara (Università di Catania): «Giusto fare autopsie perché malati Covid non infettivi dopo decesso»

«Non vi è dubbio – spiega il professor Cristoforo Pomara, ordinario di Medicina Legale all’Università degli Studi di Catania – che era giusto dimostrare scientificamente che l’ “oscurantismo” delle autopsie era sbagliato. È quello che hanno fatto, ovviamente senza sollevare polemiche, il mio gruppo di lavoro e altri colleghi con diverse pubblicazioni». Questa dimostrazione ha avuto una grande eco mediatica e «ciò ha fornito l’assist affinché a maggio 2020 si potesse rivedere la circolare che, di fatto, vietava le autopsie sia giudiziarie che cliniche».

Secondo il professor Pomara il passaggio successivo è quello di arrivare al livello tedesco: «In Germania esiste un registro nazionale per le autopsie da Covid e post-vacciniche». Stessa cosa accade in Sicilia dove, «su spinta dell’Istituto di Medicina Legale di Catania, è stato istituito un registro regionale per le autopsie Covid e post-vacciniche e, al contrario di ciò che avveniva, vi è una norma regionale dell’assessorato alla salute che incita tutte le direzioni sanitarie ad espletare le autopsie. Ribadisco – conclude Pomara – che abbiamo scientificamente provato, con plurime pubblicazioni, che si tratta di normali autopsie di soggetti affetti da un’infezione di natura virale ma non contagiosa per gli operatori».

Fineschi (Sapienza): «Autopsie momento fondamentale dal punto di vista diagnostico»

«La gestione autoptica in corso di pandemia – spiega Vittorio Fineschi, professore ordinario di Medicina Legale dell’Università La Sapienza di Roma – è stata connotata da due diversi momenti: nel primo la non conoscenza del virus e delle dinamiche di diffusione dello stesso, anche su soggetti ormai cadavere, ha fatto sì che non si facessero autopsie. Successivamente – continua – si è capito dalle biopsie che venivano fatte ai malati, ma anche dalle prime autopsie che giungevano da altre parti del mondo, che invece si trattava di un momento fondamentale dal punto di vista diagnostico. Con le autopsie si potevano capire quali erano i meccanismi fisio-patologici che sostenevano il danno d’organo in corso di infezione. Come, ad esempio, cosa sosteneva il danno polmonare, ovvero l’iniziale causa dell’insufficienza respiratoria progressiva che conduceva a morte. Progressivamente, al tavolo autoptico, sono stati dati valori diagnostici importantissimi e si è capito, finalmente, cosa andasse fatto anche dal punto di vista terapeutico».

Ricci (Univ. Magna Graecia): «Con autopsie possibile distinguere tra morti di Covid e con Covid»

«L’esecuzione delle autopsie in casi Covid – spiega il professor Pietrantonio Ricci dell’Università Magna Graecia di Catanzaro – ci ha dato anche la possibilità di poter distinguere tra le morti causate dal virus e quelle solo correlate all’infezione. Non dobbiamo dimenticare infatti una cosa che poi è entrata anche nella clinica e nella ricerca: molti morti, in specie pazienti anziani, avevano altre patologie e la loro morte è stata causata dal fatto che il virus ha aggravato un quadro clinico già compromesso. Credo poi – continua Ricci – che questo vada preso in considerazione quando facciamo le valutazioni sulla mortalità del virus», perché se è vero che «parliamo di un virus estremamente pericoloso per la salute e per la vita umana, in quanto anche quando si guarisce ci sono dei postumi e delle sequele polmonari importanti», se ci fosse stata l’opportunità di «poter fare da subito più autopsie, saremmo stati in grado di avere dati più precisi sulla mortalità diretta del Covid».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Morti con Covid o per Covid. Per la medicina legale cambia tutto, avverte il prof. Introna (SIMLA)
La differenza tra morti "per" e "con" Covid è fondamentale per la medicina legale. Il prof. Introna (SIMLA) ribadisce l'esigenza massiccia di fare autopsie per evitare il contenzioso
Si possono bere alcolici quando si risulta positivi al Sars-CoV-2?
Il consumo di alcolici è controindicato quando si è positivi al virus Sars CoV-2. Gli studi mostrano infatti che gli alcolici possono compromettere il sistema immunitario
Dopo quanto tempo ci si può ammalare di nuovo di Covid-19?
Gli studi indicano che le reinfezioni con Omicron sono più frequenti. Una ricerca suggerisce un intervallo tra i 90 e i 640 giorni, un'altra tra i 20 e i 60 giorni
DL Riaperture, via libera dalla Camera. Cosa cambia per mascherine, isolamento, green pass e obbligo vaccinale
Il provvedimento recepisce la fine dello stato di emergenza. Prorogato lo smart working per i lavoratori fragili. Medici in quiescenza potranno continuare a ricevere incarichi di lavoro autonomo
di Francesco Torre
Epatiti misteriose, il microbiologo: «Adenovirus resta indiziato numero 1, non si esclude correlazione con Sars-CoV-2»
Il responsabile di Microbiologia del Bambino Gesù sulle epatiti virali acute nei bambini: «Lockdown e mascherine potrebbero aver scatenato un debito immunitario». Quali sono i sintomi da tenere d'occhio
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Tutti pazzi per il farmaco che fa dimagrire. Aifa: possibili carenze per diabetici e obesi

Promosso dalla scienza come «svolta» contro l'obesità, ma acquistato e osannato da numerosi vip sui social come strategia per dimagrire, ora il farmaco semaglutide rischia di divent...
Covid-19, che fare se...?

Il vaccino anti-Covid-19 può avere effetti collaterali anche se è passato molto tempo?

È una domanda «ritornata in voga» nei giorni scorsi, quando il celebre attore italiano, Jerry Calà, è stato costretto a lasciare il set per un malore che poi si &egrav...
Covid-19, che fare se...?

Quali sono le caratteristiche della variante Bythos arrivata in Italia?

Spunta una nuova «sorella» di Omicron, che è stata già rintracciata in alcuni casi in Italia. Si tratta della variante XBF, soprannominata comunemente con il nome di Bythos c...