Salute 23 Giugno 2022 11:44

Lockdown controproducenti, in alcuni paesi hanno aumentato i contagi

Uno studio dell’Università della Finlandia orientale ha dimostrato che, in alcuni paesi, i lockdown sono stati inutili e controproducenti. In altre parole, i blocchi completi hanno aumentato la diffusione dei contagi

Lockdown controproducenti, in alcuni paesi hanno aumentato i contagi

Un sacrificio inutile. Anzi addirittura controproducente. I lockdown, non solo hanno provocato devastanti effetti sulla salute mentale di bambini e adulti, ma potrebbero in alcuni paesi aver accelerato la diffusione del virus Sars-CoV-2. Uno studio retrospettivo dell’Università della Finlandia orientale, che ha analizzato il legame tra a riduzione dei movimenti delle persone e la diffusione del virus, mostra esempi in cui il virus si è diffuso più rapidamente quando le persone sono rimaste a casa. Inoltre, la sola parziale limitazione della mobilità è sembrata, retrospettivamente, più efficace nel ridurre al minimo la diffusione di Sars-CoV-2 rispetto alle restrizioni estreme. I risultati dello studio sono stati pubblicati sul Journal of Preventive Medicine and Public Health.

Lo studio ha esaminato il rapporto tra lockdown e replicazione del virus

I lockdown imposti dal governo e le restrizioni di movimento sono stati probabilmente il segno distintivo della risposta a questa pandemia. Questi interventi sono stati ritenuti invasivi in ​​alcune circostanze e contesti. I ricercatori hanno analizzato il rapporto tra mobilità delle persone e effettivo numero di replicazione di Sars-CoV-2. Il numero di replicazione effettivo riflette il tasso di diffusione della malattia poiché cattura i cambiamenti dinamici nella trasmissione virale da persona a persona. Gli indicatori di mobilità si basano sui dati di posizione resi anonimi degli utenti dei servizi Google che hanno attivato la «Cronologia delle posizioni» sui propri telefoni cellulari.

Individuati tre modelli di correlazione tra mobilità e diffusione del virus

Le posizioni sono classificate in diverse categorie di mobilità, tra cui, ad esempio, mobilità residenziale, che indica che le persone sono state a casa. I ricercatori si sono concentrati sulla fase pre-vaccinazione e pre-varianti di preoccupazione della pandemia, dal 15 febbraio al 31 dicembre 2020, analizzando i cambiamenti quotidiani della mobilità e la diffusione del Sars-CoV-2 in 125 paesi e 52 regioni o stati degli Stati Uniti. L’analisi ha identificato tre gruppi di paesi sulla base di modelli di correlazione tra gli indicatori di mobilità e il numero effettivo di riproduzione di Sars-CoV-2.

In alcuni paesi il lockdown è servito allo scopo, in altri ha avuto l’effetto opposto

Il gruppo 1 è costituito da paesi con correlazioni «normali». In altre parole, più si è rimasti a casa minore è stata la diffusione di Sars-CoV-2, come è successo negli Stati Uniti, in Turchia e nella maggior parte dei paesi OCSE. Il gruppo 2 includeva i paesi con correlazioni «invertite», riferendosi a correlazioni positive tra mobilità residenziale e diffusione Sars-CoV-2, cioè quando i lockdown hanno favorito il virus. Il gruppo 3 è costituito da paesi con modelli di correlazione più complessi o correlazioni «inconcludenti».

Livelli intermedi di lockdown più utili di quelli completi

Nei paesi del gruppo 1, come l’Austria, più tempo le persone trascorrevano a casa, minore era la diffusione della malattia. Mentre nei paesi del gruppo 2 come la Bolivia, si è osservato l’esatto contrario: più tempo le persone trascorrevano a casa, maggiore era la diffusione della malattia. Inoltre, in molti paesi, i modelli di correlazione tra mobilità e diffusione della malattia hanno mostrato un minimo di diffusione della malattia a un livello intermedio di restrizione della mobilità, indicando un livello ottimale al di sopra del quale la limitazione della mobilità delle persone potrebbe portare a una maggiore diffusione della malattia. In altre parole, il lockdown completo potrebbe essere stato controproducente a certi livelli e in alcuni paesi.

Per i ricercatori è necessario comprendete il livello ottimale di restrizioni alla mobilità

Gli autori hanno concluso che un’analisi sistematica delle correlazioni tra mobilità e diffusione della malattia a livello regionale potrebbe aiutare a comprendere il livello ottimale di restrizione alla mobilità che riduce al minimo la diffusione di Sars-CoV-2 in quella specifica regione. «Gli oltre due anni segnati dalla pandemia hanno cambiato la vita di molti di noi in vari modi», dicono i ricercatori Mounir Ould Setti e Sylvain Tollis.

«L’attuale sviluppo della diffusione del Sars-CoV-2 suggerisce che questo capitolo della storia intitolato Covid-19 potrebbe, si spera, svanire alla fine. Tuttavia, c’è ancora molto da imparare a riguardo. Riflettere – concludono – su come abbiamo reagito alla pandemia potrebbe aiutarci a trarre lezioni utili su come ridurre al minimo i danni di sfide simili, soprattutto ora che le malattie infettive sembrano essere una minaccia emergente».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Covid: alta adesione degli over 60 ai vaccini ridurrebbe fino al 32% i ricoveri, le raccomandazioni nel Calendario per la Vita
Il board del Calendario per la Vita, costituito da diverse società scientifiche, ha redatto delle raccomandazioni per la campagna di vaccinazione anti-Covid per l’autunno-inverno 2023
di V.A.
Covid: l’efficacia del vaccino dura meno se c’è carenza di vitamina D
Uno studio ha dimostrato che la carenza di vitamina D si associa ad una meno duratura risposta anticorpale alla vaccinazione anti Covid
Covid, ISS: inquinamento aria aumenta infezione e mortalità
Esiste un legame tra incidenza di infezioni da Sars-CoV2, mortalità per Covid-19 ed esposizione di lungo periodo (2016-2019) ad alcuni fra i principali inquinanti atmosferici nel nostro paese, quali il biossido di azoto (NO2) e il particolato atmosferico (PM2.5 e PM10). Lo dimostrano i risultati di EpiCovAir, un progetto epidemiologico nazionale di ricerca su Covid-19 e inquinamento promosso da ISS e ISPRA-SNPA
di Redazione
Covid: pericolo scampato? Non per i pazienti fragili: l’appello di AIP OdV
Le infezioni da Sars-CoV-2, così come le altre malattie virali, rimangono un elemento di allerta. In Italia, infatti, si contano ancora circa 30 morti al giorno per infezioni Sars-CoV-2, molti dei quali fanno parte dei cosiddetti «pazienti fragili» (sono 1 su 5 in Italia)
Cambiamenti climatici possono «resuscitare» virus «zombie» e scatenare nuove epidemie
Sono stati trovati nella lana di mammut, nelle mummie siberiane, nei lupi preistorici e nei polmoni di una vittima dell'influenza ritrovata sepolta nel permafrost dell'Alaska. I virus «zombie» rischiano di «resuscitare» a causa degli effetti dei cambiamenti climatici e dare il via a nuove epidemie o pandemie
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Diabete: nuove linee guida per il trattamento delle malattie cardiovascolari

Sono state pubblicate le nuove linee guida per le malattie cardiovascolari nelle persone con diabete. Molti i temi trattati: dalla stratificazione del rischio cardiovascolare allo screening fino alla ...
Salute

Gli alimenti ultra-processati danneggiano il cuore, +24% di rischio infarto

Due ampi studi presentati al congresso della Società europea di Cardiologia hanno dimostrato che il consumo di alimenti ultra-processati può aumentare il rischio di sviluppare problemi c...
Salute

Covid: alta adesione degli over 60 ai vaccini ridurrebbe fino al 32% i ricoveri, le raccomandazioni nel Calendario per la Vita

Il board del Calendario per la Vita, costituito da diverse società scientifiche, ha redatto delle raccomandazioni per la campagna di vaccinazione anti-Covid per l’autunno-inverno 2023
di V.A.