A 15 anni dalla legge 40 qual è lo stato dell’arte sulla procreazione assistita? Dalle nuove tecnologie al rischio stop per quella eterologa, tutte le novità in materia. Le nuove tecniche assicurano tassi di successo sempre più alti
Uno sguardo all’Europa sulle tecniche di fecondazione assistita. Micara (embriologa): «L’Inghilterra ha una legge molto liberale che consente la sperimentazione fino a 14 giorni dopo la fecondazione, sull’embrione e poi sul feto. La cattolica Spagna è leader nel mondo per le ovodonazioni»
Nel 2016, secondo i dati dell’ISS, nei centri italiani sono state trattate 72.072 coppie sia con tecniche di I livello (inseminazione semplice) sia di II e III livello (fecondazione in vitro). In totale, i cicli iniziati sono stati 91.409 ed hanno permesso di dare alla luce, nello stesso anno, il 2,5% di tutti i bambini nati vivi in Italia. Lo specialista: «È l’ostetrica, o un’infermiera dedicata, ad accogliere la coppia, accompagnata da una psicologa. Dopo si passa alla visita ginecologica e, a seconda delle necessità, si chiederà la consulenza di altri professionisti, come l’andrologo, l’urologo o l’infettivologo»
La biologa dell’Umberto I spiega a Sanità Informazione i tre livelli della PMA: «Il primo è l’inseminazione intrauterina, al secondo appartengono le tecniche FIVET e ICSI, al terzo GIFT e micro-TESE. Le tecniche di ultimo livello necessitano di anestesia con intubazione»
Dall’Embryoscope all’Embryomobile, l’esperto: «Ecco come l’hi-tech ha rivoluzionato i nostri laboratori ed il rapporto con i pazienti»