Salute 28 Gennaio 2021 11:06

Varianti coronavirus, l’immunologo Abrignani: «Già al lavoro per nuovi vaccini»

Presentato il Consorzio italiano per la genotipizzazione e fenotipizzazione del virus Sars-CoV-2. Il direttore dell’Istituto nazionale di genetica molecolare del Policlinico di Milano: «La sorveglianza epidemiologica continua dei genomi circolanti nel territorio è fondamentale»

di Federica Bosco
Varianti coronavirus, l’immunologo Abrignani: «Già al lavoro per nuovi vaccini»

Con l’identificazione del primo caso di variante brasiliana del coronavirus a Varese – un uomo di 33 anni asintomatico che è rientrato nei giorni scorsi da San Paolo via Madrid – i vaccini oggi in commercio potrebbero essere più vulnerabili. Infatti, se è stato dimostrato che le dosi prodotte da Pfizer, Moderna e AstraZeneca proteggono dalla variante inglese (altamente contagiosa e, sembra, un poco più mortale delle precedenti in circolazione), lo stesso non si può dire delle ultime apparse nel panorama mondiale, ovvero la brasiliana e la sud-africana. Per questo ieri è stato presentato il Consorzio italiano per la genotipizzazione e fenotipizzazione del virus Sars-CoV-2, che permetterà di seguire l’evoluzione del coronavirus e di monitorare la risposta immunitaria alla vaccinazione.

Sergio Abrignani, professore ordinario di Immunologia dell’Università Statale e direttore dell’Istituto nazionale di genetica molecolare Invernizzi del Policlinico di Milano, anticipa a Sanità Informazione: «Uno studio completato qualche giorno fa e non ancora reso pubblico mostra come nelle varianti brasiliana e sudafricana la proteina Spike sia in grado di mutare ancor più rapidamente e dunque di sfuggire all’effetto neutralizzante del vaccino. Se così fosse – aggiunge – sarebbe necessario un nuovo vaccino in grado, in un’unica dose, di azzerare gli effetti della variante».

Pfizer e Moderna già al lavoro per un nuovo vaccino in grado di neutralizzare le varianti del coronavirus

Una notizia non certo confortante, in un momento in cui già è difficile reperire sul mercato le dosi per vaccinare tutta la popolazione e si discute se è meglio vaccinare con due dosi meno persone – scelta adottata in Italia – o dare una copertura parziale a più persone, come stanno facendo la Gran Bretagna e il Canada. Il rischio di vanificare in ogni caso tutto il lavoro per colpa della nuova variante che, come ammette l’immunologo, «viaggia molto rapidamente e sottotraccia potrebbe già essere presente in più zone del Paese», è alto.

Ma lo stesso professore dell’Università Statale di Milano rassicura: «La buona notizia è che oggi le aziende farmaceutiche sono in grado di produrre in 6 o 7 settimane un vaccino, senza dover ripartire da zero. Di sicuro sia Pfizer che Moderna oggi stanno già lavorando con esperimenti in laboratorio, per essere pronti con un vaccino in grado di neutralizzare anche le varianti nel momento in cui dovessero diventare dominanti. Per il momento si stanno facendo esperimenti in laboratorio, ma se le due varianti dovessero diffondersi ci sarebbe un vaccino già pronto da somministrare in una sola dose a chi è già stato vaccinato e in due dosi a chi ancora non lo è. In ogni caso la copertura sarebbe totale».

«Necessaria una maggiore sorveglianza epidemiologica»

Un virus dunque camaleontico che continua a sfidarci e a mutare pelle per non farsi annientare. E allora, secondo l’immunologo, è fondamentale essere rapidi per riconoscere le possibili varianti. «A questo punto discutere sui ritardi di Pfizer è inutile – ammette Abrignani –, meglio concentraci su un monitoraggio diffuso di tutte le varianti. Cosa che già si sta facendo, e il lavoro prodotto dai ricercatori dell’Università Statale di Milano con i colleghi del Policlinico San Matteo di Pavia e dell’Ospedale Niguarda di Milano con la scoperta delle sette varianti presenti in Lombardia nei mesi di marzo e aprile lo dimostrano. Ma è importante implementare le energie in quella direzione con una sorveglianza epidemiologica continua dei genomi circolanti nel territorio, per sequenziare i virus e riconoscere nuove mutazioni italiane».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Covid, alcune persone potrebbero aver perso l’olfatto per sempre? L’ipotesi allarmante in uno studio
La perdita dell'olfatto a causa di Covid-19 potrebbe durare a lungo o addirittura per sempre. Uno studio rivela che una persona su 20 non l'ha recuperato dopo 18 mesi
Covid-19 e vaccini: i numeri in Italia e nel mondo
Ad oggi, 28 febbraio 2023, sono 675.188.796 i casi di Covid-19 in tutto il mondo e 6.870.894 i decessi. Mappa elaborata dalla Johns Hopkins CSSE. I casi in Italia L’ultimo bollettino disponibile (23 febbraio 2023): Oggi in Italia il totale delle persone che hanno contratto il virus è di 25.576.852 (4.720 in più rispetto a ieri). Il […]
Si possono bere alcolici quando si risulta positivi al Sars-CoV-2?
Il consumo di alcolici è controindicato quando si è positivi al virus Sars CoV-2. Gli studi mostrano infatti che gli alcolici possono compromettere il sistema immunitario
Dopo quanto tempo ci si può ammalare di nuovo di Covid-19?
Gli studi indicano che le reinfezioni con Omicron sono più frequenti. Una ricerca suggerisce un intervallo tra i 90 e i 640 giorni, un'altra tra i 20 e i 60 giorni
DL Riaperture, via libera dalla Camera. Cosa cambia per mascherine, isolamento, green pass e obbligo vaccinale
Il provvedimento recepisce la fine dello stato di emergenza. Prorogato lo smart working per i lavoratori fragili. Medici in quiescenza potranno continuare a ricevere incarichi di lavoro autonomo
di Francesco Torre
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Politica

Il Nobel Giorgio Parisi guida l’appello di 14 scienziati: “Salviamo la Sanità pubblica”

Secondo i firmatari "la spesa sanitaria in Italia non è grado di assicurare compiutamente il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e l'autonomia differenziata rischia di ampliare ...