Salute 22 Aprile 2020 12:29

Una Bio-Banca per custodire il “capitale” umano che potrebbe salvarci dal Coronavirus

La Banca Biologica sorgerà all’interno dell’ospedale Sacco di Milano. Il preside della Facoltà di Medicina della Statale: «La raccolta dei campioni è stata già avviata in molti ospedali italiani. Confidiamo di inaugurare la Bio-Banca entro tre mesi per convogliare tutti i materiali in un’unica struttura progettata per conservarli a lungo»

di Isabella Faggiano

Accelerare la diagnosi, sperimentare un vaccino e trovare terapie efficaci. È per puntare a questi tre obiettivi che aprirà, in Italia, la prima Banca Biologica dedicata al Covid-19. «All’interno della Bio-Banca saranno raccolti tessuti, sangue, urine di pazienti affetti da Coronavirus che avranno prestato il loro consenso per la conservazione», spiega Gian Vincenzo Zuccotti, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Statale di Milano.

La Banca Biologica sorgerà all’interno dell’ospedale Sacco di Milano, in collaborazione con l’Ateneo Statale del capoluogo lombardo, grazie ad una donazione del Banco BPM di oltre 800mila euro.

Al progetto sarà dedicata un’area di circa 280 metri quadri, situata al piano interrato del Padiglione 62 del nosocomio milanese. Lo spazio sarà suddiviso in quattro locali: uno dedicato all’accettazione dei campioni, un altro alla Bio-Banca vera e propria che, in una superficie di 170 mq, sarà in grado di ospitare oltre 18 contenitori criogenici, un terzo ai congelatori, sempre destinati alla conservazione di materiali, e un ultimo locale sarà riservato agli impianti tecnologici a servizio della Banca Biologica.

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«Confidiamo di inaugurare entro tre mesi – commenta Zuccotti -. Non possiamo aspettare di più. Intanto, però, la raccolta dei campioni è stata già avviata in molti ospedali italiani. Ed è proprio per evitare che tutto questo materiale venga perso che abbiano ritenuto necessario ed urgente ideare una struttura di questo tipo: solo all’interno di una Bio-Banca, adeguatamente progettata e strutturata, è possibile conservare a lungo i materiali biologici».

Custodire con cura i tessuti, il sangue e tutti i campioni biologici dei pazienti che hanno contratto il Coronavirus significa investire sul futuro: «Siamo stati colpiti in maniera improvvisa e veloce da questa pandemia e stiamo cercando di capirne i meccanismi patogenetici, ma è estremamente difficile portare avanti un accurato lavoro di ricerca mentre ci troviamo ancora nel pieno dell’emergenza – spiega il preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Statale di Milano -. Ma quando questa pandemia rallenterà un po’ la presa – e ci auguriamo avvenga tra breve – dovremo dedicare tutto il nostro tempo e le nostre energie alla ricerca, così da essere pronti ad affrontare un’eventuale nuova ondata del Covid-19. E, a tale scopo, il materiale biologico raccolto e conservato nella Bio-Banca sarà di fondamentale importanza. Rappresenterà una grande opportunità per lo studio e lo sviluppo di strategie diagnostiche e terapeutiche, incluse quelle vaccinali».

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E raccogliere i materiali biologici dei pazienti di tutta Italia in un unico luogo avrà anche un altro vantaggio: renderà gli studi italiani competitivi a livello internazionale. «La quantità di campioni che è solitamente possibile conservare in un singolo ospedale – specifica Zuccotti – non sarebbe sufficiente al completamento di uno studio che abbia una valenza internazionale. La quantità di materiale a disposizione nella Banca Biologica, invece, lo sarebbe senz’altro».

A completare il progetto la realizzazione di una idonea area tecnica per l’installazione del serbatoio di azoto a servizio della Banca Biologica, posta all’esterno del padiglione 62 e facilmente raggiungibile dai mezzi per il relativo rifornimento. «Saranno i docenti e i ricercatori dell’Università degli Studi di Milano – conclude Zuccotti – a garantire l’efficienza e il funzionamento della prima Bio-Banca Covid-19 d’Italia».

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