Salute 1 Giugno 2021 14:31

Terza dose dal medico di famiglia, Testa (Snami): «Con quali mezzi?»

Il ministro Speranza parla di un ritorno alla medicina ordinaria, mantenendo alta l’attenzione su Covid-19. L’autunno dei professionisti sanitari come sarà? Ai mmg verrà affidato il terzo richiamo e ai pediatri la vaccinazione dei giovani

Terza dose dal medico di famiglia, Testa (Snami): «Con quali mezzi?»

Forse, sottolineando con enfasi l’avverbio, la fase “straordinaria” della pandemia sta volgendo al termine in Italia. Il 31 luglio 2021 quello stato di emergenza già prolungato due volte, potrebbe finalmente concludersi. I dati sui nuovi contagi supportano questa tesi e anche il ministro della Salute Roberto Speranza si è lasciato andare a un cauto ottimismo. In forma più o meno compatibile, sono ottimisti anche i professionisti sanitari. Dagli ospedali al territorio, è forte la spinta per una ripresa delle attività ordinarie.

Il Covid potrebbe diventare ordinario

Ma cosa sarà l’ordinarietà dopo il Covid? Non solo visite da recuperare e controlli evitati per via del contagio, anche gli strascichi della pandemia dovranno trasformarsi in “ordinaria amministrazione”. Ospitato durante una trasmissione televisiva, Speranza ha infatti puntualizzato che una terza dose di vaccino più in là nel tempo sembra «molto probabile». Si tratterebbe di un richiamo “modificato” per coprire tutte le nuove varianti emerse e che ogni cittadino dovrebbe ricevere allo scadere dei mesi di protezione, su cui ancora si sa poco.

Tra i primi a riceverla ci saranno probabilmente proprio i professionisti sanitari, immunizzati tra gennaio e febbraio 2021. Questa volta però, Speranza punta ad usare il Sistema sanitario nazionale, senza ricorrere agli hub vaccinali che spera di chiudere dopo l’estate. «Penso che questa nuova ordinarietà possa essere affidata alla nostra straordinaria rete di medici di medicina generale», ha detto con convinzione a Che tempo che fa.

Il coinvolgimento di mmg e pediatri

Non solo, il ministro ha anche coinvolto i pediatri nella discussione. «Dobbiamo usare il più possibile i pediatri di libera scelta. Sono medici di straordinaria qualità che hanno un radicamento sul territorio, un rapporto di fiducia molto importante con le famiglie. Io vorrei che ci fosse il loro massimo protagonismo sempre nel coordinamento con i territori e le Regioni», ha detto. Immaginando di affidare quindi ai pediatri la vaccinazione dei giovanissimi, dai 12 ai 17 anni. Una missione in cui Speranza crede molto e che vuole realizzare prima dell’estate.

Medici di famiglia e pediatri di libera scelta hanno più volte affermato di voler partecipare sempre più attivamente. In alcuni studi di mmg, le vaccinazioni procedono già da qualche mese. Tuttavia, la loro partecipazione attiva era stata già prefigurata agli inizi della campagna vaccinale. Salvo poi dover fare svariati passi indietro per via delle difficoltà di conservazione dei vaccini, di spazio negli studi, di sicurezza nelle somministrazioni e in generale di gestione delle prenotazioni. Perché allora con la terza dose e gli hub vaccinali chiusi – che da molti medici sono attualmente usati per somministrare – dovrebbe essere diverso? Come si supereranno gli ostacoli che vediamo ora e come si gestirà una mole così vasta di richiami dagli studi di pediatri e mmg?

Testa (SNAMI): «Ci preoccupa la logistica»

Se lo chiede anche Angelo Testa, medico di famiglia e presidente del Sindacato nazionale autonomo dei medici italiani (SNAMI), che Sanità Informazione ha raggiunto al telefono. «Partendo dall’assunto che la medicina generale vuole vaccinare ed è giusto che lo faccia, quel che ci lascia preoccupati è la logistica» spiega. La vaccinazione è storicamente un’attività dei medici di famiglia, che svolgono tenendo sotto controllo i propri pazienti, ma quella per Covid-19 ha delle caratteristiche particolari.

«Quando abbiamo fatto l’accordo Regioni-Ministero – prosegue Testa – come Snami abbiamo ottenuto che venisse inserito che qualora il medico non avesse uno studio attrezzato e il personale per vaccinare, che venisse data dalle Asl la disponibilità all’uso degli hub. Ma i medici di famiglia non sono stati chiamati, hanno chiamato pagandoli specialisti fuori orario e tanti altri». Poche sono state le Regioni che si sono organizzate per permettere agli mmg di usare quegli spazi per i loro pazienti, come per fortuna è successo al dottor Testa.

Un’attività molto grande e studi troppo piccoli

«Ieri ho vaccinato 85 miei pazienti in un hub, se avessi dovuto farli nel mio studio avrei impiegato due mesi», ammette. «Rifare la terza dose vuole dire richiamare in relazione a quando si sono fatte le prime due. I vaccini come Pfizer danno sempre problemi con la preparazione e la conservazione in frigo. La gente poi si dimentica, non viene, noi facciamo anche un altro lavoro. Senza organizzazioni rischiamo di perdere l’80% della nostra giornata per star dietro alle vaccinazioni». Il presidente Snami teme «il disastro».

Non bisogna dimenticare che il ritorno all’ordinario prevedrà che i pazienti arrivino in studio dai medici per molti altri motivi. Le ricette via mail e i consulti telefonici probabilmente resteranno, ma la telemedicina non può ancora sostituire le visite. Sarà difficile, secondo Testa, dedicare più di un giorno a settimana ai richiami e senza l’aiuto di una logistica solida sarà complesso. «Da noi c’è sempre massimo impegno, ma vista l’esperienza passata non ci fidiamo tanto».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Covid, alcune persone potrebbero aver perso l’olfatto per sempre? L’ipotesi allarmante in uno studio
La perdita dell'olfatto a causa di Covid-19 potrebbe durare a lungo o addirittura per sempre. Uno studio rivela che una persona su 20 non l'ha recuperato dopo 18 mesi
Sport in ricetta medica, Sbrollini (Iv): «Aiutiamo a crescere sani i giovani, SSN ne beneficerà»
La senatrice di Italia Viva ripresenterà il disegno di legge sullo sport in ricetta medica e sulle detrazioni fiscali per l’attività sportiva: «A volte, a causa di difficoltà economiche, il genitore rinuncia a mandare il figlio a fare sport perché ci sono altre priorità». Medici di medicina generale e pediatri favorevoli
Medicina generale, la denuncia di Fismu: «Riforma ancora in alto mare, manca atto di indirizzo»
Le proposte della Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti alla vigilia della segreteria nazionale di sabato del sindacato
Quanto guadagnano i medici di medicina generale?
di Francesco Pazienza, segretario generale SMI Puglia
di Francesco Pazienza, segretario generale SMI Puglia
Medicina generale, Bartoletti (FIMMG) ai pazienti: «Nessuno vi liquida, a ognuno il tempo che serve»
Con il vicepresidente FIMMG Bartoletti parliamo della specializzazione in medicina generale e della gestione dei pazienti, cosa rispondere a chi sostiene che il proprio medico non ha tempo?
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Advocacy e Associazioni

Oncologia, Iannelli (FAVO): “Anche i malati di cancro finiscono in lista di attesa”

Il Segretario Generale Favo: “Da qualche anno le attese per i malati oncologici sono sempre più lunghe. E la colpa non è della pandemia: quelli con cui i pazienti oncologici si sco...