Salute 21 Maggio 2020 09:03

Studio su Science: «Macachi guariti dal Covid-19 non si riammalano»

Per il prof. Dan H. Barouch, direttore del centro di virologia dell’Beth Israel Deaconess Medical Center, è un buon segno: «Nostre ricerche consolidano ottimismo»

È possibile ammalarsi nuovamente di Covid-19 dopo averlo superato? È una domanda che arrovella scienziati da tutto il mondo, che finora si sono spinti fino a dire che possono esserci delle ricadute ma solo se il paziente non è mai completamente guarito. I ricercatori del Beth Israel Deaconess Medical Center hanno provato a dare una risposta definitiva basandosi sui macachi, in uno studio pubblicato su Science.

I macachi guariti dal Covid-19, esposti nuovamente al virus, hanno mostrato di aver sviluppato un’immunità protettiva naturale che ha permesso loro di non essere re-infettati. Il team di ricercatori ha selezionato nove esemplari adulti per esporli al virus. Tutti hanno superato la malattia e sviluppato anticorpi. Più di un mese dopo c’è stata la seconda esposizione, contro la quale gli animali hanno mostrato di possedere una protezione quasi completa.

LEGGI ANCHE: UTERO IN AFFITTO, NEONATI BLOCCATI A KIEV DAL LOCKDOWN. NON È LA PRIMA VOLTA CHE ACCADE

«Le persone che guariscono da numerose infezioni virali – ha chiarito Dan H. Barouch, direttore del Center for Virology and Vaccine Research dell’istituto – sviluppano in genere anticorpi che forniscono loro una protezione contro la ri-esposizione, ma non tutti i virus generano questa immunità protettiva naturale». Ora, ha ricordato, «saranno necessarie ulteriori ricerche per rispondere a tutte le importanti domande sulla durata della protezione».

Lo stesso team di ricerca sta contemporaneamente testando sui macachi le risposte ad alcuni candidati vaccini contro Sars-CoV-2. Tra questi sei hanno indotto risposte anticorpali neutralizzanti negli animali. Su 35 soggetti, a 10 è stato dato un placebo e tre settimane dopo sono stati tutti esposti al virus. Nei 25 vaccinati, otto macachi non mostravano livelli rilevabili di virus e gli altri ne evidenziavano di bassissimi. Una prova, secondo il professor Barouch, che «un vaccino ben congegnato può funzionare».

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SANITÀ INFORMAZIONE PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO

 

Articoli correlati
Covid: 3 o più dosi di vaccino in gravidanza aumentano la protezione dei neonati
Le donne in gravidanza che ricevono tre o più dosi di vaccino anti-Covid durante la gestazione presentano un livello di anticorpi specifici contro l’infezione nel cordone ombelicale di circa dieci volte più alto rispetto a quanto riscontrato nelle madri che hanno effettuato meno richiami. E questo offre una maggiore protezione ai nascituri. A dimostrarlo è uno studio condotto dagli scienziati dell’Università di Washington a Seattle
Covid: spray nasale con anticorpi protegge da infezione. Gli scienziati: “Approccio utile contro nuove varianti e in futuro anche contro altri virus”
I ricercatori del Karolinska Institutet, in Svezia, hanno dimostrato che lo spray nasale anti-Covid sviluppato, a base di anticorpi IgA, può offrire protezione dall'infezione. O almeno così è stato nei topi su cui è stato testato, come riportato da uno studio pubblicato su PNAS. I risultati aprono la strada a una nuova strategia per proteggere le persone ad alto rischio a causa delle diverse varianti del virus Sars-CoV-2 e possibilmente anche da altre infezioni
Fiaso: Covid ancora in calo, ma preoccupa l’influenza
Si conferma in calo l’indice dei ricoveri Covid. La rilevazione degli ospedali sentinella aderenti a Fiaso fa registrare un complessivo -16% nell’ultima settimana del 2023. Secondo l'ultima rilevazione Fiaso i virus influenzali stanno avendo un impatto in termini assoluti maggiore sugli ospedali
di V.A.
Morbillo: mappato il percorso del virus nel cervello
Per la prima volta è stata realizzata una sorta di mappa della diffusione del virus del morbillo nel cervello sulla base dei dati di un paziente colpito da una rara e letale malattia cerebrale, chiaara panencefalite sclerosante subacuta (SSPE). A realizzare l'impresa sono stati i ricercatori della Mayo Clinic in uno studio pubblicato su PLOS Pathogens
Covid: le varianti sono emerse in risposta al comportamento umano
Le varianti del virus Sars-CoV-2 potrebbero essere emerse a causa di comportamenti umani, come il lockdown o le misure di isolamento, le stesse previste per arginare la diffusione dei contagi. Queste sono le conclusioni di uno studio coordinato dall’Università di Nagoya e pubblicato sulla rivista Nature Communications. Utilizzando la tecnologia dell’intelligenza artificiale e la modellazione matematica […]
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Advocacy e Associazioni

Oncologia, Iannelli (FAVO): “Anche i malati di cancro finiscono in lista di attesa”

Il Segretario Generale Favo: “Da qualche anno le attese per i malati oncologici sono sempre più lunghe. E la colpa non è della pandemia: quelli con cui i pazienti oncologici si sco...