Salute 26 Ottobre 2021 10:21

La storia di Micaela: «Dalla morte delle mie gemelline aiuto i genitori che affrontano un lutto perinatale»

CiaoLapo Onlus è un’associazione fondata da una mamma ed un papà che hanno perso il proprio figlio, Lapo, al termine della gravidanza. La psicoterapeuta: «Accogliamo chiunque affronti la perdita di un figlio in epoca perinatale, dai primi mesi di gravidanza al periodo successivo al parto»

di Isabella Faggiano

Micaela è una mamma speciale e suo figlio Matteo un bimbo arcobaleno. Micaela ha affrontato un lutto perinatale: le sue gemelline non sono sopravvissute alle complicanze di una nascita prematura. Matteo, alcuni anni dopo, proprio come un arcobaleno, ha riportato la luce e i colori della gioia nella vita di mamma Micaela e del suo papà.

Sono migliaia le coppie che si trovano a dover fare i conti con il dolore del lutto perinatale, molte delle quali, come Micaela, sono riuscite ad elaborare il proprio lutto grazie al sostegno dell’Associazione CiaoLapo Onlus. Secondo i più recenti dati Istat, raccolti dal 2017 al 2019, in Italia il tasso di mortalità perinatale è pari a circa 4 decessi ogni mille nati.

Lutto perinatale, la storia di CiaoLapo

L’associazione CiaoLapo è stata fondata, quindici anni fa, da due genitori che hanno perso il proprio figlio, Lapo, al termine della gravidanza. Come loro, altri padri e madri, dopo aver affrontato il proprio lutto, hanno deciso di aiutare coloro che sperimentano lo stesso grande dolore. Anche Micaela Darsena, già psicologa e psicoterapeuta, ha deciso di specializzarsi nell’elaborazione del lutto perinatale e diventare volontaria dell’Associazione CiaoLapo, dopo la sua drammatica perdita.

«Accogliamo le mamma e i papà che affrontano la perdita dei propri figli, in qualsiasi epoca, dai primi mesi di gravidanza al periodo successivo al parto – spiega l’esperta -. È importante che chiunque si trovi coinvolto in un lutto perinatale venga supportato immediatamente, fin dalla diagnosi. Per questo, la nostra associazione è fortemente attiva nella formazione gratuita degli operatori sanitari. I genitori che affrontano la perdita del proprio figlio sono sotto shock e, per questo, solo il personale sanitario formato può informarli adeguatamente sulle reali possibilità che hanno a disposizione, compresa quella di incontrare il bambino per conservarne meglio il ricordo».

Una rete di sostegno: dalla famiglia all’assistenza territoriale

Anche nella fase successiva alla perdita vera e propria, che può essere scandita dall’aborto o dal parto, queste mamme e questi papà hanno bisogno di essere sostenuti. «Familiari e amici rappresentano un’importante rete di sostegno – assicura Darsena -. Anche se – sottolinea -, non sempre persone terze riescono a comprendere quanto dolore ci sia dietro un lutto perinatale e quanto la sua elaborazione sia un processo che richiede tempo e dedizione. Accanto a questa rete più intima, c’è, poi, quella dell’assistenza territoriale, di cui la nostra stessa associazione fa parte».

Tuttavia l’elaborazione del lutto non è un processo basato su principi universali: «Non esiste una regola precisa, ognuno di noi matura esigenze diverse a seconda della sua personalità. C’è chi non riesce a parlare immediatamente dell’accaduto e, quindi, preferisce condividere il suo dolore in modo indiretto, attraverso la lettura di libri, articoli, racconti di esperienze altrui. Chi, invece, fin da subito, ha l’esigenza di entrare a far parte di un gruppo di auto-mutuo-aiuto o di relazionarsi con uno specialista».

I figli arcobaleno

Qualunque sia la strada scelta è importante che conduca verso l’obiettivo giusto: l’elaborazione del lutto. «Il lutto è un processo fisiologico – dice Darsena -. Per questo, chiunque si trovi ad affrontarlo è necessario che comprenda la “normalità” del suo stato, evitando di cadere nell’errore di definire patologico il proprio comportamento».

Ma anche ad elaborazione completata questi genitori non potranno essere lasciati soli e, laddove abbiano il desiderio di avere un altro figlio, dovranno essere guidati verso la gravidanza successiva. «Si tratta di un processo lungo e difficile, in grado di condurre ad esiti meravigliosi: non solo la nascita di splendidi figli arcobaleno, ma anche alla creazione di nuovi volontari, genitori pronti ad offrire in dono la loro esperienza, affinché – conclude – quel dolore immenso possa essere trasformato in nuova speranza».

 

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