Salute 6 Settembre 2022 16:03

In Italia via libera ai vaccini «aggiornati», che fine faranno i «vecchi»?

L’Aifa ha approvato i due vaccini aggiornati sulla variante Omicron 1. Ma l’Italia ha ancora oltre 2 milioni di dosi di vaccini «vecchi» da utilizzare

In Italia via libera ai vaccini «aggiornati», che fine faranno i «vecchi»?

Ieri l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha dato il via libera ai vaccini anti-Covid adattati contro la variante Omicron 1. La decisione arriva dopo l’ok dell’Agenzia europea dei farmaci dello scorso primo settembre. La Commissione tecnico scientifica dell’AIFA ha ribadito che la popolazione a maggior rischio di sviluppare malattia grave, per la quale quindi la dose booster con i vaccini anti-Covid aggiornati è fortemente raccomandata in via prioritaria, è rappresentata dai soggetti che presentano fattori di rischio e dagli over 60.

I vaccini nuovi potranno essere somministrati dopo 3 dal ciclo primario

I booster con i vaccini aggiornati contro la variante Omicron potranno essere somministrati, secondo il Cts, dopo tre mesi dal ciclo primario. Tutti gli altri soggetti, sopra i 12 anni di età, afferma la Cts, «possono comunque vaccinarsi con la dose booster su consiglio del medico o come scelta individuale». I vaccini «vecchi», cioè quelli sviluppati sulla prima versione del virus Sars-CoV-2, continueranno a essere utili. Soprattutto fino a quando il numero delle versioni aggiornate non saranno sufficienti per tutti coloro che vogliono immunizzarsi contro Covid-19.

L’Ema ribadisce l’efficacia dei «vecchi»

La stessa Ema ha precisato che le «vecchie» versioni dei vaccini, Comirnaty e Spikevax, sono ancora efficaci nella prevenzione di malattie gravi, ospedalizzazione e decesso associati a Covid-19 e continueranno ad essere utilizzati nelle campagne di vaccinazione nell’Ue, in particolare per le vaccinazioni primarie.

In Italia ci sono oltre 2 milioni di vaccini «vecchi»

Tuttavia, di vaccini «vecchi» l’Italia ne ha tanti ancora in magazzino. Precisamente, ad oggi sono 2.269.888 quelli non utilizzati ancora. Si tratta di un dato che si evince dalla differenza tra quelli consegnati e quelli effettivamente utilizzati. Alcuni continueranno quindi ad «alimentare» la campagna di vaccinazione in Italia. Altri continueranno a essere donati ai paesi che ne hanno più bisogno, tramite la collaborazione COVAX e tramite accordi bilaterali siglati con altri paesi.

L’Italia continuerà a donare i vaccini ai paesi più bisognosi

Ad esempio, tramite COVAX, il nostro paese ha donato già oltre 26milioni di dosi del vaccino di Johnson & Johnson, oltre 14 milioni di vaccino AstraZeneca, quasi 2 milioni del vaccino Moderna e oltre 7 milioni di Pfizer. Accordi bilaterali sono stati fatti con San Marino, ma anche con lo Zambia e la Tunisia. Quest’ultima, proprio di recente, ha ricevuto quasi 155mila dosi del vaccino pediatrico di Pfizer.

 

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