Salute 10 Dicembre 2020 16:30

Il virus Sars-CoV-2 muta, ma nessun pericolo per l’efficacia del vaccino

Uno studio dell’Università di Milano con Fondazione Don Gnocchi e Istituto scientifico Medea su 15mila sequenze isolate rivela la capacità del virus di mutare. Il professor Clerici: «Le mutazioni sono minime e non hanno ancora un riscontro clinico, ma è da tenere sotto controllo l’utilizzo degli anticorpi nella terapia basata sul siero iperimmune»

di Federica Bosco

Il virus Sars-Cov-2 evolve per contrastare la risposta immunitaria. È il risultato di uno studio fatto su un campione di 15mila sequenze isolate in varie regioni del mondo da un gruppo di ricercatori italiani dell’istituto scientifico Medea di Bosisio Parini in provincia di Lecco, in collaborazione con il professor Mario Clerici dell’Università degli studi di Milano e Fondazione Don Gnocchi.

«Il significato è che il virus cerca di sfuggire l’anticorpo per infettare meglio le cellule» spiega il professor Clerici ai nostri microfoni. «Ma niente paura – aggiunge nel rassicurarci -: le mutazioni sono minime e non hanno ancora un riscontro clinico, ma è qualcosa da tenere sotto controllo perché in teoria potrebbe interessare l’utilizzo degli anticorpi nella terapia basata sul siero iperimmune».

La terapia del plasma sembra essere dunque meno efficace se si verifica una mutazione, perché «contiene anticorpi che sono stati prodotti dalle persone guarite, quindi se le mutazioni interessano le proteine riconosciute degli anticorpi, in teoria il virus potrebbe sfuggire al riconoscimento degli anticorpi contenuti nel plasma».

Mutazioni virus, ma vaccini sicuri

Un discorso che potrebbe interessare anche i vaccini in produzione? «Non c’è alcun rischio in quel senso – risponde Clerici –. I vaccini oggi sono l’unico strumento attraverso il quale riusciremo a controllare il Covid. I dati non indicano una pericolosità delle poche mutazioni che abbiamo osservato nei nostri studi. In particolare due dei vaccini in produzione danno ottime garanzie. Quello Pfizer è una bomba, funziona benissimo sia nel prevenire che nel contrastare la severità della malattia. Sono ottimista, quando ci sarà una vaccinazione di massa sconfiggeremo il Covid».

Prime dosi ai giovani per raggiungere l’immunità di gregge

Se il vaccino, dunque, rappresenta la strada maestra da seguire per debellare il Covid, per Clerici sarebbe opportuno invertire l’ordine di distribuzione. «Lo sostengo dallo scorso mese di luglio – spiega –. La via più veloce per ottenere un’immunità di gregge è quella di vaccinare non i soggetti anziani, ma i giovani perché hanno vita sociale attiva, si infettano, hanno più possibilità di essere a contatto con il virus e di diffonderlo. Se vacciniamo gli anziani che sono in casa, con una vaccinazione proteggiamo una persona; se vacciniamo i giovani che hanno una vita attiva, con una vaccinazione siamo in grado di proteggere potenzialmente centinaia di persone, compresi genitori e nonni», conclude.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Vaccini, Oms e Unicef: “Oltre 120mila bambini a ‘dose zero” tra Europa e Asia Centrale”
La specialista regionale dell'UNICEF per le vaccinazioni in Europa e Asia Centrale: "Non c’è ragione per cui i bambini debbano correre il rischio di morire per malattie prevenibili con un vaccino. Dare priorità ai finanziamenti e investimenti sui programmi di immunizzazione e sistemi sanitari”
Nasce il progetto PMLAb per i pazienti COVID-19 immunocompromessi
La gestione del paziente immunocompromesso con COVID-19 richiede una particolare attenzione, che si concretizza con le Profilassi Pre-Esposizione con anticorpi monoclonali. A questo scopo è nato il progetto Prevention Management LAboratory (PMLAb), presentato oggi a Roma
Dagli igienisti della SItI una Guida alle buone pratiche vaccinali
La Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) ha presentato il documento "Guida alle buone pratiche vaccinali", con l'obiettivo di promuovere e garantire servizi vaccinali di eccellenza in tutto il territorio nazionale
di V.A.
Il Nobel per la Medicina ai «genitori» dei vaccini a mRNA contro il Covid e non solo
Drew Weissman, 64 anni, e Katalin Karikò, 68 anni, sono i due nuovi vincitori del Nobel per la Medicina 2023. I due scienziati hanno sviluppato la tecnologia che ha permesso, nel giro di pochissimi mesi, di sviluppare i vaccini anti-Covid a mRNA, che hanno salvato milioni di vite umane nel mondo
Covid: alta adesione degli over 60 ai vaccini ridurrebbe fino al 32% i ricoveri, le raccomandazioni nel Calendario per la Vita
Il board del Calendario per la Vita, costituito da diverse società scientifiche, ha redatto delle raccomandazioni per la campagna di vaccinazione anti-Covid per l’autunno-inverno 2023
di V.A.
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Gioco patologico, in uno studio la strategia di “autoesclusione fisica”

Il Dipartimento di Scienze cliniche e Medicina traslazionale dell'Università Tor Vergata ha presentato una misura preventiva mirata a proteggere i giocatori a rischio di sviluppare problemi leg...
Salute

Cervello, le emozioni lo ‘accendono’ come il tatto o il movimento. Lo studio

Dagli scienziati dell'università Bicocca di Milano la prima dimostrazione della 'natura corporea' dei sentimenti, i ricercatori: "Le emozioni attivano regioni corticali che tipicamente rispondo...
Advocacy e Associazioni

Porpora trombotica trombocitopenica. ANPTT Onlus celebra la III Giornata nazionale

Evento “WeHealth” promosso in partnership con Sanofi e in collaborazione con Sics Editore per alzare l’attenzione sulla porpora trombotica trombocitopenica (TTP) e i bisogni ancora i...