Salute 27 Maggio 2019 17:09

Hamburger, non solo junk food: i consigli della nutrizionista per un panino “salutare”

«Può trovare spazio all’interno di una dieta varia e bilanciata», spiega la nutrizionista Susanna Bramante, ma il problema è la sua “cattiva” compagnia: patatine fritte, bevande zuccherate, salse e condimenti ricchi di sale e grassi

Hamburger, non solo junk food: i consigli della nutrizionista per un panino “salutare”

Il 28 maggio è la Giornata mondiale dell’hamburger, il medaglione di carne di origini tedesche ma emblema del food made in USA, amatissimo ormai anche dagli italiani. Secondo una recente ricerca Doxa quasiun italiano su tre afferma di mangiare il panino “all’americana” tutti i giorni, e l’80% dichiara di concederselo almeno una volta al mese.

LE ORIGINI

Il panino americano per eccellenza ha origini tedesche. Come ricorda l’associazione no profit Carni Sostenibili, hamburger deriva dalla parola “Hamburg” cioè Amburgo, la seconda città più grande della Germania. L’hamburger steak, poi solo hamburger, fa la sua comparsa nelle cronache culinarie americane a partire dalla prima metà dell’800 e a servirlo per la prima volta nel suo ristorante di New York nel 1873 è lo chef Charles Ranhofer. L’etimologia italiana del termine “svizzera”, parola con la quale si era soliti chiamare il medaglione di carne in Italia fino a qualche decennio fa, ha avuto origini simili. Svizzera, infatti, derivava da un piatto importato dal cantone tedesco dello stato elvetico.

L’HAMBURGER SINONIMO DI PANINO

«Può trovare spazio all’interno di una dieta varia e bilanciata», spiega la nutrizionista Susanna Bramante, con un lungo prontuario di “buone regole”. Dal punto di vista nutrizionale infatti siamo di fronte ad un pasto completo, ben bilanciato e perfettamente in linea con i dettami della Dieta Mediterranea. C’è tutto e nelle giuste proporzioni: i carboidrati complessi dati dal pane, le proteine nobili e i minerali della carne e del formaggio, le vitamine, antiossidanti e le fibre delle verdure, con un apporto di circa 300 Kcal, meno di un semplice piatto di pasta al pomodoro (449 Kcal).

LEGGI: LA CARNE FA MALE? ECCO LE FAKE NEWS PIÙ DIFFUSE SECONDO “CARNI SOSTENIBILI”

Ciò che rende l’hamburger un alimento “malsano” agli occhi del consumatore non deve essere il panino in sé, che non ha niente che non va, ma la sua cattiva “compagnia”: infatti viene solitamente accompagnato da patatine fritte, bevande zuccherate, salse e condimenti ricchi di sale e grassi, aggiungendo circa 400 Kcal in più che si possono evitare e attribuendo ingiustamente all’hamburger la fama di “junk food”.

Anche il pane spesso è troppo morbido e ricco di acqua, cosa che lo rende più difficilmente digeribile rispetto ad un pane con la crosta. Un pane dalla consistenza più dura, anche integrale, meglio se con la presenza di svariati tipi di semi interi e ben visibili, sarebbe l’ideale per avere un pasto ancora più completo, digeribile, bilanciato e sano.
Un’accortezza che bisogna avere è cercare di masticare bene e mangiare il panino lentamente: infatti l’hamburger è un pasto che si presta ad essere consumato troppo alla svelta, penalizzandone la digeribilità.

Il classico hamburger di carne rossa può essere inserito tranquillamente nel nostro menu una volta a settimana. L’hamburger di bovino per eccellenza si ottiene dai tagli della spalla con aggiunta della pancia per arricchire il sapore con un po’ di grasso, perché in effetti l’hamburger più gustoso e morbido contiene dal 12 al 15 % di grassi che in cottura in parte si disperdono. Per chi invece vuole fare una scelta più light, i tagli da scegliere sono quelli del posteriore, tagli con un contenuto in lipidi non superiore al 5%.

Via libera a piastre, griglie o padelle ben calde, ma non tutti sanno che per la cottura perfetta bisogna evitare di usare olio e lasciare la carne 10 minuti a temperatura ambiente prima di metterla sul fuoco per scongiurare che l’interno resti freddo. L’hamburger, poi, vuole una cottura serena, e se a guidare la scelta fra ben cotta o al sangue è solo il gusto, sul metodo non si transige: la carne non va assolutamente girata e rigirata in continuazione, bastano dai 2 ai 4 minutiper lato.

Trucco da chef per azzeccare il momento della giravolta? Osservare il bordo: quando la metà dello spessore avrà cambiato colore è ora di cuocere l’altro lato. Vietatissimo, infine, forare la carne con una forchetta, il risultato sarebbe quello di farle perdere preziosi succhi in cottura. Sempre valido il consiglio di non bruciare le superfici dei nostri medaglioni.

Articoli correlati
I menù “veggy” dei fast food non sono più salutari dei “tradizionali” alla carne
Quando si va nei fast food non ci sono scelte più salutari delle altre. Che sia veggy o "tradizionale" il menù sono calorici in modo simile. A stabilirlo è uno studio, pubblicato sulla rivista Nutrition, che ha analizzato un totale di 1.868 pasti tra cui panini, insalate, noodles e pizza provenienti da 50 catene di fast food, tra cui Wagamamas, Pret, Pizza Express, Leon e Burger King, in cinque paesi differenti
Nella carne rossa e nei latticini si cela un nutriente che potenzia l’immunoterapia contro il cancro
Uno studio dell'Università di Chicago ha scoperto che nella carne e nei latticini provenienti da animali da pascolo come mucche e pecore, si cela un nutriente, l’acido trans-vaccenico (TVA), che l’organismo umano non può produrre da solo e che potrebbe essere in grado di rafforzare la risposta immunitaria contro il cancro, oltre che a potenziare l’efficacia dell’immunoterapia
«Per i malati rari il 2021 è stato un anno di vittorie a metà», la denuncia di OMAR nella Giornata Mondiale delle Malattie Rare
Il bilancio sulle malattie rare del direttore di Omar, Ilaria Ciancaleoni Bartoli, sul 2021 è caratterizzato da numerose vittorie a metà. Mancano decreti attuativi di molti provvedimenti che hanno l'obiettivo di supportare e sostenere i malati rari e le loro famiglie
Carne alleata delle donne contro l’invecchiamento cutaneo
Elisabetta Bernardi, nutrizionista dell’associazione Carni Sostenibili spiega perché: «Contengono proteine nobili, acidi grassi omega-3 a catena lunga, ferro, zinco, selenio, vitamina A, C, D, E e B12 e sono fonti di zinco, selenio, fosforo e ferro»
di Federica Bosco
Covid-19 e ictus cerebrale: esiste una correlazione?
Il neurologo: «L’ictus cerebrale è stato diagnosticato in circa il 6% dei pazienti con infezione da SARS-CoV-2 in atto, ma è ancora presto per stabilire con assoluta certezza che ci sia un legame specifico. Ma un dato interessante c’è: la maggior parte dei pazienti Covid che hanno avuto un ictus cerebrale sono giovani e privi di fattori di rischio associati»
di Isabella Faggiano
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Lavoro

Nasce “Elenco Professionisti”, il network digitale di Consulcesi Club dedicato agli specialisti della Sanità

L’obiettivo è aiutare il professionista a migliorare la sua visibilità all’interno della comunità medico-scientifica e facilitare i contatti tra operatori. Simona Gori...
Advocacy e Associazioni

Giornata Mondiale dell’Obesità, Benini (FAND): “Attenzione alla Diabesità”

Per la Giornata Mondiale dell'Obesità 2024 sono molte le iniziative promosse, in Italia, in Europa e nel Mondo dalle organizzazioni contro l'obesità, gli operatori sanitari e le persone ...
Advocacy e Associazioni

Disturbi spettro autistico. Associazioni e Società Scientifiche scrivono al Ministro Schillaci

Nella lettera si sottolinea come sia "indispensabile affrontare le criticità più volte evidenziate da operatori e famiglie nell’ambito di tutti i disturbi del neurosviluppo, quale ...