Salute 15 Giugno 2022 10:48

Anticorpi monoclonali e antivirali efficaci anche contro nuove sottovarianti di Omicron

Zazzi, co-presidente ICAR: «Si inizia a capire meglio quali parti della proteina spike tendono a rimanere stabili nel tempo e questo aiuta molto nei criteri di selezione dei monoclonali. Le funzioni virali colpite dagli antivirali invece non sono soggette a forte evoluzione»

Anticorpi monoclonali e antivirali efficaci anche contro nuove sottovarianti di Omicron

I mesi estivi stanno portando un costante abbassamento dei casi di contagio e a un’abolizione quasi completa delle misure di contenimento della pandemia. Segno di un passaggio alla convivenza con il virus, ma non della sua scomparsa. Una sua possibile recrudescenza nel prossimo autunno rende fondamentale avere degli strumenti terapeutici efficaci da poter utilizzare per prevenire nei soggetti fragili un peggior decorso dell’infezione da Sars-CoV-2.

Proprio per questo diventa necessario affrontare gli aggiornamenti di anticorpi monoclonali e antivirali diretti oggi disponibili. Se ne è discusso al Congresso ICAR – Italian Conference on AIDS and Antiviral Research, a Bergamo dal 14 al 16 giugno.

Gli anticorpi monoclonali

Gli anticorpi monoclonali sono molecole prodotte in laboratorio modificando gli anticorpi prodotti in riposta all’infezione naturale. La selezione avviene sulla base dell’affinità di legame fra l’anticorpo e la proteina spike che il virus utilizza come chiave per entrare nelle cellule. L’anticorpo blocca l’ingresso del virus, impedendone la moltiplicazione. Dalla comparsa di Omicron, l’efficacia di alcuni anticorpi monoclonali è stata messa in discussione. I recenti sviluppi hanno permesso degli aggiornamenti che permettono di guardare con fiducia al futuro.

«Le aziende produttrici hanno delle vere e proprie librerie di monoclonali e possono produrne di nuovi in tempi relativamente brevi a fronte di nuove varianti con una proteina spike diversa – sottolinea Maurizio Zazzi, co-Presidente di ICAR –. Con i frequenti cambiamenti del virus, si sono avute molte evidenze di variazione di attività dei monoclonali. La buona notizia è che si inizia a capire meglio quali parti della proteina spike tendono a rimanere stabili nel tempo e questo aiuta molto nei criteri di selezione dei monoclonali meno soggetti alla perdita di attività con l’evoluzione del virus. Possiamo quindi rassicurare che abbiamo buoni anticorpi monoclonali anche per trattare le varianti più recenti come omicron BA.4 e BA.5, le quali potrebbero essere protagoniste di una nuova ondata autunnale».

Gli antivirali diretti

Gli antivirali diretti rispondono senza distinzioni alle varianti sin qui emerse. «Gli antivirali diretti sono composti chimici di sintesi, sviluppati per bloccare specifiche funzioni nel ciclo di replica virale – spiega Zazzi -. Attualmente ne abbiamo tre a disposizione. A differenza dei monoclonali, che bloccano l’ingresso del virus nella cellula, gli antivirali fermano il virus all’interno della cellula stessa. Le funzioni virali colpite dagli antivirali non sono soggette a forte evoluzione come la proteina spike. Quindi, per il momento tutte le varianti rimangono sensibili agli attuali antivirali, incluse le recenti linee evolutive di Omicron BA.4 e BA.5».

Monoclonali e antivirali, il bilancio

Secondo i dati ufficiali AIFA, dal momento in cui sono stati attivati i registri sull’uso dei monoclonali e degli antivirali, oltre 60 mila pazienti sono stati trattati in Italia con monoclonali mentre il trattamento con antivirali ha interessato circa 45mila casi. L’antivirale per il trattamento dei pazienti ospedalizzati, il primo ad essere stato reso disponibile, è stato utilizzato in quasi 100 mila casi. Resta fondamentale una catena sanitaria decisionale semplice e strumenti digitali efficienti.

«La somministrazione deve essere il più precoce possibile, entro 5-7 giorni dall’inizio dei sintomi – evidenzia Zazzi -. La seconda fase dell’infezione è infatti dominata da meccanismi patogenetici indiretti e bloccare il virus diventa un beneficio clinico molto limitato o nullo. Le terapie sono tutte di breve durata, una singola somministrazione per i monoclonali, 3-5 giorni di terapia per gli antivirali. È doveroso ribadire che le terapie non sostituiscono la vaccinazione, ma la integrano con una cura per quei casi in cui, nell’impossibilità di vaccinare o nella mancata efficacia della vaccinazione, il paziente si infetti e sia valutato a rischio di sviluppare malattia grave».

«Si deve aggiungere che con i monoclonali è possibile anche un uso in profilassi, cioè per proteggere dall’infezione un soggetto fragile che non sia stato vaccinato o che non abbia risposto alla vaccinazione. Proprio pochi giorni fa la combinazione di due monoclonali, già approvati proprio per profilassi, ha dimostrato la propria utilità anche nel trattamento dell’infezione in persone non ospedalizzate con fragilità. Dunque, i presidi per la prevenzione e la terapia migliorano e sono in continuo sviluppo, soprattutto a protezione delle persone a rischio di malattia grave. Assieme alla sorveglianza costituiscono la ricetta per gestire al meglio la pandemia» conclude Zazzi.

 

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Morbillo: mappato il percorso del virus nel cervello
Per la prima volta è stata realizzata una sorta di mappa della diffusione del virus del morbillo nel cervello sulla base dei dati di un paziente colpito da una rara e letale malattia cerebrale, chiaara panencefalite sclerosante subacuta (SSPE). A realizzare l'impresa sono stati i ricercatori della Mayo Clinic in uno studio pubblicato su PLOS Pathogens
Covid: le varianti sono emerse in risposta al comportamento umano
Le varianti del virus Sars-CoV-2 potrebbero essere emerse a causa di comportamenti umani, come il lockdown o le misure di isolamento, le stesse previste per arginare la diffusione dei contagi. Queste sono le conclusioni di uno studio coordinato dall’Università di Nagoya e pubblicato sulla rivista Nature Communications. Utilizzando la tecnologia dell’intelligenza artificiale e la modellazione matematica […]
Covid: pericolo scampato? Non per i pazienti fragili: l’appello di AIP OdV
Le infezioni da Sars-CoV-2, così come le altre malattie virali, rimangono un elemento di allerta. In Italia, infatti, si contano ancora circa 30 morti al giorno per infezioni Sars-CoV-2, molti dei quali fanno parte dei cosiddetti «pazienti fragili» (sono 1 su 5 in Italia)
Covid: in Cina ondata variante XBB, attesi 65 milioni di casi a settimana a fine giugno
Anche se l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato la fine della pandemia, non sono escluse ondate di contagi anche molto forti. Sarà così molto presto in Cina, dove si prevede che la nuova ondata di Covid-19 in corso raggiunga un picco da circa 65 milioni di casi a settimana a fine giugno. L'allarmante scenario è stato paventato da Zhong Nanshan, il principale esperto di malattie respiratorie del gigante asiatico
Arturo è in Italia. La nuova variante è stata individuata a Pavia
Abbiamo la prima prova che a nuova «sorella» di Omicron, Arturo, si trova in Italia. «E' stata identificata dall'équipe di Fausto Baldanti, direttore dell'Unità di microbiologia e virologia dell'Irccs San Matteo di Pavia», annuncia ufficialmente l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Guido Bertolaso
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Giornata Mondiale dell’Obesità, Benini (FAND): “Attenzione alla Diabesità”

Per la Giornata Mondiale dell'Obesità 2024 sono molte le iniziative promosse, in Italia, in Europa e nel Mondo dalle organizzazioni contro l'obesità, gli operatori sanitari e le persone ...
Advocacy e Associazioni

Disturbi spettro autistico. Associazioni e Società Scientifiche scrivono al Ministro Schillaci

Nella lettera si sottolinea come sia "indispensabile affrontare le criticità più volte evidenziate da operatori e famiglie nell’ambito di tutti i disturbi del neurosviluppo, quale ...
Advocacy e Associazioni

Giornata Mondiale dell’Obesità: un’epidemia con 800 milioni di malati

Presentate le iniziative italiane della World Obesity Day che ricorre il 4 marzo. Nel nostro Paese le persone con obesità sono l’11,4 per cento della popolazione e oltre 21 milioni di ita...
di I.F.