Mondo 18 Novembre 2020 18:25

La Svizzera ha finito i posti in terapia intensiva, chiesto intervento dell’esercito

Dalla Ssmi svizzera la richiesta ai pazienti di rendere subito note le disposizioni sull’interruzione eventuale di cure salvavita in terapia intensiva

La Svizzera ha finito i posti in terapia intensiva, chiesto intervento dell’esercito

In Svizzera non ci sono più posti letto nei reparti di terapia intensiva. L’allarme è stato lanciato dalla Società svizzera di medicina intensiva (Ssmi): tutti gli 876 letti a disposizioni sono attualmente occupati. In queste ore il governo ha chiesto al Parlamento l’impiego dell’esercito per gestire le carenze. Dagli ospedali, è stato chiesto ai pazienti, specie a rischio di un’infezione grave, di rendere subito note le proprie volontà sull’interruzione delle cure.

«Gli 876 letti di terapia intensiva certificati e riconosciuti dalla Ssmi normalmente disponibili in Svizzera per il trattamento degli adulti – si legge in una nota – attualmente sono praticamente tutti occupati». Per far fronte a situazioni critiche locali, si è fatto ampio ricorso al trasferimento di pazienti in altri cantoni e anche al di fuori della regione linguistica. Misure molto difficili per malati e parenti, riconosce Ssmi. «I reparti di terapia intensiva – tuttavia – sono al limite della loro normale capacità di posti letto, ma stanno facendo del loro meglio per far fronte a un afflusso di pazienti in condizioni critiche, maggiore della prima ondata di Covid-19, e per continuare a trattare tutti i pazienti gravemente malati in futuro».

L’INTERVENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE

La protezione civile è già al lavoro, in attesa dell’autorizzazione per l’esercito. L’intervento del contingente della protezione civile potrà essere richiesto dai cantoni fino al 31 marzo. Consentirà in particolare di sgravare il personale curante di case di riposo e istituti di cura, sempre più spesso contagiato e costretto a mettersi in quarantena o in isolamento. Potrà anche dare man forte al contact tracing e alle organizzazioni che effettuano i test. La protezione civile fornirà inoltre un supporto a livello logistico, occupandosi dei trasporti di pazienti, dell’installazione e gestione di centri di accoglienza presso gli ospedali, di assistere gli stati maggiori di crisi o gestire le linee telefoniche d’emergenza.

L’INTERVENTO DELL’ESERCITO

La convocazione dell’esercito è arrivata per richiesta esplicita dei Cantoni, che dovranno dimostrare di aver esaurito ogni altro mezzo. Sono 2500 i militari, convocati anch’essi fino al 31 marzo. Trattandosi di un impiego di durata superiore a tre settimane e di un contingente di oltre 2000 militari, la missione deve essere approvata dal Parlamento, che si esprimerà nella sessione invernale. I militari dovranno sostenere le strutture ospedaliere civili nel settore delle cure di base e delle terapie, aiutare gli ospedali cantonali ad accrescere le capacità delle loro unità di cure intensive e trasportare pazienti contagiosi. I soldati sanitari e d’ospedale, che dispongono di una formazione militare riconosciuta dalla Croce Rossa, potranno in particolare sgravare il personale infermieristico da alcuni compiti per consentire loro di concentrarsi sui casi gravi.

LA RICHIESTA: «RENDERE NOTE LE DISPOSIZIONI SU INTERRUZIONE CURE»

Come ultima risorsa per la «situazione al limite», Ssmi ha fatto una richiesta ai pazienti. «Tutti, e in particolare alle persone a rischio di un’infezione grave, sono invitate a rendere note le proprie disposizioni anticipate di trattamento, indicando se desiderano beneficiare di misure che prolungano la vita in caso di malattia grave».

«In questo modo – spiegano gli esperti – i membri della famiglia, ma anche i team dei reparti di terapia intensiva, saranno sostenuti nel processo decisionale, in modo che il trattamento possa avvenire nel miglior modo possibile e secondo i desideri personali del paziente».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Covid, alcune persone potrebbero aver perso l’olfatto per sempre? L’ipotesi allarmante in uno studio
La perdita dell'olfatto a causa di Covid-19 potrebbe durare a lungo o addirittura per sempre. Uno studio rivela che una persona su 20 non l'ha recuperato dopo 18 mesi
Ascom Digistat, le nuove frontiere dell’ICT al servizio del settore sanitario
Ascom Digistat Suite è una piattaforma software per la gestione dei dati clinici dei pazienti progettata per l’utilizzo da parte di medici, infermieri e personale sanitario. Prevede un’ampia gamma di soluzioni: dalla gestione del percorso chirurgico del paziente, al trattamento del paziente in terapia intensiva, al monitoraggio dei parametri fisiologici e di allarmi, inclusi i dispositivi indossabili
Si possono bere alcolici quando si risulta positivi al Sars-CoV-2?
Il consumo di alcolici è controindicato quando si è positivi al virus Sars CoV-2. Gli studi mostrano infatti che gli alcolici possono compromettere il sistema immunitario
Dopo quanto tempo ci si può ammalare di nuovo di Covid-19?
Gli studi indicano che le reinfezioni con Omicron sono più frequenti. Una ricerca suggerisce un intervallo tra i 90 e i 640 giorni, un'altra tra i 20 e i 60 giorni
DL Riaperture, via libera dalla Camera. Cosa cambia per mascherine, isolamento, green pass e obbligo vaccinale
Il provvedimento recepisce la fine dello stato di emergenza. Prorogato lo smart working per i lavoratori fragili. Medici in quiescenza potranno continuare a ricevere incarichi di lavoro autonomo
di Francesco Torre
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Politica

Il Nobel Giorgio Parisi guida l’appello di 14 scienziati: “Salviamo la Sanità pubblica”

Secondo i firmatari "la spesa sanitaria in Italia non è grado di assicurare compiutamente il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e l'autonomia differenziata rischia di ampliare ...