Lavoro 11 Febbraio 2020 07:45

Giornata donne nella scienza, Fp Cgil: «Servono riconoscimenti professionali e di carriera»

«Permangono discriminazioni, da rinnovo contratto medici prime risposte»

«Le donne scienziate hanno ottenuto negli anni grandi successi, non ultimo quello delle ricercatrici dello Spallanzani che hanno isolato il coronavirus, ma non ancora accompagnati da adeguati riconoscimenti professionali e di carriera». A dichiararlo sono Patrizia Fistesmaire della Fp Cgil medici e dirigenti Ssn e Lara Verbigrazia per le Politiche di genere della Fp Cgil nazionale, in occasione della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, che ricorre oggi 11 febbraio, proclamata dalle Nazioni Unite per l’accesso paritario delle donne alla scienza, l’uguaglianza di genere e le pari opportunità nella carriera scientifica.

LEGGI ANCHE: AGGRESSIONI IN SANITA’, DONNA IL 60% DELLE VITTIME. ZOCCHI (OMCEO MILANO): «NECESSARIO CAMBIAMENTO CULTURALE PER AUMENTARE DENUNCE»

In questa giornata, aggiungono, «un plauso particolare vorremmo andasse a tutte le operatrici che lavorano in sanità e si trovano a sostenere ritmi spesso ‘acrobatici’ nel conciliare i tempi di vita e di lavoro. Ma la situazione è ancora molto critica: le donne sono esposte a maggiori rischi perché non sono riconosciuti i bisogni specifici legati al genere. Dall’ultimo rapporto sulle aggressioni in sanità, infatti, si rileva che il 70% é a danno delle donne».

Inoltre, continuano, «permangono discriminazioni legate al genere e ai condizionamenti culturali anche negli stessi luoghi di lavoro: dagli ultimi dati del Ministero della Salute emerge che il 66,8% del personale del Servizio sanitario nazionale è composto da donne, contro il 33,2% degli uomini, ma ancora oggi solo un terzo dei primari è donna. Una situazione inaccettabile che non possiamo più ignorare. Un primo segnale importante è arrivato dal nuovo contratto dei medici e dei dirigenti sanitari che ha riconosciuto lo stipendio di risultato anche alle donne in gravidanza. Ma non basta: è necessario intervenire sui processi di carriera e di riconoscimento professionale», concludono Fistesmaire e Verbigrazia.

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