Nel nuovo numero di Punto Giovani, le opinioni di studenti, neolaureati e specializzandi sull’Educazione Continua in Medicina: «C’è un divario evidente tra i giovani, proiettati al cambiamento, e i meno giovani, meno aperti al nuovo»
«Il primo passo è l’accordo regionale Lombardia 2020 dove verranno chiesti più incentivi per il personale di studio e il sostegno dei giovani medici nell’avvio della propria attività di medicina convenzionata. La cronicità rimane la sfida principale» così Paola Pedrini, alla guida di FIMMG Lombardia
Il Presidente Massimo Tortorella: «La tentazione di andare a lavorare in Francia, Germania o Gran Bretagna, dove vengono offerti contratti migliori e carriere più rapide, è forte per tutti i nostri aspiranti specialisti: in Italia ci sono primari under 40? All’estero è la normalità»
Il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini spiega ai nostri microfoni quali sono i provvedimenti da prendere oggi per evitare, un domani, il tracollo del Ssn
«Contrastare l’imbuto formativo aumentando le borse – medicina generale e specializzazione – recuperare quelle perse negli anni e modificare il decreto Fedeli per l’abilitazione all’esercizio della professione medico-chirurgica». Queste le indicazioni del presidente dell’Associazione liberi specializzandi
Tra le tematiche emerse durante gli Stati Generali del giovane medico è l’assoluta necessità di salvaguardare il numero che «non deve essere “chiuso” bensì programmato in base alle esigenze del SSN da qui ai prossimi anni». Queste le considerazioni del coordinatore dell’Osservatorio Giovani medici Fnomceo a Sanità Informazione
«Tutti i laureati in medicina devono poter accedere alla formazione e poi al mondo del lavoro – ha dichiarato a Sanità Informazione il Presidente del Segretariato italiano giovani medici– siamo favorevoli all’apertura dei concorsi agli specializzandi all’ultimo anno»
Tra i punti proposti dal sindacato, la partecipazione delle Regioni alla spesa per formare i medici e la collaborazione di università e ospedali
Diletta Duranti di CIMO Lab racconta la sua storia: «Ho provato a formarmi al meglio, ma sono sempre stata svantaggiata»
Una scuola su quattro rischierebbe l’accreditamento perché non rispetterebbe gli standard qualitativi previsti. Il coordinatore dell’Osservatorio giovani della FNOMCeO: «Le reti formative integrino università, ospedali e territorio». E sul numero chiuso: «Prova di accesso attuale non fa gran selezione. Dovrebbero essere valutate anche le motivazioni dei candidati»