Salute 28 Dicembre 2020 16:09

Vaccine day, il giorno dopo: come stanno i primi vaccinati italiani contro Covid-19?

Nessuna reazione avversa notata per ora, i 9mila vaccinati in buone condizioni. Entro domani le nuove dosi in Italia, mentre Pfizer annuncia ritardi in otto paesi Ue

Vaccine day, il giorno dopo: come stanno i primi vaccinati italiani contro Covid-19?

Si è già toccata soglia 2 milioni di somministrazioni per il vaccino anti-Covid realizzato da Pfizer-BioNTech, primo ad essere approvato dall’Ema in Europa. Sul totale sono state registrate solamente otto reazioni avverse “maggiori”, risolte comunque in tutti i soggetti in 24 ore. A tirare le somme Guido Rasi, ex direttore esecutivo di Ema durante “Agorà”, dove è intervenuto per alcuni chiarimenti sul funzionamento del vaccino. «Se le stesse persone avessero contratto il virus, avremmo 100-120 morti», ha insistito.

Il giorno dopo il Vaccine day restituisce un’Europa più forte, che comincia il lento processo di immunizzazione e non registra effetti collaterali inattesi. «Il rischio ovviamente ci può stare – ha chiarito Rasi – ma abbiamo un elemento di grande ottimismo e cioè il fatto che il vaccino è stato creato contro un costituente fondamentale per il virus, indispensabile al patogeno per essere infettivo. Quindi se il virus facesse una mutazione strutturale contro questo costituente, probabilmente perderebbe la sua contagiosità».

9mila vaccinati ieri, lo stato di salute è buono

Tra i 9mila vaccinati alla partenza, il virologo lombardo Fabrizio Pregliasco, che ha ricevuto l’iniezione ieri all’Ospedale Niguarda di Milano, ha dichiarato di stare benissimo. «Solo una leggerissima dolenzia al braccio» della puntura, ha aggiunto. Anche il presidente dell’Ordine dei medici di Milano, Roberto Carlo Rossi e il medico di famiglia Fiorenzo Corti, vice-segretario nazionale Fimmg, anche loro beneficiari di una dose, hanno affermato di sentirsi «benissimo».

«Niente febbre né altri sintomi – ha detto Corti -. L’unico problema che ho avuto stamattina è stata la neve che mi ha bloccato il cancello. Oggi sono al lavoro sereno e il mio è un messaggio di tranquillità per chi si sente diffidente». Ora, ha aggiunto, i medici di famiglia si aspettano di essere contattati e coinvolti anche nella programmazione delle somministrazioni ai cittadini.

«A 24 dal vaccino mi sento ancora benissimo. Confermo che la grande nevicata di stanotte non è legata alla vaccinazione». È l’ultimo passo del “diario di bordo” di Maurizio Cecconi, direttore Anestesia e Terapie intensive di Humanitas, anche lui fra i primi camici bianchi italiani vaccinati contro Covid. L’esperto ha scelto di pubblicare piccoli aggiornamenti via Twitter su quello che succede dopo l’iniezione scudo. «Mi sono appena vaccinato – ha scherzato ieri – mi sento benissimo e per nulla geneticamente modificato».

«Ci siamo svegliati oggi più sereni e più ottimisti: abbiamo il primo vaccino, ne abbiamo somministrati 139 e stanno tutti benissimo. Oggi però non è il tempo di rilassarsi né di ricercare o costruire storie o personaggi», anche il direttore dell’Inmi Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, ha salutato il day-after la vaccinazione con entusiasmo.

«Non abbiamo eroi o angeli, ma operatori che fanno il proprio dovere fino in fondo nella quotidianità e che hanno voluto dare la loro testimonianza d’amore per loro stessi, per i loro cari, per i pazienti, per il Paese. Continuiamo a lavorare perché la strada, ora in leggera discesa, è comunque ancora tutta da percorrere fino alla fine. Vinceremo, ma guai a distrarsi!», ha scritto in un post su Facebook.

Né catastrofisti né ottimisti di maniera

«La notte precedente il 27 dicembre, come tutte le vigilie importanti, è stata lunghissima e insonne – ha aggiunto Vaia -. Mi è passato davanti tutto il film di questi 11 lunghissimi e duri mesi: dalla coppia cinese al “non abbiate paura”, dal giovane italiano proveniente dalla Cina al “non abbassiamo la guardia”, dai canti sui balconi alla depressione di massa, dalle spiagge e dalle discoteche prese d’assalto ai cattivi maestri che si lanciavano in dubbie esercitazioni sulla sconfitta prematura del virus, causa caldo. Dalla paura e dallo sconforto all’invito a rendersi attivamente partecipi, dentro una logica corale di sistema Paese».

«La nostra comunicazione ha cercato di mantenere la barra dritta: né catastrofisti né ottimisti di maniera – ha evidenziato -. Abbiamo sempre cercato di raccontare in maniera asettica e fondata su dati scientifici l’evolversi della pandemia. In ciò sostenuti sempre da media costantemente presenti e coerenti nel lanciare il messaggio giusto per il Paese. E così siamo arrivati alla prima grande sfida del vaccino, arma letale contro il virus, che insieme con altre armi e con l’atteggiamento responsabile della stragrande maggioranza dei cittadini sconfiggerà il virus».

Pfizer annuncia ritardi per le nuove dosi, ma non in Italia

Pfizer, nel frattempo, ha annunciato che le consegne del vaccino verso otto paesi europei, Spagna compresa, subiranno un piccolo ritardo dovuto a un problema logistico dello stabilimento Pfizer in Belgio. L’Italia non dovrebbe essere tra questi, le nuove dosi arriveranno tra questa sera e domani mattina. Ad assicurarlo il commissario straordinario per l’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri.

«Ci stiamo informando per essere certi – ha detto Arcuri -. Per la seconda tranche è prevista la consegna da parte dell’azienda farmaceutica Pfizer direttamente ai 300 siti incaricati della vaccinazione sul territorio nazionale». La data con certezza per la seconda consegna è quella di domani.

 

 

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