Salute 25 Marzo 2022 14:14

Tracce di microplastiche nel sangue umano, paura per le possibili conseguenze

Per la prima volta uno studio olandese ha trovato tracce di microplastiche nel sangue umano

Tracce di microplastiche nel sangue umano, paura per le possibili conseguenze

Per la prima volta sono state trovate tracce di microplastiche nel sangue umano. In particolare, un gruppo di ricercatori della Vrije Universiteit Amsterdam le ha rilevate in ben 8 persone su 10 tra tutti i volontari testati. Questo solleva importanti timori circa le possibili conseguenze sulla salute. Infatti, lo studio mostra che le particelle possono viaggiare all’interno dell’organismo e possono depositarsi negli organi. Con effetti sulla salute ancora sconosciuti. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Environment International.

Le microplastiche possono danneggiare l’organismo degli esseri umani

I ricercatori sono preoccupati perché dai test condotti in laboratorio le microplastiche danneggiano le cellule umane e perché sappiamo già che le particelle derivanti dall’inquinamento atmosferico possono entrare nel corpo ed essere la causa di milioni di morti precoci ogni anno. Attualmente enormi quantità di rifiuti di plastica vengono scaricate nell’ambiente e le microplastiche ora contaminano l’intero pianeta, dalla vetta dell’Everest agli oceani più profondi. Sapevamo già che minuscole particelle di plastica vengono ingerite attraverso il cibo e l’acqua oppure che le inspiriamo dall’aria. Infatti, tracce di microplastiche sono state trovate nelle feci di bambini e adulti.

Plastica PET, polistirene e polietilene sono i tipi di plastica trovati nel sangue

Gli scienziati hanno analizzato campioni di sangue prelevati da 22 donatori anonimi, tutti adulti sani e hanno trovato particelle di plastica in 17 di loro. La metà dei campioni conteneva plastica PET, che è comunemente usata nelle bottiglie, mentre un terzo conteneva polistirene, usato per confezionare alimenti e altri prodotti. Un quarto dei campioni di sangue conteneva polietilene, il materiale di cui sono fatte le buste di plastica. «Il nostro studio è la prima indicazione che ci sono particelle polimeriche nel sangue: è un risultato rivoluzionario», ha affermato Dick Vethaak, ecotossicologo presso la Vrije Universiteit Amsterdam nei Paesi Bassi. «Ma dobbiamo estendere la ricerca e aumentare le dimensioni del campione, il numero di polimeri valutati, ecc.», aggiunge. Sono già in corso ulteriori studi da parte di diversi gruppi di ricerca.

Tracce di microplastiche trovate anche nelle feci dei bambini

«È certamente ragionevole essere preoccupati», ha detto Vethaak al Guardian. «Le particelle sono lì e vengono trasportate in tutto il corpo». Lo scienziato ha riferito che uno studio condotto precedentemente aveva dimostrato che la microplastica era 10 volte più alta nelle feci dei bambini rispetto agli adulti e che l’uso di bottiglie di plastica fanno ingerire ai bambini milioni di particelle al giorno. «Sappiamo anche in generale che neonati e bambini piccoli sono più vulnerabili all’esposizione a sostanze chimiche e particelle”, ha affermato Vethaak. «Questo mi preoccupa molto», aggiunge.

Uno studio pioneristico, ma c’è ancora tanto da fare

La nuova ricerca ha adattato le tecniche esistenti per rilevare e analizzare particelle fino a 0,0007 mm. Alcuni dei campioni di sangue contenevano due o tre tipi di plastica. Il team ha utilizzato aghi per siringhe in acciaio e tubi di vetro per evitare la contaminazione. Vethaak ha riconosciuto che la quantità e il tipo di plastica variavano considerevolmente tra i campioni di sangue. «Ma questo è uno studio pionieristico», ha detto, specificando che c’è molto più lavoro da fare. Lo scienziato ha detto che le differenze potrebbero riflettere un’esposizione a breve termine prima che i campioni di sangue venissero prelevati, come bere da una tazza di caffè foderata di plastica

Il prossimo obiettivo è studiare gli effetti delle microplastiche nell’organismo

«La grande domanda è cosa sta succedendo nel nostro corpo?», ha detto Vethak. «Le particelle sono trattenute nel corpo? Vengono trasportate a determinati organi, ad esempio oltrepassando la barriera ematoencefalica? E questi livelli sono sufficientemente alti per scatenare la malattia? Abbiamo urgente bisogno di finanziare ulteriori ricerche in modo da poterlo scoprire». La nuova ricerca è stata finanziata dall’Organizzazione nazionale olandese per la ricerca e lo sviluppo sanitario e Common Seas, un’impresa sociale che lavora per ridurre l’inquinamento da plastica.

Studi in corso per valutare l’impatto della plastica sulla salute umana

«La produzione di plastica raddoppierà entro il 2040», ha affermato Jo Royle, fondatore dell’associazione benefica Common Seas. «Abbiamo il diritto di sapere cosa sta facendo tutta questa plastica ai nostri corpi», ha aggiunto. Common Seas, insieme a oltre 80 ONG, scienziati e parlamentari, ha chiesto al governo del Regno Unito di stanziare 15 milioni di sterline per la ricerca sull’impatto della plastica sulla salute umana. L’UE sta già finanziando la ricerca sull’impatto della microplastica sui feti e sui bambini e sul sistema immunitario.

Allo studio l’impatto delle microplastiche sulle strutture e sui processi del corpo umano

Uno studio recente ha scoperto che le microplastiche possono attaccarsi alle membrane esterne dei globuli rossi e possono limitare la loro capacità di trasportare ossigeno. Le particelle sono state trovate anche nella placenta delle donne in gravidanza e nei ratti gravidi passano rapidamente attraverso i polmoni nel cuore, nel cervello e in altri organi del feto. Un nuovo documento di revisione pubblicato martedì, di cui Vethaak è coautore, ha valutato il rischio di cancro e ha concluso: «Sono urgenti ricerche più dettagliate su come le micro e nanoplastiche influenzano le strutture e i processi del corpo umano e se e come possono trasformare le cellule e indurre la cancerogenesi, soprattutto alla luce dell’aumento esponenziale della produzione di plastica. Il problema diventa ogni giorno più urgente».

 

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