Salute 4 Febbraio 2022 12:06

Rt a 0,93 e tre Regioni a rischio alto. Speranza: «91% di italiani over 12 ha avuto prima dose»

Scendono i tassi di occupazione in area medica e terapia intensiva. Il ministro sulle liste d’attesa promette un miliardo di euro per recuperare il terreno perduto ed evitare che si paghi un prezzo alto per le patologie che possono aggravarsi

Rt a 0,93 e tre Regioni a rischio alto. Speranza: «91% di italiani over 12 ha avuto prima dose»

L’incidenza scende a livello nazionale e in maniera sostanziale anche questa settimana: 1.362 ogni 100mila abitanti (28 gennaio – 3 febbraio) contro 1.823 ogni 100mila abitanti (21-27 gennaio). Lo sottolinea il report dell’Istituto superiore di sanità (Iss) con i dati principali del monitoraggio della Cabina di regia. L’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,93 in diminuzione rispetto alla settimana precedente e al di sotto della soglia epidemica. Lo stesso andamento si registra per l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (Rt=0,89 al 25 gennaio contro Rt=0,96 al 18 gennaio).

I dati

Tre Regioni e province autonome sono classificate a rischio alto, a causa dell’impossibilità di valutazione per incompletezza dei dati inviati, tre Regioni risultano classificate a rischio Moderato. Scendono ancora i tassi di occupazione delle terapie intensive e dei ricoveri in area medica. Il primo «è al 14,8% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 3 febbraio) contro il 16,7% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 27 gennaio). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale è al 29,5% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 3 febbraio) contro il 30,4% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 27 gennaio)».

Diminuisce il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (553.860 contro 652.401 della settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in leggera diminuzione (17% contro 18% la scorsa settimana). È stabile invece la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (38% contro 38%) ed anche la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (45% contro 45%).

Speranza parla di una nuova fase

«Siamo finalmente in una fase che appare essere diversa rispetto ai mesi precedenti, dobbiamo tenere ancora i piedi per terra e avere ancora massima prudenza ma per la prima volta dopo molte settimane guardiamo a numeri che stanno finalmente migliorando. I casi sono ancora altissimi e serve attenzione e cautela. Ma grazie ai vaccini e ai comportamenti corretti delle persone stiamo registrando un abbassamento del numero dei contagi e riduzione delle ospedalizzazioni. Speriamo che questi numeri continuino a scendere. E questo ci potrà far aprire una fase nuova», ha commentato così il ministro della Salute Roberto Speranza in un videomessaggio all’evento di Aiom “Le sfide globali e il cancro”.

500 milioni per recuperare le liste di attesa

Poi ha aggiunto un dettaglio sulle vaccinazioni. «Siamo al 91% di italiani over 12 che hanno avuto la prima dose – ha detto – l’88% di persone che hanno avuto due dosi di vaccino e oltre 34mln di persone che hanno avuto il booster o il richiamo. Possiamo aprire fase diversa di lotta al Covid». Il ministro ha aperto anche la discussione per il recupero di visite e screening saltati. «Non vi è alcun dubbio che nei mesi più duri della pandemia in cui i nostri ospedali, le strutture sanitarie, i medici e gli infermieri, sono stati impegnati quotidianamente nella lotta al Covid, abbiamo accumulato ritardi nelle visite mediche, negli screening, negli interventi che dobbiamo assolutamente recuperare. Abbiamo dato delle risposte nel “Decreto agosto”, dove sono stati approvati stanziamenti di 500 milioni per recuperare le liste d’attesa e i ritardi per il Covid. E anche nell’ultima Legge di bilancio abbiamo approvato ancora uno stanziamento di 500 mln che è rivolto al recupero di interventi e screening. Un miliardo di euro per recuperare il terreno perduto ed evitare che si paghi un prezzo alto per le patologie che possono aggravarsi. E l’ambito oncologico è quello dove più dobbiamo investire risorse».

 

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