Salute 21 Febbraio 2023 11:10

Marburg: corsa contro il tempo per testare i primi vaccini

Il virus Marburg fa paura. Per questo, poco dopo la conferma di un focolaio nella Guinea Equatoriale, le autorità sanitarie di tutto il mondo hanno iniziato una vera e propria corsa al vaccino. Più precisamente, secondo quanto riportato dalla rivista Nature, i funzionari sanitari di tutto il mondo si stanno affrettando a verificare se i vaccini sperimentali possono proteggere dalla malattia mortale causata del virus «cugino» dell’Ebola

Marburg: corsa contro il tempo per testare i primi vaccini

Il virus Marburg fa paura. Per questo, poco dopo la conferma di un focolaio nella Guinea Equatoriale, le autorità sanitarie di tutto il mondo hanno iniziato una vera e propria corsa al vaccino. Più precisamente, secondo quanto riportato dalla rivista Nature, i funzionari sanitari di tutto il mondo si stanno affrettando a verificare se i vaccini sperimentali possono proteggere dalla malattia mortale causata del virus «cugino» dell’Ebola. La malattia causata da Marburg provoca sintomi simili alla febbre emorragica e si stima che abbia un tasso di mortalità fino all’88 per cento. Ma, secondo gli esperti, le probabilità di successo di uno o più vaccini sperimentali sono così basse che altre misure di controllo, come la quarantena, potrebbero porre fine all’epidemia prima che una singola dose di vaccino possa essere somministrata.

Le epidemie tendono a concludersi rapidamente

L’epidemia è scoppiata in Guinea Equatoriale, ma si teme possa diffondersi anche in altri paesi. «I focolai tendono ad essere piccoli e finiscono rapidamente dopo che sono state messe in atto misure di intervento efficaci», spiega John Edmunds, epidemiologo presso la London School of Hygiene & Tropical Medicine. Le eccezioni sono un’epidemia del 1998-2000 nella Repubblica Democratica del Congo che è stata collegata a 154 casi e 128 decessi, e un’epidemia del 2004-05 in Angola che ha causato 227 morti su 252 casi segnalati. Durante una riunione dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), i funzionari sanitari hanno discusso delle pratiche per testare i vaccini contro il virus Marburg in Guinea Equatoriale.

Diversi vaccini candidati contro il virus Marburg

Tutti i candidati più plausibili sono vaccini a vettore virale, simili al vaccino Covid-19 sviluppato da AstraZeneca e dall’Università di Oxford, nel Regno Unito. Il Sabin Vaccine Institute di Washington DC ha un candidato vaccino che utilizza un adenovirus modificato dello scimpanzé per trasmettere istruzioni alle cellule per produrre una proteina del virus di Marburg, mentre un candidato sviluppato da Janssen a Beerse, in Belgio, utilizza l’adenovirus umano su cui si basava il vaccino Covid -19 di successo dell’azienda. I candidati provenienti da Public Health Vaccines (PHV) a Cambridge, Massachusetts, International Aids Vaccine Initiative (IAVI) a New York City e Auro Vaccines a Pearl River, New York, si basano su forme indebolite del virus della stomatite vescicolare, il vettore utilizzato nel primo vaccino contro l’Ebola approvato.

I vaccini sono potenzialmente efficaci, ma la disponibilità di dosi è scarsa

Gli sviluppatori presenti alla riunione dell’Oms hanno dichiarato che nessuno dei vaccini è disponibile in grandi quantità: la disponibilità varia da poche centinaia di dosi nel caso dei vaccini Sabin e PHV a qualche migliaio per il candidato di Janssen. Il vaccino di IAVI, che viene co-sviluppato con la grande azienda farmaceutica americana Merck, con sede a Rahway, New Jersey, non ha dosi disponibili. Solo i vaccini di Janssen e Sabin sono stati testati su esseri umani, in studi di fase precoce negli Stati Uniti. Studi su scimmie suggeriscono che tutti i candidati principali offrono una forte protezione contro la malattia del virus di Marburg. Se si dovesse procedere con un trial del vaccino in Guinea Equatoriale, un gruppo indipendente di esperti consulenti dell’Oms prenderebbe decisioni su quali vaccini testare, afferma Ana Maria Henao-Restrapo, che copresiede lo sforzo R&D Blueprint dell’Oms.

Trial dei vaccini utili per future epidemie di Marburg

Qualsiasi trial richiederebbe anche il permesso e il coinvolgimento del governo della Guinea Equatoriale. Anche se si riuscisse a partire con un trial, sarebbe improbabile che si sviluppino abbastanza casi per determinare se un qualsiasi vaccino sia efficace o meno, secondo Edmunds. L’epidemia verrebbe messa sotto controllo prima. «È una buona notizia per la salute pubblica e per la gente della Guinea Equatoriale, ma forse una cattiva notizia per la scienza», commenta Henao-Restrapo. Tuttavia, i ricercatori presenti alla riunione hanno affermato che si potrebbero raccogliere evidenze che indicano l’efficacia di qualsiasi vaccino attraverso molteplici epidemie. Un trial del vaccino in Guinea Equatoriale potrebbe anche fornire dati preziosi sulla sicurezza dei vaccini e sulla risposta immunitaria che generano nelle popolazioni a rischio di future epidemie.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Morbillo: allarme Oms Europa, 30 volte più casi nel 2023
"La regione europea sta registrando un aumento allarmante dei casi di morbillo". E' il monito dell'ufficio regionale dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per l'Europa. "Tra gennaio e ottobre 2023 sono stati segnalati oltre 30mila casi da 40 dei 53 Stati membri della regione. Rispetto ai 941 segnalati in tutto il 2022, è un aumento di oltre 30 volte", avverte l'agenzia Onu per la salute
di V.A.
Covid: 3 o più dosi di vaccino in gravidanza aumentano la protezione dei neonati
Le donne in gravidanza che ricevono tre o più dosi di vaccino anti-Covid durante la gestazione presentano un livello di anticorpi specifici contro l’infezione nel cordone ombelicale di circa dieci volte più alto rispetto a quanto riscontrato nelle madri che hanno effettuato meno richiami. E questo offre una maggiore protezione ai nascituri. A dimostrarlo è uno studio condotto dagli scienziati dell’Università di Washington a Seattle
Covid: spray nasale con anticorpi protegge da infezione. Gli scienziati: “Approccio utile contro nuove varianti e in futuro anche contro altri virus”
I ricercatori del Karolinska Institutet, in Svezia, hanno dimostrato che lo spray nasale anti-Covid sviluppato, a base di anticorpi IgA, può offrire protezione dall'infezione. O almeno così è stato nei topi su cui è stato testato, come riportato da uno studio pubblicato su PNAS. I risultati aprono la strada a una nuova strategia per proteggere le persone ad alto rischio a causa delle diverse varianti del virus Sars-CoV-2 e possibilmente anche da altre infezioni
Morbillo: mappato il percorso del virus nel cervello
Per la prima volta è stata realizzata una sorta di mappa della diffusione del virus del morbillo nel cervello sulla base dei dati di un paziente colpito da una rara e letale malattia cerebrale, chiaara panencefalite sclerosante subacuta (SSPE). A realizzare l'impresa sono stati i ricercatori della Mayo Clinic in uno studio pubblicato su PLOS Pathogens
Herpes zoster: l’efficacia del vaccino diminuisce nel tempo
Uno studio pubblicato sul British Medical Journal ha valutato l'efficacia del vaccino vivo contro l'herpes zoster, che è risultata massima per i primi 12 mesi dalla vaccinazione ed è diminuita in modo sostanziale nel tempo
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Politica

Il Nobel Giorgio Parisi guida l’appello di 14 scienziati: “Salviamo la Sanità pubblica”

Secondo i firmatari "la spesa sanitaria in Italia non è grado di assicurare compiutamente il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e l'autonomia differenziata rischia di ampliare ...