Salute 17 Marzo 2023 18:00

Dalla ricetta elettronica ai farmaci a domicilio: luci e ombre della sanità post Covid

Quadro di luci e ombre che emerge da una nuova indagine realizzata da Cittadinanzattiva, che ha coinvolto le associazioni dei pazienti, i medici, le società scientifiche e i farmacisti

Dalla ricetta elettronica ai farmaci a domicilio: luci e ombre della sanità post Covid

La pandemia ha favorito un accesso alle cure e ai farmaci più agile ed efficiente. Tuttavia, neanchè l’emergenza Covid è riuscita a far superare alcune delle «storiche» criticità, che permangono tutt’ora. Questo è il quadro di luci e ombre  che emerge da una nuova indagine realizzata da Cittadinanzattiva, che ha coinvolto le associazioni dei pazienti, i medici, le società scientifiche e i farmacisti, e che verrà presentata nella sua interezza il prossimo 30 maggio. I risultati mostrano che, negli ultimi 12 mesi, la misura maggiormente implementata durante la pandemia – rispetto al periodo pre-covid – è stata la ricetta dematerializzata: lo afferma l’82,6% dei medici di medicina generale, l’84,8% dei rappresentanti delle società scientifiche e il 93,5% dei farmacisti. Mentre la misura meno implementata rispetto al periodo pre-pandemico è stata il rinnovo automatico del Piano Terapeutico, almeno secondo quanto riferito dal 69,6% dei medici di medicina generale, dal 54,3% delle società scientifiche e dal 52,2% dei farmacisti.

Solo 1 medico di famiglia su 2 è ricorso a programmi di telemedicina

Riguardo i programmi di telemedicina, solo 1 su 2 dei medici di medicina generale ha dichiarato che il loro utilizzo è stato implementato rispetto al periodo pre-covid. Mentre più incoraggianti risultano i dati ricevuti dagli altri professionisti della salute: sì per l’82,6% delle società scientifiche e sì per il 76,1% dei farmacisti. Anche le associazioni di pazienti confermano i dati rispetto all’utilizzo della ricetta dematerializzata e delle applicazioni di telemedicina che è cresciuto rispetto al periodo pre-covid. Altri strumenti di digital health, come le app di prenotazione di esami, visite e vaccinazioni, risultano implementati per il 69,6% dei medici di medicina generale, per il 71,7% delle società scientifiche e per il 69,6% dei farmacisti. Una delle procedure maggiormente attivate sul territorio risulta essere la prenotazione di visite ed esami tramite CUP, almeno per il 78,3% dei medici di medicina generale, per l’84,8% delle società scientifiche e il 78,3% dei farmacisti.

Stentano a decollare sia il Fascicolo Sanitario Elettronico che la consegna dei farmaci a domicilio

Secondo il report di Cittadinanzattiva, tra gli strumenti digitali che stentano ancora a decollare c’è il Fascicolo Sanitario Elettronico, sia per quanto concerne la sua attivazione (lo dice il 56,5% dei medici di medicina generale, il 47,8% dei farmacisti e il 67,6% dei rappresentanti di società scientifiche), sia rispetto all’utilizzo quotidiano (47,8% per i medici di medicina generale, 63% per i farmacisti, 56,5% per le società scientifiche). In modo simile, non risulta decollata neanche la consegna di farmaci e di dispositivi al domicilio del paziente, secondo quanto afferma il 69,6% dei medici di medicina generale, non risulta decollata rispetto al periodo antecedente alla pandemia. Anche per le società scientifiche la consegna risulta implementata solo per il 30,1% dei rispondenti. Non sono dello stesso avviso i farmacisti che ritengono sia stata implementata (84%) rispetto al passato.

Fava (Cittadinanzattiva): «Indispensabile far crescere la digitalizzazione dei servizi»

«I dati – commenta Valeria Fava, responsabile coordinamento politiche per la salute di Cittadinanzattiva – ci dicono che è indispensabile far crescere la digitalizzazione dei servizi e lavorare per eliminare la burocrazia inutile. Tra le prime soluzioni: arrivare in breve tempo ad un Fascicolo Sanitario Elettronico diffuso, accessibile ed efficace, rendere la ricetta elettronica permanente e non più soggetta a proroghe continue, rivedere la normativa sui piani terapeutici rendendo la procedura meno burocratica per medici e pazienti, implementare l’utilizzo della telemedicina favorendo programmi di formazione a cittadini/caregiver e operatori sanitari, favorire l’accessibilità al farmaco attraverso modelli di distribuzione più prossimi al paziente e la consegna al domicilio».

Farmaci anti-virali contro Covid sottoprescritti

In riferimento alle cure per il Covid-19, l’indagine evidenzia – con il 65,2% dei medici di medicina generale intervistati, il 42,3% di specialisti e il 43,8% di farmacisti – che negli ultimi 12 mesi alcune terapie hanno subito una sovra-sotto prescrizione rispetto all’appropriatezza: sovra-prescrizione di farmaci antibiotici, antinfiammatori, cortisonici e integratori per il sistema immunitario; sotto-prescrizione, invece, per i farmaci antivirali per il Covid-19 per i pazienti non in regime di ricovero. In riferimento a questi ultimi farmaci, medici, società scientifiche e farmacisti (rispettivamente nelle percentuali del 65,2%, del 50% e del 45,7%) individuano la principale criticità nella mancata comunicazione nei tempi previsti dello stato di positività al Covid-19 da parte del paziente; così come le difficoltà di erogazione delle stesse terapie antivirali sono da rintracciarsi nei tempi ristretti tra l’accertamento della positività e quelli previsti per l’avvio della terapia (per il 47,8% dei medici di medicina generale, il 41,3% delle società scientifiche e il 54,3% dei farmacisti).

Sui farmaci nati-virali permane il timore degli effetti collaterali

Le società scientifiche e i farmacisti segnalano (rispettivamente tra il 30% e il 40% circa) poca conoscenza riguardo agli antivirali contro Covid-19 e a proposito della prescrizione di alternative terapeutiche. Problema, questo, meno segnalato dai medici di medicina generale. Rispetto agli ultimi 12 mesi, i programmi di formazione sono stati diretti ad accrescere le competenze dei professionisti sulle terapie per il Covid -19, come confermano i medici di medicina generale (73,9%) e i farmacisti (63%). La maggior parte dei medici (80%) e dei farmacisti (61%) dichiara che i pazienti a cui è stata prescritta la terapia farmacologica antivirale si fida della proposta fatta dal medico e la assume, anche se permane un certo timore degli effetti collaterali (lo dichiara il 52,2% dei medici di medicina generale, il 28,3% degli specialisti e il 56,5% dei farmacisti).

Fava: «lavorare su informazione dei cittadini e su formazione dei medici»

«Il contrasto al Covid è una battaglia ancora in corso e non dobbiamo abbassare la guardia», dice Fava. «I dati emersi dalla survey suggeriscono che per assicurare l’accesso alle cure per il Covid-19 – continua – è necessario lavorare ancora molto sull’informazione e sulla consapevolezza dei cittadini rispetto ai rischi del Covid sulla salute e quindi sensibilizzare sui comportamenti da adottare per favorire al massimo la tempestività nella presa in carico da parte dei medici e l’avvio delle terapie più appropriate nei tempi utili. Dall’altra è importante lavorare sulla formazione dei medici e dei farmacisti per accrescere le competenze su queste terapie e favorire così la garanzia dell’accesso alle cure».

Allo studio raccomandazione civica su accesso ai farmaci e alle cure

A partire dalle soluzioni sperimentate durante la pandemia, Cittadinanzattiva insieme ad associazioni di pazienti, medici, farmacisti e società scientifiche, sta mettendo a punto una Raccomandazione civica sull’accesso alle cure farmacologiche. La Raccomandazione si cala in uno scenario nazionale e mondiale ancora oggi interessato dal Covid e tiene conto delle nuove opportunità terapeutiche e tecnologiche che la pandemia ha permesso di implementare nel sistema sanitario, puntando a semplificare e migliorare la qualità di vita dei pazienti, soprattutto i più fragili, e di chi li assiste. Il documento, assieme all’ indagine civica sull’accesso ai farmaci  antivirali per la cura del Covid – è parte integrante del progetto «Verso un nuovo modello di accesso alle cure farmacologiche».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
XVIII Giornata europea dei diritti del malato. Contro la desertificazione sanitaria serve un’alleanza tra professionisti, cittadini e istituzioni
La carenza di servizi sul territorio, la penuria di alcune specifiche figure professionali , la distanza dai luoghi di salute in particolare nelle aree interne del Paese, periferiche e ultraperiferiche, rappresenta un elemento di disequità nell’accesso alle cure e alle prestazioni che va affrontato attraverso un’alleanza tra istituzioni, professioni sanitarie e cittadini
Fibromialgia, associazioni pazienti: «Vogliamo chiarezza su uso fondi delle Regioni»
Associazione Italiana Sindrome Fibromiagica (Aisf), Associazione Fibromialgici Libellula Libera APS e CFU Comitato Fibromialgici Uniti Italia Odv lanciano un appello alla trasparenza
Al Pertini di Roma il primo Open Day in Tele-screening per il fenomeno di Raynaud
La medicina digitale e la telemedicina possono rappresentare una valida opportunità per fare Rete, condurre visite e teleconsulti anche a distanza
Appello di Cittadinanzattiva ai Governatori: «In Conferenza Stato-Regioni approvate il Decreto Tariffe»
«Non è più tempo di indugi, né di giochi al rimpiattino: ai cittadini siano concessi i Livelli essenziali di assistenza fermi al 2017»
Sanità digitale e cronicità, Salutequità: «Urgente aggiornare Piano Nazionale Cronicità e rivedere i PDTA»
Tra le richieste di Salutequità alla politica quella di misurare gli esiti della telemedicina e definire le tariffe specifiche per tutte le prestazioni di telemedicina
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Politica

Il Nobel Giorgio Parisi guida l’appello di 14 scienziati: “Salviamo la Sanità pubblica”

Secondo i firmatari "la spesa sanitaria in Italia non è grado di assicurare compiutamente il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e l'autonomia differenziata rischia di ampliare ...