Salute 22 Marzo 2021 10:58

Covid, il protocollo delle cure domiciliari adottato dal Piemonte (che ha fatto discutere)

Intervista all’assessore alla Sanità della Regione Luigi Genesio Icardi

di Federica Bosco
Covid, il protocollo delle cure domiciliari adottato dal Piemonte (che ha fatto discutere)

Combattere il Covid alla comparsa dei primi sintomi per vincere sul tempo il virus e non stressare il sistema sanitario ospedaliero. Con questo obiettivo Regione Piemonte ha messo a punto un protocollo di cure che prevede idrossiclorochina, vitamina D e antinfiammatori, destinato a medici di medicina generale e pediatri di libera scelta. Ideato durante la prima ondata pandemica, il protocollo, che conta sull’apporto fondamentale delle Usca sette giorni su sette dalle 8 alle 20, sta dando risultati incoraggianti, come spiega l’assessore alla Sanità di Regione Piemonte Luigi Genesio Icardi. Ma il protocollo nei giorni scorsi è stato al centro di aspre polemiche, soprattutto in merito alla possibilità di prescrivere l’idrossiclorochina, sconsigliata dall’Aifa, dall’americana Fda e dall’Oms in quanto, secondo numerosi studi scientifici, ritenuta non solo inutile alla lotta al Covid, ma anche potenzialmente pericolosa.

«È un protocollo molto dettagliato, che prevede le cure precoci a domicilio: una parte farmacologica e una operativa. Il che significa non un’attesa vigile del decorso della malattia prescrivendo solo paracetamolo, ma prendendo in carico i pazienti a domicilio. Per questo già lo scorso anno siamo stati tra i primi a siglare un protocollo con Asl, prefetture, medici di medicina generale e pediatri di libera per evitare di arrivare all’ospedalizzazione del paziente, cercando di battere sul tempo il virus».

Avete scelto di introdurre l’idrossiclorochina che è stata al centro di grandi polemiche, come mai?

«Nel protocollo di aprile scorso, ad un mese dall’inizio della pandemia, c’era già l’idrossiclorochina, poi è stata tolta per il divieto di Aifa. Successivamente è stata reinserita, dopo le vicende giudiziarie, con tutte le garanzie del caso: dal consenso informato, all’obbligo del medico di spiegare al paziente una serie di effetti legati all’idrossiclorochina prima di utilizzarla».

In questo protocollo un ruolo importante spetta alle Usca, in che modo?

«Il ruolo delle Usca è fondamentale perché permette di effettuare un controllo costante sui pazienti attraverso visite mediche, esami del sangue, delle urine, elettrocardiogramma, ecografia, tampone naso faringeo per test molecolari e antigenici e saturazione del sangue. È previsto anche un servizio psicologico svolto da remoto con la telemedicina attraverso colloqui in videochiamata con il paziente e i famigliari».

Siete partiti a settembre, quindi avete già modo di fare una valutazione…

«Abbiamo tanti medici che ne hanno fatto uso in particolare in due distretti: l’alessandrino e il novarese con dei risultati incoraggianti. L’ospedale più grande del Piemonte, Le Molinette di Torino, inoltre, ha catalogato in un registro oltre 1600 casi, con una evidenza importante: a seguito di una minore ospedalizzazione c’è una riduzione del tasso di mortalità. Sulla base di questi dati, e sulla base degli studi e dei riscontri avuti nei Paesi che ne fanno uso, abbiamo perciò lasciato al medico la facoltà di agire secondo scienza e coscienza, valutando il singolo caso specifico e la sua capacità di curare».

Le istituzioni hanno avuto un ruolo importante in questo protocollo…

«Credo che il compito di un decisore politico sia quello di mettere a disposizione dei cittadini tutti gli strumenti utili e possibili per combattere la malattia, poi sta al singolo medico decidere se farne uso. Non è un obbligo, è una facoltà, ma noi abbiamo voluto dare tutte le regole per poter utilizzare al meglio il protocollo. E da una prima analisi si vede che dove si applica e si riesce, con medici di base e distretti, a curare le persone a casa, il sistema ospedaliero è meno sotto pressione, il che significa non dover convertire i reparti in Covid e continuare ad erogare le cure necessarie in altre patologie».

A seguito dei risultati ottenuti in Piemonte, altre regioni si sono attivate?

«Nei giorni scorsi alcuni colleghi mi hanno contattato per avere informazioni e conoscere più nel dettaglio il protocollo. Non ho avuto alcun problema ad inviare loro le linee guida per l’applicazione. Nei prossimi mesi vedremo le risposte che avranno».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Covid: l’efficacia del vaccino dura meno se c’è carenza di vitamina D
Uno studio ha dimostrato che la carenza di vitamina D si associa ad una meno duratura risposta anticorpale alla vaccinazione anti Covid
Covid, alcune persone potrebbero aver perso l’olfatto per sempre? L’ipotesi allarmante in uno studio
La perdita dell'olfatto a causa di Covid-19 potrebbe durare a lungo o addirittura per sempre. Uno studio rivela che una persona su 20 non l'ha recuperato dopo 18 mesi
Liste d’attesa: Piemonte rivoluzione sistema presa in carico e punta ad abbatterle entro fine anno
Grazie ad un budget supplementare di 50 milioni di euro già recuperati il 45 percento dei ricoveri e il 44 percento delle prestazioni ambulatoriali arretrate. A settembre al via la fase pilota del nuovo sistema per mammografie e visite cardiologiche
Nei pronto soccorso piemontesi mancano 300 medici dei 640 previsti
La Simeu Regionale piemontese per quanto di propria competenza sui Pronto Soccorso precisa che si è conclusa da poco una ricognizione volta all’analisi della situazione dell’organico medico nei Pronto Soccorso della Regione
Si possono bere alcolici quando si risulta positivi al Sars-CoV-2?
Il consumo di alcolici è controindicato quando si è positivi al virus Sars CoV-2. Gli studi mostrano infatti che gli alcolici possono compromettere il sistema immunitario
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Politica

Il Nobel Giorgio Parisi guida l’appello di 14 scienziati: “Salviamo la Sanità pubblica”

Secondo i firmatari "la spesa sanitaria in Italia non è grado di assicurare compiutamente il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e l'autonomia differenziata rischia di ampliare ...