Politica 30 Ottobre 2018 13:11

Protesta medici, Bonfili (UIL): «Sanità allo stremo. Sbloccare assunzioni, in ospedale camici bianchi più giovani hanno 55-56 anni»

Il Coordinatore Nazionale Medici della UIL FPL indica due priorità: rinnovo del contratto e aumento delle borse di specializzazione. Poi sottolinea: «Cittadinanza non percepisce disagio per spirito di dedizione della categoria»

Protesta medici, Bonfili (UIL): «Sanità allo stremo. Sbloccare assunzioni, in ospedale camici bianchi più giovani hanno 55-56 anni»

Nonostante la bocciatura da parte della Commissione di Garanzia dello sciopero previsto per il 9 novembre, la protesta dei medici partita nelle settimane scorse prosegue in tutta Italia con assemblee e manifestazioni, in vista del 23 novembre, giorno in cui i camici bianchi incroceranno le braccia. Una protesta che vede le sigle sindacali compatte nel rivendicare più fondi per la sanità e l’impegno a rinnovare un contratto fermo da quasi dieci anni. «La sanità italiana è allo stremo – spiega a Sanità Informazione Roberto Bonfili, Coordinatore Nazionale Medici della UIL FPL, anche lui in prima fila il giorno del sit-in organizzato dall’intersindacale medica a Montecitorio – La mancanza di assunzioni che colpisce soprattutto le regioni sotto piano di rientro rischia di coinvolgere anche la sanità privata. I medici più giovani in ospedale hanno 55-56 anni, mancano due generazioni, siamo a un punto di non ritorno».

Dottore, questo sit-in significa che la sanità pubblica non ne può più?

«Non ne può più, è allo stremo. Questa mancanza di assunzioni, soprattutto per le regioni sotto piano di rientro, che ormai si protrae da 18 anni ha portato allo stremo la sanità pubblica e porterà allo stremo di qui a poco anche la sanità privata perché la struttura ospedaliera non formerà più i medici che potranno anche lì poter fare la loro parte. Non avremo la formazione vera sul campo dei medici perché non sono stati più assunti medici e i più giovani che stanno in ospedale ormai hanno 55-56 anni, quindi mancano due generazioni di medici. Ormai siamo quasi al punto di non ritorno. O si cambia rotta adesso o non si cambia più».

Cosa è necessario fare, qual è il messaggio che voi lanciate alle istituzioni?

«Intanto ci interessa che si firmi il contratto perché sono dieci anni che non lo abbiamo. Poi bisognerà aumentare le borse di studio per gli specialisti perché sono costretti a un collo di bottiglia dopo la laurea: il numero dei laureati è molto superiore al numero dei posti messi a concorso come specializzazione e, caso strano, mancano proprio gli specialisti nel nostro Sistema sanitario. Quindi assolutamente aumentare e implementare il numero delle borse di specializzazione».

Secondo voi la cittadinanza, la popolazione è a conoscenza di questa situazione? Come si fa farli passare dalla vostra parte?

«La cittadinanza è relativamente a conoscenza di questa situazione. Noi comunque sia, come alcune categorie particolari che tutelano la sanità pubblica e la sicurezza della gente (medici, infermieri, pompieri), al di là delle difficoltà sul posto di lavoro, eseguono il loro lavoro sempre con grande dedizione quindi molte delle difficoltà che abbiamo vengono coperte proprio dalla nostra stessa dedizione e la cittadinanza non ha reale percezione di quello che è il nostro disagio».

Eppure, la sanità pubblica rischia tanto, quindi la cittadinanza avrà conseguenze importanti…

«La cittadinanza si sta adagiando anche a utilizzare dei canali diversi come quello della sanità privata solidale con prestazioni a basso costo per evitare le lunghe file, le lunghe attese a cui è costretta se vuole entrare nel circuito della sanità pubblica. Ormai i cittadini stanno cercando anche sistemi alternativi che non sono però ottimali».

Articoli correlati
Faroni (Gruppo Ini): «No a medici di Serie A e B. Noi tra i primi a sottoscrivere rinnovo del contratto dei medici»
Il Direttore Generale del Gruppo INI, Cristopher Faroni, ribadisce l’importanza dell’impegno firmato lo scorso anno: «Un anno fa abbiamo intrapreso un percorso virtuoso e innovativo. Il medico è una figura sempre più centrale nelle nostre organizzazioni ed è necessario valorizzarne adeguatamente la professionalità»
Contratto medici e dirigenti, Cimo-Fesmed diffida le Regioni per i ritardi
La Federazione Cimo-Fesmed ha inviato una lettera di diffida alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome per provvedere all’emanazione dell’atto di indirizzo per il rinnovo contrattuale della dirigenza sanitaria del triennio 2019-2021
Smi, Cgil Medici e Simet a Speranza: «Rilanciare medicina generale con contratto innovativo e dignitoso»
Pina Onotri, Andrea Filippi e Mauro Mazzoni, in rappresentanza dei tre sindacati, scrivono una lettera al Ministro della Salute sul contratto dei MMG e sul Pnrr
Contratto, Grasselli (FVM): «La pandemia non sia un’occasione sprecata»
Intervista al Presidente della Federazione Veterinari e Medici: «Servono innovazione e premialità»
CIMO-FESMED: «98% di Aziende sanitarie non hanno applicato contratto. Medici penalizzati e con condizioni di 15 anni fa»
La Federazione: «Bene patto per lavoro e coesione sociale, ma in sanità servono tempi certi per contrattazione decentrata»
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Advocacy e Associazioni

Oncologia, Iannelli (FAVO): “Anche i malati di cancro finiscono in lista di attesa”

Il Segretario Generale Favo: “Da qualche anno le attese per i malati oncologici sono sempre più lunghe. E la colpa non è della pandemia: quelli con cui i pazienti oncologici si sco...