Lavoro 7 Giugno 2022 15:50

Riforma territorio, Bartoletti (FIMMG): «DM71 migliorabile, servizi standard in tutta Italia»

Per il vicesegretario FIMMG è importante che «accoglienza e accettazione siano uguali in tutta Italia». Sulle USCA raccomanda «elasticità» e chiede che le nuove Case di comunità «non siano delle monadi isolate» ma che ci sia un «servizio integrato»

di Francesco Torre

La riforma dell’assistenza sanitaria territoriale, che prenderà forma con il cosiddetto DM71, coinvolge in primo luogo i medici di famiglia che saranno uno dei pilastri delle nuove Case di comunità. Il dato strutturale è ormai noto: ci saranno 1350 Case della Comunità (CdC), 400 Ospedali di Comunità (OdC) e 600 Centrali Operative Territoriali (COT) previsti dalla Missione 6 del PNRR.

Il DM71 descrive gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi delle strutture dedicate all’assistenza territoriale e al sistema di prevenzione in ambito sanitario che le regioni e province autonome saranno tenute a garantire. Resta però incertezze su come interagiranno le figure professionali che saranno chiamate a soddisfare le esigenze di salute dei cittadini. Ne abbiamo parlato con Pierluigi Bartoletti, vicesegretario FIMMG.

Dottor Bartoletti, il DM71 va nella direzione giusta?

«Intanto va in una direzione. È certamente migliorabile. Per noi i servizi essenziali che fornisce il medico di medicina generale da solo o in collaborazione con i colleghi devono essere uguali ovunque. La medicina generale è la porta di accesso al sistema pubblico, quello che manca è un servizio di standardizzazione delle porte che non può dipendere dalla singola regione. Accoglienza e accettazione devono essere uguali in tutta Italia».

Si parla spesso di gestione multidisciplinare. Vi convince?

«Io sono favorevole a tutto quello che è chiaro. Da cittadino mi chiedo: come entro nel sistema pubblico, chi mi ci fa entrare? Lasciando perdere gli slogan, la domanda è: il MMG oggi ha gli strumenti e le capacità organizzative per organizzare un servizio di accoglienza? Il sistema può dare un contributo? Io penso di sì. Vanno delineati un insieme di sevizi che devono essere uguali in tutta Italia. Non è possibile che oggi il servizio sia declinato in ragione della singolarità del medico, dev’essere modulato in maniera standard in tutta Italia. Il cittadino deve sapere che là c’è un riferimento, un medico che risponde, uno studio aperto. Serve più capacità clinica e diagnostica e anche più capacità gestionale degli studi».

Le nuove Case di comunità possono essere una svolta?

«Ad oggi la Casa di comunità è come un poliambulatorio di una Asl, niente di nuovo. La novità dovrebbe essere la rete in cui viene messo: farmacia, MMG, infermieri. La novità è la sinergia del sistema. Non dobbiamo creare delle monadi isolate più o meno grandi ma un servizio integrato che consente al cittadino di muoversi più agilmente di adesso».

Ci sono sufficienti medici di base per garantire i servizi?

«Noi siamo in carenza ma il problema non è quello. Intanto organizziamo quelli che ci sono, poi in relazione ai nuovi bisogni e all’organizzazione si definisce la pianta organica. Parlare di pianta organica senza capire cosa bisogna fare mi sembra una cosa poco produttiva».

Le USCA hanno ancora senso?

«Dipende. In base al bisogno e agli interventi che vengono fatti si capisce se ha ancora senso continuare con queste unità speciali. D’estate il virus respiratorio circola di meno e ci sarà meno bisogno di queste unità. Dipende da regione a regione: se stanno lavorando e uno le chiude bisogna capire al posto delle USCA chi ci va. Se non stanno lavorando bisognerà ragionare in vista dell’autunno quando potrebbero servire nuovamente. Se d’estate non serve si chiuderà e si riaprirà in autunno. Serve un sistema con più elasticità».

 

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Onconnext, Boldrini: «Dieci punti fil rouge di una presa in carico multidisciplinare sul territorio»
“Onconnext” è il documento condiviso dalle principali associazioni dei pazienti con tumore al seno presentato alla Camera dei Deputati. Contiene dieci proposte concrete per rinnovare i percorsi di diagnosi e cura rafforzando l’integrazione tra ospedale e territorio
Tumore al seno e oncologia territoriale: le dieci priorità delle associazioni dei pazienti alle istituzioni
Il documento riunisce per la prima volta le proposte di A.N.D.O.S. onlus, Europa Donna Italia, F.A.V.O. Donna Incontra Donna onlus e Salute Donna onlus, per una presa in carico territoriale più vicina alle pazienti e alle loro famiglie
Medicina generale, Bartoletti (FIMMG) ai pazienti: «Nessuno vi liquida, a ognuno il tempo che serve»
Con il vicepresidente FIMMG Bartoletti parliamo della specializzazione in medicina generale e della gestione dei pazienti, cosa rispondere a chi sostiene che il proprio medico non ha tempo?
Medicina territoriale, Cavicchi: «DM71 è una controriforma, non si può spaccare il medico di famiglia a metà»
Il professore di Sociologia delle organizzazioni sanitarie contesta la riforma dell’assistenza sanitaria territoriale in atto e mette in guardia dal rischio privatizzazione: «L’obiettivo è quello di mandare in pensione il medico di medicina generale pubblico e di sostituirlo con delle agenzie private, tremo all’idea»
di Francesco Torre
Regione Lombardia investe 10 milioni di euro nel “ponte digitale” tra ospedale e territorio
Il 2022 sarà l’anno decisivo per la realizzazione di una piattaforma centralizzata in grado di mettere in rete le strutture ospedaliere, le case di comunità e creare percorsi di telemedicina a cui avranno accesso i cittadini
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Politica

Il Nobel Giorgio Parisi guida l’appello di 14 scienziati: “Salviamo la Sanità pubblica”

Secondo i firmatari "la spesa sanitaria in Italia non è grado di assicurare compiutamente il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e l'autonomia differenziata rischia di ampliare ...