Lavoro 24 Gennaio 2019 09:00

Aaa cercansi medici italiani. Storie di procacciatori e di camici bianchi in fuga dal SSN

Si aggirano negli ospedali del Nord Italia e promettono soldi, carriera e una vita più semplice al di là delle Alpi. Sono dei veri e propri talent scout e portano all’estero i professionisti più ricercati, contribuendo ad aggravare la carenza di specialisti che sta svuotando le corsie delle nostre strutture. Giovanni Leoni (FNOMCeO): «Così perdiamo qualità intellettuale importante per l’evoluzione della classe medica»

Aaa cercansi medici italiani. Storie di procacciatori e di camici bianchi in fuga dal SSN

Uno stipendio doppio se non triplo. Casa pagata. Un viaggio di rientro all’anno già spesato. Trasferimenti organizzati e documenti pronti. Un tutor per imparare la lingua. La promessa di prospettive di carriera migliori e di una vita meno stressante. Il copione recitato dai “procacciatori di medici”, come sono già stati definiti, è sempre lo stesso. Il loro obiettivo è convincere medici italiani a trasferirsi in altri Paesi europei, soprattutto Germania, Francia, Inghilterra, Olanda e Danimarca, e le promesse alletterebbero chiunque. Soprattutto i giovani camici bianchi usciti da poco dalle scuole di specializzazione, che magari combattono con il precariato, con il blocco del turnover ed i pochi concorsi a loro dedicati. Senza dimenticare che fanno parte della generazione Erasmus, già abituata ad immaginare la propria casa in altri Paesi dell’Unione e non più disposta a tutto pur di rimanere nel Belpaese, vicino ad amici e familiari.

Il corteggiamento è graduale, e la tecnica utilizzata dai talent scout raffinata dall’esperienza. Si aggirano nei convegni e negli ospedali, soprattutto del Nord Italia, e puntano i professionisti più ricercati: ginecologi, ortopedici, anestesisti e rianimatori, pediatri. Li approcciano promettendo una vita ed un futuro più semplici e organizzano i primi colloqui a chi si mostra più interessato. Poi li invitano a visitare la città e la struttura pronte ad ospitarli, e sempre più medici italiani decidono di andarsene. Così l’Italia perde i suoi migliori professionisti, e regala ai fratelli europei i 150-200mila euro che ha investito per formarli.

Non si tratta di fuga di cervelli, ma di vera e propria caccia ai talenti. Che si aggiunge, ovviamente, al fenomeno dei giovani medici che decidono spontaneamente di partire e cercar fortuna all’estero, e delle “autodimissioni” di tanti professionisti che lasciano le strutture pubbliche per lavorare nel privato. E tutti seguono le stesse motivazioni e promesse: stipendi più alti e addio a turni massacranti.

Un capitale quotidianamente perso dal Servizio sanitario nazionale, che già combatte con un’endemica carenza di specialisti, inevitabilmente destinata a peggiorare nei prossimi anni. In base alle ultime statistiche, nel 2025 ne mancheranno 16.500. Perché l’emorragia di pensionamenti raggiungerà il suo culmine nel 2022 e perché il numero di posti messo a bando negli ultimi anni per l’accesso alle scuole di specializzazione era insufficiente. Se poi i (pochi) specialisti formati se ne vanno, di fronte ai numeri relativi al personale sanitario difficilmente tornerà il segno più.

«Per i medici più giovani che vogliono avere uno sbocco professionale diverso andare all’estero può essere sicuramente una soluzione adeguata», commenta ai nostri microfoni Giovanni Leoni, vicepresidente della FNOMCeO e segretario di CIMO Veneto. «In Italia formiamo i cervelli migliori, quelli più disponibili alle novità e anche a soffrire le conseguenze del trasferimento e della eradicazione dalla propria comunità. E la qualità del nostro percorso formativo è riconosciuta a livello globale – prosegue Leoni -. Non è un caso che negli Stati Uniti la percentuale maggiore della componente medica straniera è di origine italiana. Ma una volta che questi medici, soprattutto se giovani, cambiano residenza e si radicano all’estero, poi non tornano più in Italia. E così – conclude Leoni – noi perdiamo una qualità intellettuale importante per l’evoluzione della classe medica».

LEGGI ANCHE: CHIRURGHI IN ‘ESTINZIONE’, L’ONCOLOGO GIUSEPPE PETRELLA: «ARGINARE FUGA DI CERVELLI O SALUTE A RISCHIO. ADERISCO ALL’IDEA DEL TRIBUNALE DELLA SALUTE»

Articoli correlati
Task shifting da medici a personale sanitario? I sindacati: «Rischio contenziosi»
ANAAO-ASSOMED e CIMO-FESMED scrivono alla Corte dei Conti. I due sindacati della dirigenza medica intendono chiedere un interpello all’ARAN
Ospedalità privata, l’appello dei medici al prossimo Governo: «Non dimenticatevi di noi»
Quici (CIMO-FESMED): «Intollerabili le discriminazioni tra medici del pubblico e medici del privato convenzionato». De Rango (CIMOP): «Introdurre contratto quadro per sanare ingiustizia»
Medici stranieri assunti «in deroga», Anelli (Fnomceo) perplesso scrive a Mattarella
Il presidente di Fnomceo Anelli scrive una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per sollecitare l'attenzione sulla normativa che permette l'impiego di medici extracomunitari in deroga al normale iter di riconoscimento dei titoli e all'obbligo di iscrizione all'ordine
In Veneto 100 euro l’ora per gli straordinari in Pronto soccorso. CIMO-FESMED: «Estendere accordo in tutta Italia»
Un accordo, quello raggiunto tra la Regione e le organizzazioni sindacali, che prova a rendere nuovamente attrattiva l’area di Emergenza-Urgenza
Senato, la sanità perde la sua Commissione ad hoc. La protesta di CIMO-FESMED
A partire dalla prossima legislatura le competenze dell'attuale dodicesima Commissione Igiene e Sanità del Senato confluiranno nella nuova decima Commissione “Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale”. Una scelta che non convince la Federazione CIMO-FESMED
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Politica

Il Nobel Giorgio Parisi guida l’appello di 14 scienziati: “Salviamo la Sanità pubblica”

Secondo i firmatari "la spesa sanitaria in Italia non è grado di assicurare compiutamente il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e l'autonomia differenziata rischia di ampliare ...