Lavoro 29 Aprile 2020 11:11

Al Sud un’eccellenza per la gestione del Covid-19: contagi zero tra il personale sanitario dell’ospedale Curto di Polla

Nel Vallo di Diano, cuore della zona rossa salernitana, i protocolli di sicurezza sono stati esemplari. Il direttore sanitario Luigi Mandia: «Nel giro di pochi giorni abbiamo allestito diverse aree dedicate ai pazienti Covid, tra cui uno spazio per la dialisi ed una unità di terapia intensiva. L’ospedale di Polla accoglie i cittadini di una trentina di Comuni limitrofi»

di Isabella Faggiano

Contagi zero tra il personale sanitario durante la gestione dell’emergenza Covid-19 nell’ospedale Luigi Curto di Polla, in provincia di Salerno. «Un risultato esemplare ottenuto grazie all’instancabile lavoro dei medici – racconta il direttore sanitario Luigi Mandia -, ma anche alla vicinanza ed al contributo di tutta la popolazione di zona».

L’epidemia nel Vallo di Diano, un territorio che si estende tra la provincia di Salerno e la Basilicata, è esplosa nel mese di marzo. I casi di Covid-19 si sono moltiplicati nel giro di pochissimi giorni: la diffusione sarebbe partita dallo svolgimento di due ritiri spirituali tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, il primo dei quali avrebbe coinvolto una ventina di praticanti del cammino neocatecumenale ad Atena Lucana. Poco dopo, in questo Comune ed in altre aree limitrofe, il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha istituito la zona rossa.

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Così mentre centinaia di cittadini venivano messi in quarantena, l’ospedale di Polla si preparava all’accoglienza dei primi pazienti Covid: «Ci siamo messi immediatamente a studiare – racconta il direttore sanitario – adeguandoci ai parametri relativi all’assistenza sanitaria da impiegare in caso di guerra batteriologica, chimica o di eventi nucleari. Ovviamente, prendendo esempio dai colleghi della Lombardia che, purtroppo, già prima di noi si erano trovati a dover gestire una tale emergenza».

E mentre i medici si preparavamo a livello teorico, la gente del luogo si occupava delle faccende pratiche: «I cittadini, gli amministratori locali, gli imprenditori, le forze dell’ordine – aggiunge Mandia – hanno subito attivato una raccolta fondi. Grazie alle loro donazioni abbiamo potuto acquistare altre strumentazioni e dispositivi utili alla sicurezza di pazienti e personale sanitario. La Protezione civile, invece, ci ha offerto e montato una tendostruttura che abbiamo immediatamente adibito a reparto Covid. Poi, abbiamo isolato altre zone dell’ospedale che potessero essere idonee per la cura di malattie infettive, partendo dai reparti con ingresso indipendente e mettendo così insieme un numero di letti che potesse soddisfare l’accoglienza dei pazienti in arrivo».

L’ospedale di Polla, infatti, doveva prepararsi a curare contagiati provenienti non solo dallo stesso Comune, ma anche da molte altre zone circostanti: «Ci troviamo in un’area che, in autostrada, può essere attraversata in circa un’ora. Un territorio vastissimo costituito da una trentina di Comuni dai quali è piuttosto scomodo raggiungere gli ospedali dei grandi centri urbani. Per questo si rivolgono soprattutto all’ospedale di Polla, presidio ospedaliero di riferimento di 120mila abitanti».

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Cittadini ai quali il personale dell’ospedale ha dovuto continuare a garantire anche tutti gli altri servizi essenziali di cura: «Medici e professionisti sanitari sono stati  semplicemente splendidi – commenta il direttore sanitario -. Tutti hanno partecipato attivamente alla gestione di questa emergenza, alcuni mantenendo le attività di pronto soccorso, altri lavorando attivamente nei reparti-Covid. Nel giro di pochi giorni siamo riusciti anche ad allestire uno spazio per la dialisi-Covid ed una unità di terapia intensiva con quattro posti letto, estesi anche a sei nei momenti più terribili».

E di momenti difficili ce ne sono stati: «Durante il picco di contagi nove persone hanno perso la vita. Ma per fortuna oggi, a distanza di un mese – racconta Luigi Mandia – molte persone sono guarite e sono tornate a casa. E questa è per tutti noi una grande soddisfazione. Abbiamo lavorato giorno e notte, mettendo in campo tutte le nostre risorse, e siamo riusciti ad ottenere ottimi risultati. Non solo non c’è stato nessun caso di Covid-19 tra i nostri professionisti, ma siamo riusciti a svuotare quasi completamente i reparti Covid. Sono pochissimi i pazienti ancora da dimettere e – conclude il direttore sanitario – i letti della terapia intensiva sono finalmente tutti vuoti».

 

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