Contributi e Opinioni 26 Marzo 2021 12:14

Tumori cutanei e malattie infiammatorie della pelle: l’alimentazione a supporto del percorso di cura

In Emilia-Romagna la tappa del progetto ‘Immunoterapia e Nutrizione’. Mangiare meglio può incidere sulla risposta alle terapie

I tumori della pelle sono oggi tra le patologie oncologiche più diffuse, possono presentarsi a qualsiasi età, soprattutto avanzata, sono causa di decine di migliaia di interventi chirurgici e decessi ogni anno e la loro incidenza è in continua crescita. Oltre al più noto melanoma, nel 2018 i dati AIRTUM hanno stimato 83.000 tumori cutanei maligni non-melanoma. Tra questi, ad esempio il carcinoma spinocellulare (CSCC) che conta da solo circa 19.000 casi in Italia.

«Se è vero che la ricerca ha reso disponibili opzioni terapeutiche – si legge in una nota – come l’immunoterapia, capaci di dare una svolta al trattamento di alcuni tipi di tumore, è altrettanto vero che lo stile di vita adottato gioca un ruolo importante nel raggiungimento dei risultati clinici attesi: una corretta alimentazione, per esempio, incide sia sulle condizioni di salute generale del paziente che sulla capacità di risposta ad alcune terapie».

È stato questo il tema dell’incontro virtuale che si è svolto giovedì 25 marzo per presentare la tappa in Emilia-Romagna del progetto ‘Immunoterapia e Nutrizione. Partita in Campania lo scorso ottobre, l’iniziativa nasce dai lavori del Board Scientifico composto dal prof. Ignazio Stanganelli, Presidente IMI, Direttore della Skin Cancer Unit presso l’IRCCS IRST Istituto Tumori Romagna e Professore Associato dell’Università di Parma, dal dott. Paolo Ascierto, Direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative presso l’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione “G. Pascale” di Napoli e dalla prof. Gabriella Fabbrocini, Direttore UOC di Dermatologia Clinica presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Federico II di Napoli. Il progetto ha, inoltre, il patrocinio delle associazioni di pazienti, A.I.Ma.Me – Associazione Italiana Malati di Melanoma e tumori della pelle e ANDeA – Associazione Nazionale Dermatite Atopica, l’organizzazione di pazienti e cittadini Cittadinanzattiva, oltre a IMI – Intergruppo Melanoma Italiano, Fondazione Melanoma onlus e IOR Istituto Oncologico Romagnolo, ed è realizzato con il supporto non condizionante di Sanofi Genzyme, divisione specialty care dell’azienda farmaceutica Sanofi.

«Nell’ambito del trattamento oncologico dei tumori cutanei avanzati come il melanoma e del carcinoma spinocellulare, recenti studi – citati, durante l’evento, dalla dott.ssa Patrizia Serra, coordinatrice del progetto NUTRO IRST – evidenziano che le differenze nel microbiota intestinale possono influenzare la risposta all’immunoterapia con farmaci anti-PD-1 (proteina 1 di morte cellulare programmata). Il microbiota intestinale è formato da un numero elevatissimo di specie batteriche che svolgono un’intensa attività metabolica e possono influenzare le funzioni dell’organismo. Inoltre, il microbiota intestinale svolge anche un ruolo importante nella difesa dell’organismo contro diversi patogeni e nella stimolazione e modulazione del sistema immunitario, promuovendo il mantenimento di una mucosa intestinale sana e contrastando lo stato infiammatorio proprio di alcune patologie cutanee».

«Tra le patologie infiammatorie cutanee – continua – è emersa un’alterazione della composizione del microbiota intestinale nei pazienti con dermatite atopica e, anche in questo caso, come sottolineato dal dott. Giuseppe Benati (Direttore della Geriatria Forlì e responsabile della rete di dietetica e nutrizione clinica AUSL Romagna), la dieta potrebbe giocare un ruolo a sé tra i fattori ambientali. La dermatite atopica è una malattia infiammatoria cronica della pelle che si associa a un aumentato rischio di sviluppare allergie alimentari, asma, rinite allergica, e altre malattie infiammatorie immuno-mediate. Per avere un sistema immunitario forte e garantire la salute del microbiota intestinale è fondamentale uno stile di vita sano che includa anche una dieta equilibrata e varia, caratterizzata dal consumo giornaliero di frutta e verdura, cereali integrali, legumi, proteine di origine vegetale e animale».

«Un approccio paziente-centrico e multidisciplinare è necessario ad assistere e informare il paziente non soltanto sugli aspetti clinici e sulle innovazioni terapeutiche, ma anche a coinvolgerlo in tutte le fasi e in tutti gli aspetti sia delle patologie cutanee infiammatorie, come la dermatite atopica, dei tumori della pelle, anche grazie al nuovo ruolo dell’onco-dermatologia, perno di una presa in carico davvero efficace».

A sottolinearne l’importanza è anche Ignazio Stanganelli: «Il ruolo del dermatologo, esperto nella diagnosi e cura delle malattie della pelle, contribuisce all’identificazione di un percorso diagnostico-terapeutico adeguato che conduca al più presto il paziente presso il Centro di Riferimento, assicurando la collaborazione tra il medico di medicina generale, il dermatologo territoriale e il paziente stesso».

«Il valore dell’approccio multidisciplinare, per il paziente con carcinoma a cellule squamose, e per quello con dermatite atopica, risiede soprattutto nella governance dei percorsi che dovrà essere anche garantita all’interno del Centro di Riferimento – mette in risalto il dott. Davide Melandri, Direttore U.O. Centro Grandi Ustionati/Dermatologia Cesena e Forlì e Banca della Cute Regione Emilia Romagna  – Per entrambe le tipologie di pazienti sarà necessario tenere in conto una valutazione epidemiologica atta a quantificare la popolazione di pazienti afferenti e i relativi cambiamenti di stato, dove i Registri Tumori sono parte integrante di questo monitoraggio continuo».

«La complessità del percorso di prevenzione-diagnosi-cura-ricerca, la necessità di una presa in carico completa e la struttura sanitaria della Regione Emilia-Romagna enfatizzano l’importanza di un modello a rete interdisciplinare e interaziendale che permetta integrazioni, upgrade tecnologico e scientifico così come l’uso efficiente delle risorse disponibili, col fine ultimo di offrire elevati standard di cura» sottolineano la dott.ssa Maria Teresa Montella, Direttore Sanitario dell’IRCCS IRST ed il dott. Mattia Altini, Direttore Sanitario AUSL Romagna.

«Anche l’alleanza terapeutica con il paziente è cruciale affinché quest’ultimo si senta coinvolto in un dialogo con il medico e le istituzioni – dichiara Antonio Gaudioso, Segretario Generale di Cittadinanzattiva, membro della Commissione Nazionale per l’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza – Questo permette di individuare cure più appropriate, migliorare la qualità della vita, sfruttare al meglio le risorse del SSN oltre che di integrare non solo le competenze del team multidisciplinare composto da esperti che si occupano della presa in carico del paziente, ma anche i livelli di cura».

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Oms: «Da diete malsane 8 milioni di morti». Schillaci: «Alimentazione mediterranea va studiata a scuola»
In occasione della sessione «Healthy Diets, Cultures and Tradition: Lessons from the Mediterranean Diet», prevista nell'ambito del vertice sui sistemi alimentari delle Nazioni Unite, il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus sottolinea l'importanza di seguire una dieta sana
Stili di vita, alimentazione e sport: 7 italiani su 10 predicano bene ma razzolano male
I risultati del nuovo report «NUOVO REPORT ASIM- AIRC», realizzato da Fondo ASIM in collaborazione con la Fondazione AIRC Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro
Scandalo ginnastica ritmica. L’esperto: «La dieta degli atleti sia elaborata insieme al nutrizionista»
A parlare è il dott. Emilio Buono, nutrizionista sportivo di campioni d’élite e formatore professionale. Dal 1° novembre online il nuovo corso Consulcesi sul tema della nutrizione nello sport
Scandalo ginnastica ritmica, il monito dei medici: «Non sottovalutare i rischi della triade dell’atleta»
Gli specialisti di Medicina dello sport dell'Auxologico Irccs invitano genitori e tecnici a non sottovalutare magrezza, amenorrea e osteoporosi che possono creare danni immediati e a lungo termine oltre ai traumi psicologici che possono provocare anoressia e bulimia
Zero non vuol dire sano: gli alimenti ultra-processati aumentano il rischio di mortalità. Lo studio
I ricercatori dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS) hanno monitorato per 12 anni lo stato di salute di oltre 22 mila persone e lo hanno correlato con le loro abitudini alimentari, prendendo in considerazione sia gli aspetti nutrizionali che quelli legati al grado di trasformazione dei cibi. Il primo autore dello studio: «L’etichetta dovrebbe indicare anche il livello di trasformazione degli alimenti e non solo ingredienti e valori nutrizionali»
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Sammy Basso, l’addio al più longevo malato di progeria

Sammy, morto a 28 anni, è il più longevo malato di progeria: chi nasce affetto da questa malattia ha di solito un'aspettativa di vita che non supera i vent'anni
Salute

Automedicazione: dall’Enterogermina al Daflon, ecco i prodotti più venduti in farmacia

I dati Pharma Data Factory (PDF): nell’ultimo anno mobile (agosto 2023-settembre 2024) il mercato dei farmaci per l’autocura è stabile (-1%), anche se con prezzi in lieve aumento (+...
Prevenzione

Medici di medicina generale, igienisti e pediatri assieme contro il virus respiratorio sincinziale

Il Board del Calendario per la Vita accoglie con soddisfazione la possibilità di offrire a carico del Ssn, come annunciato dalla Capo Dipartimento Prevenzione del Ministero, l'anticorpo monoclo...
Prevenzione

Aderenza terapeutica, dal Ministero un documento per sensibilizzare alla corretta assunzione dei farmaci

Il documento mira ad avviare un processo culturale di consapevolezza e di responsabilizzazione individuale e sociale. La mancata aderenza terapeutica può avere pesanti ricadute, peggioramento d...