Sanità 19 Gennaio 2016 12:08

Santé internationale

Est-ce que les Ebola fighters ont gagné?

Est-ce que le tragique chapitre qui a tué 11315 personnes, sur un total de 28637 cas en deux ans, est vraiment terminé? En déclarant le Liberia, le dernier Pays qui avait enregistré des cas de contagion, comme “ebola free“, l’OMS a annoncé le possible arrêt de la pandémie. Toutefois, c’est une victoire apparente, étant donné le cas isolé enregistré dans les derniers jours en Sierra Leone. Et apparente puisque, après des périodes de latence, le virus en question resurgit cycliquement depuis 1976.

C’est en effet la même OMS qui a réitéré une admonestation fondamentale: «Il ne faut pas baisser les bras». Il s’agit de la troisième déclaration sur le Liberia, à la suite de la résurgence de la maladie plusieurs années plus tard en deux cas. Le critère officiel pour établir la fin d’une épidémie c’est attendre le double de la période d’incubation du virus – c’est-à-dire, 42 jours après le résultat négatif des tests chez les sujets contaminés – sans la réapparition de nouveaux cas de contagion. Si l’attente est sans surprises, la cessation de la transmission du virus d’humains à humains est confirmée. Les trois Pays les plus flagellés par cette épidémie sans précédent sont Guinée, où s’enregistra le premier cas en décembre 2013, Sierra Leone et Liberia. Le pic de contagions a été enregistré dans la deuxième moitié de 2014, avec centaines de morts chaque semaine, et a descendu radicalement en 2015, grâce à une mobilisation internationale massive, mais tardive.

Cependant, l’exemple du Liberia, comme souligné par l’Organisation, n’autorise pas à prêter moins d’attention: «L’activation d’une équipe prête à une réponse rapide en cas de nouveaux contagions est fondamentale», on lit dans le dernier bulletin sur l’épidémie. Et le monde, apparemment, a appris sa leçon: il est nécessaire de former et d’informer de façon adéquate tous ceux qui travaillent en première ligne et en coulisse : dès villages égarés au cœur d’Afrique aux structures sanitaires d’avant-garde en Occident, il faut mettre à disposition des opérateurs sanitaires les connaissances et les instruments les meilleurs, les compétences scientifiques les plus influentes et l’organisation la plus efficace pour gérer l’éventuelle résurgence d’Ebola et d’autres pandémies ravageuses.

Articoli correlati
OMS, mpox: ok a vaccino KM Biologics per l’uso di emergenza. Potrà essere somministrato anche ai bambini maggiori di un anno
Importante novità nella lotta contro l'mpox, il "vaiolo delle scimmie". L'OMS ha inserito un nuovo vaccino - LC16m8 dell'azienda giapponese KM Biologics - nell'elenco dei vaccini di emergenza. LC16m8 è il primo composto che potrà essere somministrato ai bambini che abbiano compiuto il primo anno di età
Vaccini, Oms e Unicef: “Oltre 120mila bambini a ‘dose zero” tra Europa e Asia Centrale”
La specialista regionale dell'UNICEF per le vaccinazioni in Europa e Asia Centrale: "Non c’è ragione per cui i bambini debbano correre il rischio di morire per malattie prevenibili con un vaccino. Dare priorità ai finanziamenti e investimenti sui programmi di immunizzazione e sistemi sanitari”
Morbillo: allarme Oms Europa, 30 volte più casi nel 2023
"La regione europea sta registrando un aumento allarmante dei casi di morbillo". E' il monito dell'ufficio regionale dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per l'Europa. "Tra gennaio e ottobre 2023 sono stati segnalati oltre 30mila casi da 40 dei 53 Stati membri della regione. Rispetto ai 941 segnalati in tutto il 2022, è un aumento di oltre 30 volte", avverte l'agenzia Onu per la salute
di V.A.
Oms: «Da diete malsane 8 milioni di morti». Schillaci: «Alimentazione mediterranea va studiata a scuola»
In occasione della sessione «Healthy Diets, Cultures and Tradition: Lessons from the Mediterranean Diet», prevista nell'ambito del vertice sui sistemi alimentari delle Nazioni Unite, il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus sottolinea l'importanza di seguire una dieta sana
Covid, Oms Europa: sono 36 milioni i cittadini con Long Covid, continuare con vaccini
La pandemia è stata ufficialmente dichiarata conclusa, ma ancora oggi ci sono ben mille morti a settimana in Europa. Nel frattempo, sale anche il conteggio delle vittime del Long Covid, la sindrome post-infezione, che in 3 anni è arrivata a colpire 36 milioni di persone, sempre in Europa, 1 persona su 30. Questi sono alcuni dei dati presentati questa mattina da Hans Kluge, direttore dell'Ufficio regionale europeo dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms)
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...
Advocacy e Associazioni

Nasce l’Intergruppo Parlamentare “Innovazione Sanitaria e Tutela del Paziente”

L’Intergruppo punta in particolare a sviluppare strategie di programmazione sanitaria che integrino tecnologie avanzate, quali l’intelligenza artificiale e dispositivi medici innovativi, e...
Advocacy e Associazioni

HIV, è ancora emergenza: “Scarsa informazione, pochi test e tanto stigma”

Medici, Associazioni e Istituzioni, a pochi giorni dalla Giornata mondiale contro l’Aids, tornano a parlare di HIV per ridefinire l’agenda delle priorità. Presentato “HIV. Le ...