Salute 6 Dicembre 2016 12:36

Vaccini in gravidanza, quali rischi? Bianchi (Meyer): «Serve chiarezza…»

Le donne in dolce attesa sono considerate soggetti a rischio di complicazioni. Cosa fare con i vaccini? La pediatra del Meyer: «Il tema è molto dibattuto e non tutti i medici sanno come muoversi nel consigliare, occorre una formazione specifica…»

I vaccini, tema caldo dibattuto con insistenza negli ultimi tempi, rappresenta un terreno di scontro fra scienziati, medici, genitori e istituzioni. Le polemiche non riguardano solo le coperture vaccinali obbligatorie come l’esavalente, ma motivo di scontro è anche il vaccino anti-influenzale che i medici raccomandano a chi risulta essere a rischio, ma non tutti sono d’accordo. Tra le persone a rischio, oltre ad anziani, malati e bambini, l’Organizzazione Mondiale della Sanità include anche le donne in gravidanza. Infatti il malanno di stagione raramente causa problemi al feto, ma questa ipotesi non si può del tutto escludere. Infatti nel momento in cui la donna è incinta, il sistema immunitario è meno efficiente, dunque il rischio di complicazioni come la polmonite è più alto. Tuttavia, il numero di donne incinte che scelgono di sottoporsi al vaccino antinfluenzale, almeno in Italia, è basso rispetto al resto d’Europa e anche tra gli operatori sanitari non c’è totale accordo sull’utilità del vaccino e sulla sua inoffensività. Su questo tema interviene Leila Bianchi, pediatra e infettivologa dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze.

Vaccinarsi in gravidanza, quali sono i benefici e quali sono i rischi?

«Il tema della vaccinazione in gravidanza è un tema nuovo. Come tutte le novità si tende ad accoglierle progressivamente. Io ritengo che il vaccino anti-influenzale sia molto importante per le neo-mamme perché serve a proteggere sia la donna che il bambino. La donna in gravidanza che contrae l’influenza rischia che il virus si manifesti più gravemente a causa del sistema immunitario più fragile. Inoltre, vaccinando la mamma, la copertura si trasmette anche al neonato che, ricordiamo, nei primi mesi di vita non può essere vaccinato, dunque questo è il modo migliore per proteggerlo anche nei primi sei mesi dalla nascita. Stesso discorso vale per la pertosse. Un alto tasso di morti per pertosse sono proprio i bambini piccoli, soprattutto quelli sotto i 3 mesi di vita, quindi quando ancora non possono essere vaccinati. Anche in questo caso, se la madre si vaccina, gli anticorpi passano al neonato che di conseguenza sarà protetto anche nei primi tempi dopo la nascita. Parliamo di sicurezza dei vaccini in gravidanza, su questo argomento sono usciti tantissimi lavori: è ormai noto che i vaccini ‘inattivati’, cioè caratterizzati da microrganismi uccisi, sono assolutamente sicuri, in nessun modo possono dare danno né alla donna né al bambino. Per quanto riguarda i vaccini ‘attenuati’, con microrganismi vivi ma resi non patogeni, morbillo, parotite, rosolia, varicella, rimane ancora una controindicazione in gravidanza. Parliamo di un rischio teorico, quello del passaggio del virus al feto, ed in effetti questo evento non si è mai verificato: abbiamo verificato che su alcune donne per errore erano stati somministrati questi vaccini ma non si è mai verificato alcun problema. Tuttavia la raccomandazione rimane questa: nessun rischio per i vaccini inattivi mentre meglio evitare i vivi attenuati. Per quanto riguarda il vaccino contro il virus del Meningococco, tema attualissimo in questo momento, sfatiamo un mito: può essere fatto tranquillamente, così come tutti gli altri vaccini inattivati».

Sul tema vaccini, la formazione dei medici quanto è importante? Quanto il medico effettivamente influisce nella decisione del genitore?

«Il medico influisce tantissimo. Ad esempio, sul tema delle vaccinazioni in gravidanza abbiamo avuto delle grosse difficoltà con il gruppo dei ginecologi e ostetrici, talvolta anche medici generici, semplicemente perché, essendo un argomento parecchio dibattuto, a volte non vogliono rischiare di consigliare qualcosa che più volte è stato sottoposto ad analisi e approfondimenti. Io penso che la medicina è un campo del sapere sterminato, ci sono sempre più informazioni, progressi, scoperte, non possiamo sapere tutto, però sicuramente fare una formazione specifica sulle vaccinazioni può aiutare il medico nella sua pratica quotidiana a consigliare meglio i genitori che nello stesso tempo si sentirebbero più sicuri».

Articoli correlati
Dagli igienisti della SItI una Guida alle buone pratiche vaccinali
La Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) ha presentato il documento "Guida alle buone pratiche vaccinali", con l'obiettivo di promuovere e garantire servizi vaccinali di eccellenza in tutto il territorio nazionale
di V.A.
Il Nobel per la Medicina ai «genitori» dei vaccini a mRNA contro il Covid e non solo
Drew Weissman, 64 anni, e Katalin Karikò, 68 anni, sono i due nuovi vincitori del Nobel per la Medicina 2023. I due scienziati hanno sviluppato la tecnologia che ha permesso, nel giro di pochissimi mesi, di sviluppare i vaccini anti-Covid a mRNA, che hanno salvato milioni di vite umane nel mondo
Covid: alta adesione degli over 60 ai vaccini ridurrebbe fino al 32% i ricoveri, le raccomandazioni nel Calendario per la Vita
Il board del Calendario per la Vita, costituito da diverse società scientifiche, ha redatto delle raccomandazioni per la campagna di vaccinazione anti-Covid per l’autunno-inverno 2023
di V.A.
Sanità italiana divisa a metà: 29 milioni di italiani in difficoltà con le cure
La sanità italiana sempre più divisa in due con ben 29 milioni di italiani che potrebbero avere serie difficoltà. Le performance sanitarie per il 2023 vedono infatti otto tra Regioni e Province autonome promosse, sette rimandate e sei bocciate. Sono i risultato del rapporto «Le performance regionali» del Crea Sanità, Centro per la ricerca economica applicata in sanità, presentato oggi a Roma
Covid: pericolo scampato? Non per i pazienti fragili: l’appello di AIP OdV
Le infezioni da Sars-CoV-2, così come le altre malattie virali, rimangono un elemento di allerta. In Italia, infatti, si contano ancora circa 30 morti al giorno per infezioni Sars-CoV-2, molti dei quali fanno parte dei cosiddetti «pazienti fragili» (sono 1 su 5 in Italia)
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Giornata Mondiale dell’Obesità, Benini (FAND): “Attenzione alla Diabesità”

Per la Giornata Mondiale dell'Obesità 2024 sono molte le iniziative promosse, in Italia, in Europa e nel Mondo dalle organizzazioni contro l'obesità, gli operatori sanitari e le persone ...
Advocacy e Associazioni

Disturbi spettro autistico. Associazioni e Società Scientifiche scrivono al Ministro Schillaci

Nella lettera si sottolinea come sia "indispensabile affrontare le criticità più volte evidenziate da operatori e famiglie nell’ambito di tutti i disturbi del neurosviluppo, quale ...
Advocacy e Associazioni

Giornata Mondiale dell’Obesità: un’epidemia con 800 milioni di malati

Presentate le iniziative italiane della World Obesity Day che ricorre il 4 marzo. Nel nostro Paese le persone con obesità sono l’11,4 per cento della popolazione e oltre 21 milioni di ita...
di I.F.