Salute 18 Dicembre 2020 13:08

Terapie intensive, ricoveri Covid oltre soglia 30% in 15 regioni. Lo studio Anaao-Assomed

L’analisi Anaao-Assomed, regione per regione, dei posti letto di Terapia intensiva al 2018, dei posti attivati nel 2020 e dei rapporti con il numero di abitanti, confrontati poi con il numero dei ricoveri Covid, ha messo in risalto regioni virtuose e regioni da “bocciare”

Terapie intensive, ricoveri Covid oltre soglia 30% in 15 regioni. Lo studio Anaao-Assomed

Sono drammatici i risultati dello studio Anaao-Assomed sui posti letto di terapia intensiva utilizzati per l’emergenza Covid e sulla carenza degli anestesisti: in 15 regioni viene superato il limite di sicurezza del 30% e ancor più terribile è la situazione del personale specialista in anestesia e rianimazione. Da almeno 4 anni i bandi di concorso per questa disciplina vanno semideserti, segno oggettivo di una grave penuria. Aumentare di 3.500 i posti di Terapia intensiva, come stabilito dal DL “Rilancio”, significa aver bisogno di 2.800 nuovi rianimatori. Se si considera che il saldo tra neo-specialisti e pensionati quest’anno è negativo di 301 per errori di programmazione sul numero di contratti di formazione specialistica accaduti negli ultimi 10 anni, ci si rende conto che non ci sono rianimatori sufficienti, non solo per garantire la assistenza richiesta dall’incremento dei posti di Terapia intensiva, ma nemmeno per coprire il naturale turnover legato ai pensionamenti. Pertanto, mancano ben 3.101 anestesisti per il funzionamento dei posti, vecchi e nuovi, di Terapia intensiva.

L’analisi Anaao-Assomed, regione per regione, dei posti letto di Terapia intensiva al 2018, dei posti attivati nel 2020 e dei rapporti con il numero di abitanti, confrontati poi con il numero dei ricoveri Covid, ha messo in risalto regioni virtuose e regioni da “bocciare”.

Lo studio

Lo studio si focalizza sulla reale efficacia delle misure adottate dal Governo, e declinate nelle varie regioni, nei confronti dei reparti più coinvolti nella gestione dell’infezione da Covid-19, le terapie intensive, che hanno sempre rappresentato il fronte più caldo nella battaglia al virus. La paura più grande è la saturazione dei posti letto dei reparti di rianimazione, con l’inevitabile conseguenza di dover scegliere quali pazienti intubare e quali no.

In Italia, a inizio mese, oltre il 40% dei posti letto di terapia intensiva era occupato da pazienti Covid, con punte regionali molto elevate (Lombardia 59%, Piemonte 57%). Non tutte le Regioni partivano dallo stesso livello di dotazione di posti letto quando è scoppiata la pandemia, segno di una grande eterogeneità tra regioni: il Piemonte ad esempio aveva 7,3 posti letto di terapia intensiva per 100.000 abitanti, la Liguria ne aveva 12,1; incredibilmente basso anche il dato della Provincia autonoma di Trento, con 5,9.

Discorso a parte merita la Campania, unica regione per la quale esiste una differenza notevole tra posti letto di terapia intensiva dichiarati al 2018 e al 2020 pre-pandemia, nell’ordine del 34% dei posti totali: 506 al 2018, ma solo 335 al 2020 (171 posti letto in meno). «Non sappiamo – afferma Anaao-Assomed – se siamo di fronte ad un errore materiale ovvero ad un voluto sottodimensionamento della dotazione, per un maggiore flusso di risorse da parte del Governo».

Esistono perplessità sui posti letto di Terapia intensiva riportati periodicamente sul sito dell’AGENAS su dati del Ministero della Salute: «Essi, per alcune regioni, sono addirittura superiori a quelli indicati dal DL “Rilancio” nel maggio 2020 – si può ancora leggere –. Questi numeri appaiono poco credibili soprattutto per due ragioni: mancano medici rianimatori su tutto il territorio nazionale e mancano gli spazi fisici necessari per implementarli all’interno dei nosocomi».

Per la Regione Sicilia è stato dimostrato che i numeri forniti dall’AGENAS non collimano con una conta de visu dei letti di TI realmente attivi in tutti gli ospedali dell’isola effettuata in data 19 novembre dal sindacato Cimo.

«Per la Regione Veneto – dichiara Anaao-Assomed – si ha il sospetto che i posti letto siano stati “dopati” per rimanere in zona gialla: al 4/12 vengono dichiarati 1.000 posti letto di terapia intensiva, (+513 rispetto al 2018, +105%), un numero talmente elevato in rapporto alla popolazione da essere poco credibile, soprattutto quando confrontato con quelli di altre regioni italiane. Non risulta che per questi posti letto aggiuntivi sia stato assunto il personale medico e infermieristico necessario per la loro operatività in piena sicurezza».

In conclusione, «aumentare i posti letto a dismisura sulla carta, solo per far crescere il denominatore e far così abbassare la percentuale di saturazione dei posti letto di Terapia intensiva per allontanare drastiche misure sociali ed economiche, che potrebbe avere ripercussioni negative sulla salute dei cittadini. È infine – conclude l’analisi – il momento di pensare a una seria e attenta programmazione del fabbisogno di medici  specialisti, per evitare la ripetizione del disastro annunciato al quale stiamo assistendo».

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Covid: spray nasale con anticorpi protegge da infezione. Gli scienziati: “Approccio utile contro nuove varianti e in futuro anche contro altri virus”
I ricercatori del Karolinska Institutet, in Svezia, hanno dimostrato che lo spray nasale anti-Covid sviluppato, a base di anticorpi IgA, può offrire protezione dall'infezione. O almeno così è stato nei topi su cui è stato testato, come riportato da uno studio pubblicato su PNAS. I risultati aprono la strada a una nuova strategia per proteggere le persone ad alto rischio a causa delle diverse varianti del virus Sars-CoV-2 e possibilmente anche da altre infezioni
Fiaso: Covid ancora in calo, ma preoccupa l’influenza
Si conferma in calo l’indice dei ricoveri Covid. La rilevazione degli ospedali sentinella aderenti a Fiaso fa registrare un complessivo -16% nell’ultima settimana del 2023. Secondo l'ultima rilevazione Fiaso i virus influenzali stanno avendo un impatto in termini assoluti maggiore sugli ospedali
di V.A.
Covid: le varianti sono emerse in risposta al comportamento umano
Le varianti del virus Sars-CoV-2 potrebbero essere emerse a causa di comportamenti umani, come il lockdown o le misure di isolamento, le stesse previste per arginare la diffusione dei contagi. Queste sono le conclusioni di uno studio coordinato dall’Università di Nagoya e pubblicato sulla rivista Nature Communications. Utilizzando la tecnologia dell’intelligenza artificiale e la modellazione matematica […]
Covid: in commercio terapie di dubbia sicurezza ed efficacia
Ci sono la bellezza di 38 aziende che hanno messo in commercio presunti trattamenti a base di cellule staminali e di esosomi (vescicole extracellulari) per la prevenzione e il trattamento del Covid-19
Covid: alta adesione degli over 60 ai vaccini ridurrebbe fino al 32% i ricoveri, le raccomandazioni nel Calendario per la Vita
Il board del Calendario per la Vita, costituito da diverse società scientifiche, ha redatto delle raccomandazioni per la campagna di vaccinazione anti-Covid per l’autunno-inverno 2023
di V.A.
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Politica

Il Nobel Giorgio Parisi guida l’appello di 14 scienziati: “Salviamo la Sanità pubblica”

Secondo i firmatari "la spesa sanitaria in Italia non è grado di assicurare compiutamente il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e l'autonomia differenziata rischia di ampliare ...