Salute 23 Dicembre 2020 10:28

Report Gimbe, il calo dei casi si riduce ancora. Tendenza invertita in 6 regioni

La tendenza in flessione dei nuovi casi in Italia ha invertito la direzione in sei regioni, l’allarme di Gimbe. Diminuiscono ancora ricoveri e terapie intensive, scendono anche i decessi. Ora nuovi studi sulla variante inglese

Report Gimbe, il calo dei casi si riduce ancora. Tendenza invertita in 6 regioni

Continua ma si assottiglia la flessione di nuovi casi nella settimana 16-22 dicembre, secondo il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe. Sono 106.794 i nuovi casi, contro i 113.182 della scorsa settimana, a fronte di una sostanziale stabilità dei casi testati (465.534 vs 462.645) e in linea con la riduzione del rapporto positivi/casi testati (22,9% vs 24,5%). Diminuiscono i ricoverati con sintomi, che arrivano a 24.948 e le terapie intensive a quota 2.687. Scendono anche i decessi, da 4.617 a 3.985.

I dati

In dettaglio:

  • Decessi: 3.985 (-13,7%)
  • Terapia intensiva: -316 (-10,5%)
  • Ricoverati con sintomi: -2.394 (-8,8%)
  • Nuovi casi: 106.794 (-5,6%)
  • Casi attualmente positivi: -61.348 (-9,2%)
  • Casi testati +2.889 (+0,6%)
  • Tamponi totali: 28.289 (+2,6%)

«L’incremento percentuale dei casi infatti – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi sanitari della Fondazione Gimbe – che la scorsa settimana era in flessione in tutto il Paese, questa settimana ha invertito la tendenza in 6 regioni». L’occupazione da parte di pazienti Covid supera ancora la soglia del 40% nei reparti di area medica in 9 regioni e quella del 30% nei reparti di terapia intensiva in 8 Regioni.

L’influenza della variante UK

Per il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta: «Al di là del potenziamento delle misure restrittive per il periodo di Natale, due fattori influenzeranno nei prossimi mesi l’evoluzione della pandemia nel nostro Paese: l’avvio della campagna vaccinale e la diffusione della variante UK recentemente isolata». Resta da capire se una maggiore trasmissibilità di questa mutazione verrà confermata dai dati e, di conseguenza, se potrà avere un effetto sui vaccini già messi a punto, che per ora le evidenze non mostrano.

«Considerato che le risposte a questi interrogativi non arriveranno tutte in tempi brevi – conclude Cartabellotta – occorre rivalutare complessivamente il piano di gestione pandemica, rafforzando ulteriormente le misure di contenimento dell’epidemia, incluso il tracciamento dei casi positivi alla nuova variante»

Vaccini, cosa aspettarsi?

Analizzando, infine, lo status di approvazione dei vaccini:

  • Le dosi certe sono solo poco più di 10 milioni entro marzo 2021 e 22,8 milioni entro giugno 2021: quelle del vaccino Pfizer-BioNTech, approvato dall’Ema il 21 dicembre, e quelle di Moderna che dovrebbe avere il via libera il prossimo 6 gennaio.
  • I vaccini di AstraZeneca e Johnson & Johnson sono in fase di rolling review (revisione ciclica), ovvero Ema valuta i dati man mano che vengono resi disponibili, ma nessuna delle due aziende ha ancora effettuato la submission dei dati completi per l’approvazione condizionata.
  • CureVac ha annunciato il 14 dicembre l’arruolamento del primo paziente nello studio di fase 3.
  • Sanofi-GSK ha già comunicato lo slittamento della consegna delle dosi al 2022.

 

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