Salute 26 Settembre 2022 12:15

Pubertà precoce femminile, colpa (anche) di smartphone e tablet?

Salerno (SIEDP): «Ancora da stabilire meccanismi di correlazione. Evitare allarmismi ma regolamentare tempistiche d’uso»

Sviluppo puberale precoce nelle bambine? La causa potrebbe risiedere anche nell’eccessivo utilizzo di smartphone e tablet, precisamente nell’esposizione prolungate alla “luce blu” emessa da questi device. È questa l’ipotesi portata avanti dai ricercatori dell’Ankara City Hospital/Children’s, esaminando i risultati di uno studio condotto su modello animale. Questi hanno infatti evidenziato che perché l’eccessiva esposizione alla luce blu, tipicamente emessa da tablet e smartphone, causa uno sconvolgimento ormonale, con livelli ridotti di melatonina, elevati livelli di specifici ormoni riproduttivi, estradiolo e lutenizzante, insieme a cambianti fisici nel tessuto ovarico. Tutti fattori di rischio che aumentano le probabilità di una pubertà precoce e di futuri problemi di fertilità.

Luci e blu e alterazioni ormonali: lo studio

«I ricercatori hanno evidenziato che l’esposizione alla luce blu è sufficiente per alterare i livelli di ormoni fondamentali nella regolazione della pubertà e che questo effetto è ‘dose-dipendente’: più lunga è l’esposizione, prima la pubertà inizia – commenta alle nostre telecamere Mariacarolina Salerno, presidente della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP) –. Potremmo presumere che una disgregolazione dei neurotrasmettitori cerebrali, indotta da un eccessivo uso di dispositivi elettronici, potrebbe agire come fattore scatenante più potente sui neuroni che producono gonadotropine, stimolanti la funzione dei testicoli e delle ovaie. Tuttavia questi risultati – sottolinea – provengono da un modello animale per cui non possiamo essere sicuri che possano essere gli stessi anche nelle bambine e saranno necessarie ulteriori indagini per comprendere meglio il potenziale impatto dell’esposizione alla luce blu sui livelli ormonali e sull’inizio della pubertà precoce». I ricercatori turchi hanno annunciato di volere approfondire lo studio del danno cellulare e degli effetti infiammatori, rilevati dopo un’eccessiva esposizione alla luce blu, per valutare se può avere un impatto a lungo termine anche sulla fertilità e se la modalità ‘luce notturna’, disponibile nei dispositivi mobili, possa ridurre gli effetti osservati sui topi. Il consiglio degli esperti è comunque di ridurre l’utilizzo di tablet e smartphone al minimo nei bambini in età prepuberale, specialmente la sera, quando l’esposizione potrebbe alterare maggiormente l’equilibrio ormonale.

Pubertà precoce: il boom durante il lockdown

In Italia la pubertà precoce è annoverata tra le malattie rare e riguarda da 1 a 6 nati ogni 1000, in Europa interessa circa il 5% delle ragazze e circa l’1% dei maschi. Si verifica con la comparsa dei segni di sviluppo puberale prima dell’età di 8 anni per le femmine e prima dei 9 anni nei maschi. I cambiamenti sono legati alla produzione di ormoni prodotti dalla ghiandola ipofisaria, detti gonadotropine, che stimolano la funzione dei testicoli e delle ovaie. Il corpo del bambino inizia quindi a trasformarsi in adulto prima del tempo, con un’accelerazione dello sviluppo dei caratteri sessuali e una rapida chiusura delle cartilagini di accrescimento osseo. Per effetto di questo processo, i bambini crescono velocemente in altezza, ma poi il picco si esaurisce e da adulti possono presentare una statura inferiore alla media. Inoltre, il bambino con pubertà precoce può lamentare disagio psicologico e relazionale derivante dai propri, inattesi, cambiamenti corporei e dal confronto con i propri coetanei. «È importante sapere – aggiunge la professoressa Salerno – che molti studi condotti dalla SIEDP a seguito dello strettissimo lockdown che ha interessato il nostro Paese durante le prime fasi di emergenza pandemica hanno evidenziato un raddoppiamento del numero di bambine giunte nei centri di endocrinologia per problematiche relative ad una pubertà precoce. E, senza dubbio, le modifiche nello stile di vita che hanno caratterizzato quel periodo, che possono essere corresponsabili di questo fenomeno, sono stati l’uso intensivo di smartphone e tablet, sia per la DAD sia per lo svago, il maggiore consumo di cibi consolatori ricchi di zuccheri e la maggiore sedentarietà uniti ad una modifica del ritmo sonno-veglia, e un aumento medio ponderale».

Tablet come supporto didattico per alunni BES, «evitare abusi extra-scolastici»

Smartphone e tablet che, oltre alla DAD e all’uso personale che svago, vengono ormai largamente utilizzati anche nella didattica in presenza per agevolare molti alunni con BES (Bisogni Educativi Speciali). Come evitare che questa strategia si trasformi da valido supporto didattico a boomerang per la salute? «Durante il lockdown abbiamo assistito ad un vero e proprio abuso di questi device – afferma Salerno – e l’importante è trovare un bilanciamento di interessi: benissimo che il tablet venga utilizzato in ambito scolastico per supportare gli alunni con BES, ma poi bisogna poi evitare che a casa il tablet o lo smartphone continuino ad essere utilizzati tranne che per lo stretto necessario. Soprattutto è importante evitare terrorismo psicologico: se i nostri figli usano smartphone e tablet non andranno automaticamente incontro a pubertà precoce, in quanto quest’ultima ha un’eziologia multifattoriale. I risultati di questi studi ci danno però un monito, sulla necessità di regolamentare le tempistiche dedicate a smarphone e tablet, e sulla necessità per noi adulti – conclude la presidente SIEDP – di dare il buon esempio, evitando di fare un uso smodato in prima persona di questi device».

 

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