Salute 31 Agosto 2022 16:20

In Italia mancano 70mila infermieri, le richieste di Fnopi

Un documento redatto e diffuso della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche presenta i numeri delle carenze di infermieri in Italia. Si sottolineano i sacrifici fatti in pandemia e si elencano una serie di richieste alla politica

In Italia mancano 70mila infermieri, le richieste di Fnopi

Sono tra coloro che hanno pagato il prezzo più alto a causa del Covid, nonché figure centrali per il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr. Eppure nel nostro paese sono ancora troppo pochi. Oggi in Italia mancano circa 70mila infermieri, il 45% al Nord, il 20% al Centro e il 35% al Sud. Troppi per far fronte alle esigenze del nostro Servizio sanitario nazionale e per garantire agli infermieri attivi condizioni di lavoro giuste e adeguate. Questi sono alcuni dei dati e delle considerazioni contenute in un documento redatto e diffuso della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (Fnopi).

In Italia il rapporto infermieri-abitanti è al di sotto della media Ocse

Rispetto alla situazione internazionale, il rapporto infermieri-abitanti in Italia è di 5,5-5,6 infermieri ogni mille abitanti. Si tratta di «uno dei più bassi d’Europa secondo l’Ocse dove la media raggiunge gli 8,8», spiega la Fnopi. Quello infermieri-medici, che dovrebbe essere secondo standard internazionali 1:3, è secondo l’Ocse di 1:1,5. La media Ocse è di 2,8, come lo è nel Regno Unito. «La Germania raggiunge i 3,2, la Francia i 3,3, la Svizzera i 4,1,» riferisce la Fnopi. La pandemia, fa notare la Federazione, attraverso l’iniezione di organici 2020 per far fronte all’emergenza, ha permesso agli infermieri (con circa 8.800 unità in più) di recuperare tutte le perdite subite tra il 2009-2019. Tuttavia, precisa la Fnopi, si tratta di numeri che «non alleggeriscono la carenza o il fabbisogno legato ai nuovi standard del territorio, ma recuperano solo le perdite subite per i tagli legati alle razionalizzazioni di spesa, e comunque azzerano del tutto i numeri già bassi di disoccupazione e sottoccupazione».

Covid, in totale 320mila infermieri contagiati, 90 i morti

Gli infermieri, evidenzia ancora la Fnopi, continuano ad essere troppo pochi anche per far fronte ai nuovi standard fissati dal Pnrr e stabiliti nel DM 77 di riorganizzazione dell’assistenza territoriale. «I soli infermieri di famiglia e comunità necessari secondo i nuovi standard sono oltre 20mila (1 ogni 3.000 abitanti)», fa sapere la Federazione, la quale sottolinea anche il sacrificio compiuto da molti professionisti durante la pandemia. Dall’inizio dell’emergenza i contagi, tra infezioni e re-infezioni, registrati tra gli infermieri sono stati circa 320mila. I morti, invece, hanno raggiunto quota 90.

Gli infermieri sono la categoria professionale che registrato più contagi

Gli infermieri rappresentano «la categoria di professionisti della sanità – si legge nel documento – che fa registrare il maggior numero di contagi», in considerazione della «prossimità h24 con gli assistiti che non sono mai stati lasciati soli». Nella maggior parte dei casi, la malattia è «senza eccessiva gravità – spiega la Federazione – essendo gli infermieri la categoria professionale che fa registrare il più alto numero di professionisti vaccinati». Tuttavia «nella prima fase della pandemia si sono registrati 90 decessi per Covid», sottolinea Fnopi. I contagi tra gli infermieri su base mensile («quindi con difficoltà a restare operativi nelle loro funzioni nell’arco dei 30 giorni», sottolinea la Fnopi) è di circa 15mila, con mesi in cui si sono raggiunti e superati anche i 28mila contagiati e altri dove ci si è fermati a circa 500.

Riconoscimento economico e delle competenze, le richiesta della Fnopi alla politica

In vista delle elezioni, nel documento la Fnopi fa delle richieste specifiche alla politica: incremento della base contrattuale e riconoscimento economico dell’esclusività delle professioni infermieristiche; riconoscimento delle competenze specialistiche; evoluzione del percorso formativo universitario. Tra le questioni da affrontare anche l’apertura alla possibilità, per gli infermieri, di prescrivere alcune classi di farmaci e ausili/presidi. L’obiettivo è ridare vigore alla professione e renderla anche più attrattiva per i giovani. Perché «se i posti messi a bando negli atenei spesso non sono saturati» e «il numero di infermieri richiesti sul territorio non risponde ai numeri di cui l’Italia dispone anche rispetto ai rapporti previsti dalle analisi internazionali» le cause, evidenzia la Federazione, «sono da ricercare anche nel mancato riconoscimento valoriale ed economico della professione e nell’assenza di prospettive di carriera».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Medici di famiglia sull’orlo di una crisi di nervi… Stressati 9 su 10. Pesano Covid, burocrazia e Whatsapp
Il malessere dei medici di famiglia, tra carenza di colleghi, difficoltà a trovare sostituti e una burocrazia sempre più elevata, «è palpabile» e arriva a sfiorare il 90% di professionisti. Lo dicono i sindacati, gli esperti di sanità, gli analisti del settore. E lo dicono i pensionamenti anticipati che crescono
di V.A.
PNRR, in Sicilia tre gare per potenziare i servizi socio-sanitari e il patrimonio immobiliare sanitario
La procedura è gestita da Invitalia. L'iniziativa si inserisce nell'ambito del supporto tecnico operativo reso disponibile dal Ministero dell'economia e delle Finanze e dal Ministero della Salute alle Regioni e agli Enti del servizio sanitario regionale
PNRR: Uneba, più risorse per il non profit dedicato ad anziani e fragili
Uneba ha scritto una lettera aperta alle istituzioni per chiedere una maggiore attenzione al non profit del sociosanitario che ogni giorno si prendono cura di centinaia di migliaia di uomini e donne anziani, non autosufficienti, disabili, fragili
Pnrr: con PRP@CERIC nuova infrastruttura di ricerca per studiare agenti patogeni
Un'infrastruttura di ricerca altamente specializzata, unica in Europa, che integra strumentazioni e competenze in biologia, biochimica, fisica, bio-elettronica, bio-informatica e scienza dei dati per studiare agenti patogeni di origine umana, animale e vegetale e intervenire rapidamente per contrastare la diffusione di possibili nuovi focolai di malattie. Questo è l'obiettivo del progetto PRP@CERIC, finanziato con 41 milioni di euro dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Giornata vittime Covid, Fnopi: «D’accordo con Schillaci, ora la priorità è investire sul capitale umano»
Tra gli infermieri 90 decessi e oltre 390mila contagi, per chi ha accompagnato fino alla fine  le persone colpite più duramente dal virus
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Mieloma multiplo. Aspettativa di vita in aumento e cure sul territorio, il paradigma di un modello da applicare per la prossimità delle cure

Il mieloma multiplo rappresenta, tra le patologie onco-ematologiche, un caso studio per l’arrivo delle future terapie innovative, dato anche che i centri ospedalieri di riferimento iniziano a no...
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Advocacy e Associazioni

Oncologia, Iannelli (FAVO): “Anche i malati di cancro finiscono in lista di attesa”

Il Segretario Generale Favo: “Da qualche anno le attese per i malati oncologici sono sempre più lunghe. E la colpa non è della pandemia: quelli con cui i pazienti oncologici si sco...