Salute 25 Maggio 2020 15:55

Farmaci e vaccini coronavirus, se la ricerca va più veloce delle autorizzazioni

Centri di ricerca e di analisi lavorano a pieno regime, spiega il New England Journal of Medicine: le autorizzazioni per analogia farmaceutica sono cruciali

di Tommaso Caldarelli

Un nuovo intervento sul New England Journal of Medicine a firma di due dottori di ricerca in Chimica computazionale alla Duke University e in Biochimica all’università di Londra inizia con la domanda delle domande: «Abbiamo bisogno urgente di farmaci che siano efficaci contro la malattia da coronavirus, ma quale è il modo più rapido per trovarli?». I metodi a disposizione della comunità scientifica, in effetti, paiono essere due: il primo è quello diretto, ovvero l’impegno per generare e sintetizzare una molecola autonoma che interrompa il ciclo di vita del virus; l’altro è quello, come è noto, di lavorare per analogia, «sperando che farmaci che hanno funzionato contro virus differenti (come l’Epatite C o l’Ebola) funzionino anche contro il Covid-19». Il virus che ha causato la pandemia a livello globale è composto «approssimativamente da 25 proteine, necessarie a quell’organismo per infettarsi e replicarsi»; e così «trovare dei farmaci che si possano legare a queste proteine virali e fermarne il funzionamento sembra un passo avanti abbastanza logico ed è la priorità di molti laboratori di ricerca». Ma come fare?

LEGGI ANCHE: CORONAVIRUS, QUASI 60MILA GLI ARTICOLI SCIENTIFICI PUBBLICATI. JANOSOV (UNIVERSITÀ BUDAPEST): «ECCO LA FOTOGRAFIA DEI TREND DI RICERCA»

Potenti supercomputer sono attualmente in azione: «Simulano la possibilità di agganciamento di composti che stiamo ricercando con le proteine obiettivo. La potenzialità di aggancio dei composti sono calcolate con equazioni basate sulla fisica che quantificano le interazioni fra il farmaco e i suoi obiettivi virali. I composti che si piazzano meglio», spiega il NEJM, «vengono poi testati sperimentalmente per vedere se in effetti si crea il legame e se questo ha i desiderati effetti riduttori sull’azione del virus (ovvero se ferma la carica virale)». La ricerca su farmaci antivirali basata sui modelli per computer sta conoscendo una velocità finora ignota, permessa oggi dalla potenza degli elaboratori informatici «che riescono a simulare le potenzialità leganti di un miliardo di componenti in pochi giorni», prendendo in considerazione anche eventuali cambiamenti di forma o flessibilità nelle azioni delle proteine. «Un modello meno rigido e più realistico che ha avuto grande successo nella scoperta di farmaci anti-HIV a partire dagli anni 2000», mentre negli anni ‘90 i computer potevano simulare gli agganci di massimo 100 composti a volta ed era inoltre consentita solo una simulazione di aggancio “nel vuoto” quando nella dinamica reale «le proteine sperimentano movimenti interni, stimolati dalle temperature, che modificano la loro struttura di aggancio».

Ad una aumentata potenzialità di calcolo e di ricerca non corrisponde però, spiega il Journal, una contemporanea flessibilità ed adattività del quadro legale. Il problema appare cruciale, spiega il NEJM: «La consueta e laboriosa procedura per la scoperta e l’approvazione di nuovi farmaci, che durava anche decenni, difficilmente potrebbe essere meno adatta alla presente pandemia. L’autorizzazione all’utilizzo in parallelo di farmaci già esistenti consente invece un rapido meccanismo di sviluppo, perché i profili di sicurezza sono già noti». La questione è che anche con questa strada “accelerata” nella approvazione delle sperimentazioni sui farmaci si rischia di andare più lenti rispetto a quello che la ricerca scientifica è oggi in grado di fare: «In questo mondo surreale e accelerato del Covid, i progressi sono spesso rapidamente obsoleti. L’intelligenza artificiale è utilizzata per predire i legami farmacologici. Tipi diversi di controlli sperimentali in laboratorio sono stati impostati in tutto il mondo e continuano a crescere. Nel frattempo, per molte proteine del SARS-CoV-2, i sistemi di screening virtuale ad alto rendimento e di dinamiche di agganciamento alle cellule umane producono risultati ad altissima velocità. Nessuna di queste strategie garantisce il risultato, ma una combinazione di razionalità, di approfondimento scientifico e di temerarietà, unito con i più potenti strumenti a nostra disposizione, costituirà il nostro miglior tentativo».

 

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SANITÀ INFORMAZIONE PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO

Articoli correlati
Donne “cenerentole” della ricerca in Europa, anche se metà dei laureati e dottorati è “rosa”
Le donne rappresentano circa la metà dei laureati e dei dottorati in Europa, ma abbandonano progressivamente la carriera accademica, arrivando a costituire appena il 33% della forza lavoro nel mondo della ricerca, e solo il 26% dei professori ordinari, direttori di dipartimento o di centri di ricerca. È il quadro tratteggiato in un articolo sulla rivista The Lancet Regional Health
Tumori: Rai e AIRC insieme per trasformare la ricerca in cura
"La ricerca cura". E' questo lo slogan della grande maratona di Rai e Fondazione Airc che, come ogni anno, uniscono le forze per trasformare la ricerca sul cancro in cura
Pnrr: con PRP@CERIC nuova infrastruttura di ricerca per studiare agenti patogeni
Un'infrastruttura di ricerca altamente specializzata, unica in Europa, che integra strumentazioni e competenze in biologia, biochimica, fisica, bio-elettronica, bio-informatica e scienza dei dati per studiare agenti patogeni di origine umana, animale e vegetale e intervenire rapidamente per contrastare la diffusione di possibili nuovi focolai di malattie. Questo è l'obiettivo del progetto PRP@CERIC, finanziato con 41 milioni di euro dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Covid-19 e vaccini: i numeri in Italia e nel mondo
Ad oggi, 28 febbraio 2023, sono 675.188.796 i casi di Covid-19 in tutto il mondo e 6.870.894 i decessi. Mappa elaborata dalla Johns Hopkins CSSE. I casi in Italia L’ultimo bollettino disponibile (23 febbraio 2023): Oggi in Italia il totale delle persone che hanno contratto il virus è di 25.576.852 (4.720 in più rispetto a ieri). Il […]
Da antipertensivi a ibuprofene, in Italia è allarme carenza farmaci
Antiepilettici, antidepressivi, diuretici, antipertensivi sono diventati quasi introvabili. Così come il paracetamolo e l'ibuprofene, in particolare ai dosaggi indicati per i bambini. In totale in Italia sarebbero circa 3mila i farmaci a rischio reperibilità. Le cause sono diverse e dipendono in parte dalla pandemia e in parte dall'attuale crisi internazionale
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Parkinson, la neurologa Brotini: “Grazie alla ricerca, siamo di fronte a una nuova alba”

“Molte molecole sono in fase di studio e vorrei che tutti i pazienti e i loro caregiver guardassero la malattia di Parkinson come fossero di fronte all’alba e non di fronte ad un tramonto&...
di V.A.
Advocacy e Associazioni

XVIII Giornata europea dei diritti del malato. Contro la desertificazione sanitaria serve un’alleanza tra professionisti, cittadini e istituzioni

La carenza di servizi sul territorio, la penuria di alcune specifiche figure professionali , la distanza dai luoghi di salute in particolare nelle aree interne del Paese, periferiche e ultraperiferich...
Advocacy e Associazioni

Un ponte con medici e istituzioni, l’evoluzione delle associazioni dei pazienti sta cambiando la sanità

Nel corso degli anni il ruolo delle associazioni dei pazienti si è evoluto, così come si è evoluto il ruolo del paziente, oggi considerato in misura maggiore (seppure non ancora s...